IL QUADRO DELLA SCENA MUSICALE ATTUALE – QUAL E’?

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Qual è il quadro della scena musicale attuale?

Le radio hanno da sempre trasmesso nei loro programmi della musica mainstream, popolare. Hanno sempre dato la precedenza a prodotti di tipo commerciale. L’industria discografica, come il resto della società, subisce le pressioni costanti della globalizzazione.

C’è però un caso in cui questo non succede. Parliamo di Internet, una finestra in cui i software Peer To Peer, i canali di diffusione streaming, Youtube e tutti i social network riescono a distanziarsi dalle pressioni che tutto il resto del mondo subisce. Da questo quadro si evince che le informazioni oggi viaggiano alla velocità della luce e non ha importanza se il cambiamento messo in atto è un cambiamento reale o un cambiamento virtuale, in quanto gli effetti che ne risultano sono reali.

A livello concreto, il panorama odierno della musica è estremamente prolifico. Se si aggiunge poi che con l’avvento del digitale più o meno chiunque è in grado di registrarsi il proprio singolo/EP/album direttamente da casa, per non parlare della musica elettronica e del fenomeno dei dj.

Come può un artista professionista odierno collocarsi sul mercato? Mentre un aspirante artista come potrebbe emergere?

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Pete Robbins Quartet@Cornelia Street Cafè di NY

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Pete Robbins Quartet@Cornelia Street Cafè di NY by cristiana.piraino

di Luca Nostro da NY city

Pete Robbins Quartet
Pete Robbins alto saxophone, compositions
Jacob Sacks piano
John Hebert bass
Dan Weiss drums

Ieri sera (sabato 23 aprile) ho visto un altro grande concerto, questa volta al Cornelia Street Cafè. Era di scena il Pete Robbins Quartet Pete Robbins è un grandissimo improvvisatore, ma improvvisa poco, cosa non consueta per un fiato. E’ comune da queste parti che i band leader lascino molto spazio agli altri musicisti. Il motivo è semplice: qui si fa quasi esclusivamente musica originale, perciò la cosa più bella per un compositore è sentire come gli altri vedono e interpretano la propria musica.

E poi spesso è più divertente, dopo un tema molto complesso e ‘forte’ come lo sono quelli di Pete Robbins, insistere sull’interplay collettivo e sugli incroci tra strumenti.

Come quello tra piano e batteria, che nel caso di Dan Weiss e Jacob Sacks è ormai diventato uno stile improvvisativo, dopo anni e anni di collaborazione in progetti propri e soprattutto al fianco di David Binney. Questo modo di concepire l’improvvisazione è meno prevedibile rispetto al jazz classico in cui lo schema tema-soli-tema può diventare ripetitivo, perché basato fondamentalmente sullo stesso giro armonico.

Qui invece la struttura del tema spesso non è quella su cui si improvvisa (che di solito è molto più semplice) e, come nella tradizione della musica classica, le dinamiche e le variazioni timbriche hanno un ruolo primario.

Nir Felder Quartet @ 55 Bar di NewYork

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Nir Felder Quartet @ 55 Bar  by cristiana.piraino
Nir Felder Quartet @ 55 Bar

di Luca Nostro 23.4.2011

Nir Felder Quartet @ 55 Bar

Nir Felder, Guitar (nella foto)
Kevin Hays, Keys
Scott Colley, Bass
Nate Smitz, Drums

Prima segnalazione della mia breve corrispondenza pasquale da New York.

Giovedì 21 aprile Nir Felder, giovane chitarrista in forte ascesa di Brooklyn, ha inaugurato la sua residenza al 55 Bar, uno dei templi, ormai da anni, della nuova musica newyorchese.

Partiamo dal suono, veramente notevole, morbido e penetrante. Caldo e consistente, come nel jazz contemporaneo (vedi Kurt Rosenwinkel e Johnathan Kreisberg), ma ottenuto, in controtendenza con quanto avviene di solito, con la Stratocaster, invece che con semiacustiche di vario genere. E allo stesso tempo potente aggressivo e “naturale”, come nel rock più classico, evitando le sofisticazioni della fusion anni novanta. Questo è il primo importante elemento di originalità, la voce di Nir Felder, che si traduce nella sua musica, fatta di ingredienti semplici e puri, ma complessa nella costruzione formale e ritmica.

