A Barcellona ho lasciato la mia identità, evidentemente, avendo dimenticato la carta al controllo passaporti dell’aeroporto. La città è un giocattolo perché c’è il tempo e lo spazio per giochi di tutte le età. Ho visto piccole ruote di ogni tipo scivolare liberamente in mezzo alla folla di pedoni. Liberi tutti. Pur camminando chilometri senza guardare a terra, io non mi sono mai fermata.
Qui ho ritrovato molto di me, perché nel sentirmi libera, sono riuscita a concentrarmi su me stessa, su quella persona che forzatamente dobbiamo tenere al chiuso nel quotidiano, insomma quel bambino che un po’ tutti (o quasi) conserviamo dentro. Invece qui a Barcellona viene fuori esplodendo improvvisamente in forma di gioia, stupore, scoperta, curiosità, voler comprendere, voler avanzare. Ogni angolo potrebbe essere una rivelazione e, consapevole di ciò, ho contato ogni passo e li ricordo quasi tutti. Per questo Barcellona continua ad essere per me la città giocattolo, perfetta per una bimba come me.