Questa è un pò la caratteristica delle nuove avanguardie newyorchesi, definite di volta in volta, come contemporary jazz, progressive jazz o nuova fusion. Da un lato grande disinvoltura su tempi e strutture complesse, come nella fusion tradizionale, dall’altro una sensibilità pop rock che propone riff e temi semplici, essenziali ed accattivanti, che interessano e coinvolgono anche l’ascoltatore meno esperto.

In questo scenario, Nir Felder aggiunge bellissime atmosfere alla Coldplay e un linguaggio improvvisativo molto ricco e fantasioso. Dei suoi compagni, merita una particolare menzione il grande Scott Colley, testimone silenzioso e imprescindibile di alcuni dei più innovativi progetti degli ultimi anni, che ha sempre il grande merito di tenere insieme tutto quello che gli capita sotto le orecchie!

Ma perché gruppi come questo non li vediamo più spesso in Italia? Domanda retorica e oziosa giusto?!

LUCA NOSTRO, nuova penna di Romalive.biz

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Sono sicura di fare cosa gradita ai nostri lettori inviando sul Blog come nuova penna uno scrittore veramente speciale. Per Romalive è un vero onore averlo qui. E sono certa che la sua grande esperienza [>> che potete leggere in questa pagina] di musicista in primo luogo, ma anche di viaggiatore colto e narratore eccellente offriranno al blog un vero e proprio valore aggiunto.

Luca ed io siamo amici e ci conosciamo da un bel po’.. Direi da sempre, dato che bambini giocavamo sullo stesso campetto del quartiere, solo che lui cercava di fare canestro mentre io gli sfrecciavo intorno con i miei pattini colorati! Poi crescendo, come spesso accade, le strade si dividono. Studio lavoro matrimoni e  figli, sembrano farti dimenticare gli amici di un tempo. Ma il destino invece – o per meglio dire la musica ci ha fatto ‘scontrare’ nuovamente un giorno di qualche anno fa all’incrocio dei viali dell’Auditorium.. Luca! Cristiana! Ma sei tu!? e che ci fai qui? io sono per la PMJO e io invece per il concerto delle 100 chitarre… Insomma una vera rimpatriata e una vera sopresa scoprire poi questa passione comune per la musica.

Oggi Luca è una sorgente continua di energia: collabora nella direzione di una delle più importanti scuole di musica di Roma, oltre ad esserne uno degli insegnanti; è il band leader di formazioni di jazz [rigorosamente pezzi originali che lui stesso compone]; collabora con grandissimi del Jazz ma non solo; si occupa di filosofia della musica; scrive per Ulisse il periodico che troviamo a bordo degli aerei dell’Alitalia, e molto altro ancora. Da oggi in poi scriverà periodicamente anche per Romalive.biz.

Benvenuto Luca e ti ringrazio pubblicamente per aver accettato questa collaborazione!

POST CORRELATI

>> BIO

>> Donny Mccaslin – Perpetual Motion. di L. Nostro

Donny Mccaslin – Perpetual Motion di L. Nostro

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Donny Mccaslin – Perpetual Motion di L.Nostro by cristiana.piraino
Nella foto in Studio Donny Mccaslin e Luca Nostro

di Luca Nostro >> info  >> Luca & Romalive

Confesso subito il mio personale conflitto d’interessi. Ho scelto Donny McCaslin come solista del mio primo disco nel 2006 vedendolo suonare con il suo gruppo a New York alla Jazz Gallery (tanto per non fare nomi, con lui c’erano, se non ricordo male, Ben Monder, Antonio Sanchez e Scott Colley). È stata una folgorazione, e devo dire di essere stato fortunato a non averlo mai ascoltato prima in una registrazione, perché ho vissuto immediatamente, senza filtri, tutta la potenza espressiva di un musicista che ancora non si era guadagnato la popolarità che meritatamente sta incontrando negli ultimi tempi. Da un lato un tenorbatterista (scusate il neologismo, ma non me ne venivano in mente altri!), tale era il suo devastante impatto ritmico. Dall’altro un inventore inesauribile di melodie. In lui le due anime trovano una felicissima armonia, formatasi in uno studio duro e costante di pattern ritmico melodici (sicuramente il famoso Slonimsky) che dal vivo si sciolgono e si disperdono per lasciare posto alla pura improvvisazione. Dal free al pop, dalla fusion al metal, come se non ci fosse alcuna differenza. Per non parlare del suono, davvero notevole, riconoscibile, anche se chiaramente ispirato a Sonny Rollins e a Joe Henderson, come lui stesso ammette.

Dopo, tutto non poteva che essere esaltante come mi aspettavo e, naturalmente, di un’imprevedibile bellezza. Semplicemente, Donny ha dato forma alle mie composizioni, rispettandole profondamente e allo stesso tempo arricchendole, tanto che adesso se penso di scrivere un tema, immagino lui come esecutore, anche se poi non lo eseguirà mai.

Per scrivere di Perpetual Motion, ultima sua creazione elettrica, con la Greenleaf Music di Dave Douglas, prodotto da David Binney, mi sto riascoltando il suo Recommended Tools, incisione pianoless del 2008 con la ritmica formata da Hans Glawischnig e Johnathan Blake, un organico opposto per sound e per concezione dalla formazione elettrica che anima l’ultimo lavoro. Nei due opposti, l’acustico e l’elettrico, il sassofono di Donny si muove con sensibilità e intenzioni diverse, ma in tutti e due assume sempre una posizione trasversale e profonda tra i suoni dei suoi compagni. Sta allo stesso tempo davanti e dietro la musica, non si ingabbia mai in un ruolo solipsistico ed esclusivo di leader, cosa molto comune nei sassofonisti ed è un grande leader anche per questo. In qualche modo lo ascoltiamo anche quando non suona. Cosa normale, per chi ha la fortuna di conoscerlo umanamente, ma assolutamente non scontata da tradurre in musica.

È difficile per me ascoltare Perpetual Motion, perché per un altro fortunatissimo incrocio personale, mi sono trovato lo scorso settembre ad assistere al concerto al 55 Bar e, la mattina dopo, alla sessione di registrazione nel famoso Systems Two Recording Studio di New York, mentre stavo facendo il mixing di un altro disco. Per questo, inevitabilmente, l’impressione del disco mi risulterà sempre inferiore a quello che ho ascoltato e riascoltato in quei due giorni, come lo è una cartolina di un posto dove si è vissuti a lungo. Però, riascoltando la registrazione, a mente fredda, mi rendo conto da un lato di quanto sia vicina al live in quanto a energia, capacità di mettersi in gioco, interplay e rischio, mentre dall’altro, è altrettanto chiaro che il live sia vicinissimo al disco quanto a perfezione sonora, controllo della forma, assenza di virtuosismi e senso della band.

Una segnalazione particolare per Adam Benjamin e Tim Lefebvre, rispettivamente al Rhodes e al basso elettrico, formidabili nell’intrecciare tessuti ritmici e sonorità elettroniche con Antonio Sanchez e Donny. Ascoltate L.Z.C.M., groove puro, con un solo di basso incredibile, sperando che vi capiti di vedere questa band dal vivo.

Vi presento LUCA NOSTRO, nuova penna di Romalive.biz

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Vi presento LUCA NOSTRO, nuova penna di Romalive.biz by cristiana.piraino

Nuova penna di Romalive.biz LUCA NOSTRO, per ‘indole’ è un bravissimo chitarrista e compositore, anche lui nasce a Roma in una tiepida giornata del giugno 1971. Tuttora vive a Roma, anche se in realtà la capitale è piuttosto la base di partenza e di ritorno dalle sue numerose avventure. WEB myspace.com/lucanostro 

STUDIARE

Diplomato al liceo classico e laureato alla Luiss di Roma in Giurisprudenza con indirizzo economico, frequenta per due anni la Facoltà di filosofia alla Sapienza di Roma. [ndr.. ben presto però capisce che la sua strada è tutt’altra]

Il suo rapporto con la musica comincia con il pianoforte, che studia dall’età di 10 anni, suonando anche in una piccola orchestra diretta da uno dei maestri del coro della Cappella Sistina. In seguito passa alla chitarra, cominciando a studiare chitarra classica e poi chitarra moderna. Nel 1998 si diploma all’Università della Musica, specializzandosi in jazz con Fabio Zeppetella. Studia anche con Ramberto Ciammarughi e, tra gli altri con Umberto Fiorentino, Massimo Moriconi Giovanni Tommaso, Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Fabrizio Sferra, Andrea Avena e Roberto Spadoni. Partecipa a numerosi seminari sull’improvvisazione. [insomma.. Luca ha avuto dei grandissimi maestri e alcune guide ‘spirituali’]

SUONARE

[ndr: se avete la cena sui fornelli, vi consiglio di spegnere tutto prima di leggere quante cose ha fatto Luca]

  Come musicista si esibisce in varie formazioni (dal jazz, al pop, alla classica, alla bossa nova, fino al soul e Rhythm ‘n’ Blues) sia a proprio nome che di altri. Ha collaborato, tra gli altri con, Donny McCaslin, Dan Weiss, Francois Moutin, Antonio Sanchez, Scott Colley, Mark Turner, Johnathan Stockhammer, David Moss, Lilli Greco, Mariano Rigillo, Roberto Cecchetto, Flavio Tanzi, Antonio Caggiano, Michael Rosen, Massimo Moriconi, Aldo Bassi, Luca Bulgarelli, Maurizio Giammarco, Paolo Ravaglia, Antonio Caggiano, Johnatan Kane, Sandro Deidda, Susanna Stivali, Umberto Forentino, Tassili Bond, Rhys Chatham, Glenn Branca, Slawomir Kurkiewicz, Radek Nowicki, Marcela Szurkalo, Pablo Moyano, Francesco Puglisi, Stefano Cantarano, Cristiano Lui, Massimo Fedeli, Riccardo Pellegrino, Cristal White, Renato Serio, Andy Gravish, Sandy Muller, Alessandra d’Andrea, Nicola Angelucci, Carlotta Proietti, Lorenzo Feliciati, Claudia Arvati, Michael Supnik, Massimo Davola, Andrea Avena, Fabrizio Cardosa. Come compositore ha collaborato spesso con artisti visivi e attori di teatro quali Mino Trafeli, Ilir Zefi, Stefano Tonelli, Fabiana Yvonne Lugli, Luigi Mezzanotte e Carlo Ragone.

 Si è esibito in alcuni tra i più importanti clubs e teatri d’Italia, come la Casa del Jazz e l’Ambra Jovinelli a Roma e il Blue Note a Milano, e all’estero, come il Teatr Wytwornia a Varsavia.

 A New York registra, nello studio Systems Two di Brooklyn, un cd con otto brani di sua composizione con Donny McCaslin al sax tenore, Francois Moutin al contrabbasso e Dan Weiss alla batteria (Luca Nostro NYC Unser Quartet, Ulrich, Orkaan Music + Art Productions, Gema 2007), trasmesso e recensito in varie radio (TVN Warszawa, Anima Jazz, SBS Radio etc.) e riviste (Jazzwise e Chitarre) e presentato anche all’estero (Teatr Wytwornia, Varsavia).

 Con lo Sprachspiel Quintet partecipa al Festival Summer Jazz Days a Varsavia.

 Insieme al pianista Emilio Merone, registra a New York un cd con 8 brani originali insieme a Scott Colley e Antonio Sanchez (Emilio Merone/Luca Nostro SYS2 Quartet, Element, pubblicato dal Saint Louis Jazz Collection).

 Su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia partecipa, con la sua composizione Burj Babil Tones per chitarra e live electronics dedicata al tema della Torre di Babele e alla traduzione, alla Giornata Europea delle Lingue a Varsavia in rappresentanza dell’Italia, con il contributo del filosofo Guido Traversa e la partecipazione dell’attrice Parolina Dafne Porcari.

 Partecipa al tour di Sandy Muller, cantante e autrice italo-brasiliana (Sandy Muller, Universo-Sony 2006) insieme a Claudio Pezzotta, Emilio Merone, Guerino Rondolone, Mauro Colavecchi, per il nuovo album Linha del 2007.

 Partecipa, suonando anche il banjo, allo spettacolo musicale Jazz Amore, composto da Francesco Pascarito (Rai), con cui si esibisce al Teatro Verdi di Padova e al Messapia Jazz Festival nel Salento.

 Partecipa, come chitarrista allo spettacolo “Sono un uomo di Tango” sulla vita di Astor Piazzola, prodotto dalla Spe Spettacoli, con gli attori Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, il bandoneonista e fisarmonicista Cristiano Lui e i ballerini argentini Marcela Szurkalo e Pablo Moyano.

 Registra a New York il disco Incipit di Govinda e Ananda Gari, con Mark Turner e Gabriele Pesaresi.

 Nel 2008 entra a far parte del progetto Sign of Sound, della pittrice performer Fabiana Yvonne Lugli, cui partecipano anche la vocalist Susanna Stivali e i danzatori Djassi Di Costa Johnson (Momix), Andrea Cagnetti (Ars Movendi), Fabia Pulcini e Barbara Berti, e la fotografa Cinzia Carbonelli.

 Dal 2009 con il suo trio suona, in un progetto dedicato alle grandi cantanti femminili (Cesaria Evora, Mercedes Sosa, etc) con la cantante Eleonora Bordonaro.

 In ambito pop collabora come compositore e chitarrista con Kavi Pratt (Warner) in un progetto R’n’B’.

 Dal 2011 ha fondato un duo insieme al percussionista Flavio Tanzi (PMCE, Accademia di Santa Cecilia)

 Con il PMCE
Partecipa come Guitar Leader dell’orchestra di 100 chitarre dell’Auditorium Parco della Musica di Roma alla prima europea dell’opera A Secret Rose del compositore americano Rhys Chatam.
–  In City Life di Steve Reich suona, come prima chitarra in 2×5 (prima mondiale) e in Electric Counterpoint con Roberto Cecchetto alla chitarra solista.
–  All’inaugurazione del MAXXI, suona in C di Terry Riley e, come solista Electric Counterpoint di Steve Reich.
–  Partecipa con il PMCE suonando chitarra classica, acustica, elettrica e banjo al concerto Get Ready to Zappa all’Auditorium Parco della Musicaprodotto da Fondazione Musica per Roma e Gail Zappa (vedova di Frank Zappa) eseguendo alcuni brani in prima mondiale con la direzione di Johnathan Stockhammer e la partecipazione di David Moss alla voce.

DISCOGRAFIA

BACK TO NEXT anno 2000
Luca Nostro con Alessandro Tomei, Emilio Merone, Fabio Penna, Mauro Colavecchi, .

ARCAMUSARITHMICA anno 2004
Arcamusarithmica, Sandy Muller, Emilio Merone, Fabio Penna.


ULRICH
anno 2007
Luca Nostro NYC Unser Quartet  feat. Donny McCaslin, Francois Moutin, Dan Weiss, Orkaan Music + Art Productions, Gema

ELEMENT anno 2008
Emilio Merone/Luca Nostro SYS2 Quartet, feat. Scott Colley and Antonio Sanchez, SLJC

JAZZ AMORE anno 2009
prod Raitrade & Francesco Pascarito con Alessandro Contini, Elisabetta Antonini, Fabiana Conti, Primiano Di Biase, Ermanno Dodaro, Francesco Bonofiglio, Michael Supnik, Massimo Davola.

INCIPIT in corso di pubblicazione nel 2011
Govinda Gari e Ananda Gari,  feat. Mark Turner

INSEGNARE

È tra i soci, insieme a Fabio Zeppetella, Massimo Fedeli, Stefano Micarelli e Massimiliano Rosati, della Percentomusica di Roma (www.percentomusia.com), diretta da Massimo Moriconi, dove insegna chitarra, laboratori di musica d’insieme e storia della musica. Ha insegnato al Liceo Orazio e alla scuola Sonus Factory, dove è stato responsabile della facoltà di chitarra.

SCRIVERE

Si occupa di filosofia della musica, scrivendo articoli e partecipando a convegni (La Sapienza) e a trasmissioni televisive (Rai Utile). Nel 2002 ha curato un libro sull’argomento (L’esperienza musicale. Per una fenomenologia dei suoni. Collana i Libri di Montag, Manifestolibri 2002), cui hanno contribuito filosofi e musicisti da tutto il mondo.

Dal 2009 scrive di musica su Ulisse, il mensile dell’Alitalia, su cui tiene una rubrica dal titolo Rolling Notes.

Pubblicazioni.
• Nostro, L. (2000) Bach scriveva fughe?, “Il Cannocchiale” 2000, 2, pagg. 121-141.
• Nostro, L. (2000) Mescolanza di colori fusione di suoni, “Le Tattiche dei sensi”, i Libri di Montag, 2000 Manifestolibri, pag. 160.
• Nostro, L. (2000) Musica: continuità e discontinuità, “Le Tattiche dei sensi”, i Libri di Montag, 2000 Manifestolibri, pagg. 162-163.
• Nostro, L. (2000) Musica frattale, “Le Tattiche dei sensi”, i Libri di Montag, 2000 Manifestolibri, pagg. 163-164.
• Nostro, L. (2000) Spazio sonoro, “Le Tattiche dei sensi”, i Libri di Montag, 2000 Manifestolibri, pagg. 166-167.
• Nostro, L. Traversa, G. (2001) “Perché ero più sano dei dottori”: terapie endogene ed empatia, “Filosofia della medicina”, i Libri di Montag, 2001 Manifestolibri, pagg. 37-46.
• Nostro, L. (2001) , Recensione del libro Non c’è giustizia senza conflitto. Democrazia come confronto di idee di Stuart Hampishire , “Alpha Omega”, 2001 pagg. 390-392.
• Nostro, L. (2002) La percezione del dettaglio musicale, “Linguaggio e percezione”, a cura di Roberto Contessi, Marco Mazzeo, Tommaso Russo 2002 Carocci, pagg. 80-87.
• AA.VV. (2002) L’esperienza musicale. Per una fenomenologia dei suoni, a cura di Luca Nostro, i Libri di Montag, 2002 Manifestolibri.
• Nostro, L. (2008) Time in Jazz, intervista a Paolo Fresu, Terz’Occhio, Italia, Italie, provincia o impero del mondo numero otto, ottobre 2008.
• Nostro, L. (2008) Tecnica Melodica. Esercizi per la fluidità scalare, Chitarre, Febbraio 2008.
• Nostro, L. (2008) Tecnica melodica. Esercizi per la fluidità scalare, Chitarre,
• Nostro, L. (2009) Quando Manhattan si mette a suonare, Ulisse, Novembre 2009, Alitalia.
• Nostro, L. (2010) Qual è la tua colonna sonora?, Ulisse, Luglio 2010, Alitalia.
• Nostro, L. (2010) All’Auditorium la musica ha carta bianca, Ulisse, Settembre 2010, Alitalia.
• Nostro, L. (2010) Rolling Notes, Ulisse, Ottobre 2010, Alitalia.
• Nostro, L. (2010) Rolling Notes, Ulisse, Novembre 2010, Alitalia.
• Nostro, L. (2010) Rolling Notes, Ulisse, Dicembre 2010, Alitalia.

FORUM MULTIMEDIALE: Seduta a un tavolo al 28…

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di Alessandra Mancini

…chi sistema le ance del sax, chi si fuma la sigaretta all’ingresso, chi sorseggia una falanghina al bancone. Mark e Natasha, i gestori del locale, mi accolgono con il calore di sempre che li contraddistingue. In un angolo della sala intercetto Peppe: un tatuaggio sull’avambraccio e un’espressione seria e misteriosa; sta leggendo i tarocchi. Sono curiosa. Tra le sue mani, curatissime, danzano l’Imperatrice, l’Appeso, l’Eremita, la Papessa, in un tripudio di colori. Lo sbircio…poi , con un misto di stupore e timore faccio cenno di voler interrogare le carte. Mi siedo al tavolo che è diventato una sorta di altare e per qualche istante dimentico di trovarmi in via Mirandola. Peppe mi trasporta con la sua intuizione, sensitività e immaginazione nel futuro fino a quando la musica prorompente di un clarinetto basso s’insinua nella divinazione. Scendo al piano inferiore dove è iniziato il concerto. Il batterista Ivano Nardi e Marco Colonna con i suoi clarinetti disegnano melodie modali. Mi faccio preparare un cocktail: il Blue Note, un’esplosione di pompelmo, soda e zenzero. Inizio ad avere visioni oniriche avvolta nella musica e cullata dalla lettura delle testimonianze raccolte da Carola De Scipio nel libro “Vita morte e musica di Massimo Urbani”, brillante sassofonista scomparso prematuramente, col quale lo stesso Nardi esordì nel ’75. Ospiti della serata i Letturama, un gruppo di giovani “scrittori lettori” della provincia di Latina, che si alternano sul palco del 28 con le loro performance di reading divertenti e piccanti. La serata si conclude con la jam session animata tra gli altri dal chitarrista Adriano Lanzi e il sassofonista Tony Formichella che regala un momento cool… i suoni caldi, il fraseggio rilassato sembrano dilatare lo spazio del locale. E così mentre sta ancora suonando salgo le scale, passo tra le foto di Roberto Panucci che sembrano scrutarmi dai muri, strizzo l’occhietto ai robots e me ne torno a casa. Ci si rivede a settembre!!!

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LUIGI, FIGLIO MIO

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Emanuela, sassofonista e mia grande amica, da mesi ha iniziato un percorso di ricerca sulla vita e la morte di uno dei cantautori più significativi del nostro ‘900. Luigi Tenco. Personalità ricca di sfaccettature che ci ha regalato le Parole tra le più profonde che la musica abbia mai prodotto e Note, che ancora oggi sono motivo di ispirazione per musicisti e compositori, dal pop al jazz, senza distinzione. La sua morte tragica e misteriosa lascia un grande vuoto  e il desiderio, nonostante siano passati molti anni di chiarirne le dinamiche, tuttora non ben definite. Emanuela è una delle persone che sta seguendo la vicenda e durante un viaggio nei luoghi dell’infanzia di Luigi Tenco, ha scritto questa poesia, dedicata al ricordo di Teresa, madre del cantautore. Con immenso piacere oggi la pubblico per tutti voi.

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Cara Cri, Spero ti possa emozionare così come ha emozionato me. Mi sono fatta madre in quel momento, quella madre, e scrivendola ho sofferto anche io. Di certo non l’ho copiata, di certo non l’ho scritta per nessun motivo. L’ho scritta e basta. Tenco  è nel mio cuore, e  da quando ho iniziato la mia ricerca mi sento molto ‘fertile’. Vediamo se riusciamo a fare qualcosa di più ambizioso….Ovviamente condividerò tutto con te…

Un abbraccio, Manu

Figlio,
che sei nato quando la terra si svegliava,
e così come lei si preparava a dare i suoi frutti,
sei venuto alla luce.

Figlio,
che il destino ha voluto che mai pronunciassi il nome papà,
spero di essere stata l’ombra silenziosa di quell’uomo che ti mancò.

Figlio,
che quando da piccolo cadevi,
mi rimproveravo di non essere stata la, dietro di te
ma che poi guardando quegli occhi bagnati di vita,
tu mi regalavi un sorriso, ed io tornavo a vivere grazie a te.

Figlio,
che sei scappato dietro ad un sassofono ed una chitarra,
ed io con quel libro in mano mi facevo odiare se ti riportavo alla realtà.

Figlio,
che ti vedevo in quella scatola strana
e del tuo bel volto riconoscevo solo il nero ribelle dei tuoi capelli…
come mi arrabbiavo quando quel grigio ingiusto si impossessava delle tue labbra!

Figlio,
che sapevo che eri tu alla porta perchè solo con te il cane abbaiava così,
mi sorridevi quando ti dicevo di farla finita di giocare con le note
e abbracciandomi mentre di spalle facevo finta di essere altrove mi dicevi:
Vedrai mamma, vedrai che un giorno cambierà!

Figlio,
che quando eri li su non so a far cosa,
io mi sentivo regina e facendomi piccola e silenziosa
per nulla al mondo avrei disturbato quel misterioso lavorio.

Figlio,
che quando quel giorno ti ho stirato la camicia bianca,
non lo sapevo mica che ti avrebbe accompagnato in cielo.
Neanche quella pulita t’hanno messo,
a te Figlio mio che ci tenevi tanto ad andar preciso!

Figlio,
che se avessi saputo che quel CIAO era l’ultimo,
t’avrei accompagnato io dal buon Dio,
prendendoti la manina come quando andavamo a scuola.

Figlio,
che il giorno in cui ho chiuso gli occhi
è stato il più bello della mia vita,
perchè ora che sono con te
finalmente credo a quel…
“Vedrai mamma, vedrai che cambierà”


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