OGNI TASSELLO AL SUO POSTO

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le cose che amiamo sono tutte belle

ridere, stare bene, non giudicare

il cielo è sempre blu il bicchiere è sempre mezzo pieno

solo cose buone da mangiare

non resistiamo, quando c’è una chitarra suonata bene

l’occhio, ah si, quello vuole molto la sua parte

in qualche modo sempre connessi

indimenticabili

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LEGGERE LA CANZONE: CI VUOLE TEMPO PER CONOSCERE L’UOMO

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Quando un pezzo mi folgora così io devo immediatamente inserirlo nel mio blog. Poi ultimamente sono veramente tante le domande che mi pongo. Forse con il tempo, che non smette di passare, e con la quantità di cose che vedono i miei occhi.. aumentano anche i dubbi.

Ma poi arriva una canzone come questa e io mi tranquillizzo. Certo, spero di avere il tempo, che non sarà mai abbastanza, per capire il mio ‘tutto’. Invitandovi più che mai, questa volta, a leggere la canzone dello straordinario poeta contemporaneo, quale è Rice, vi ricordo che il brano fa parte di “My Favorite Faded Fantasy”, terzo album in studio del cantautore irlandese pubblicato a fine 2014 a quasi otto anni dall’uscita del precedente album. L’album è stato prodotto da Rick Rubin un grande producer USA, dal curriculum costellato di incredibile nomi. Forse per essersi fatto attendere molto, il disco non ha ottenuto grandissime attenzioni. Per me è suonato da dio, curato nei minimi dettagli nei suoni. Almeno su Spotify sentitevelo.

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LEGGERE LA CANZONE. “E CERCA ‘E ME CAPÌ” PINO DANIELE

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L’importanza di Leggere La Canzone. “E cerca ‘e me capi’” è un dolcissimo brano, quanto potente nella sua essenza ‘tranquilla’, di Pino Daniele tratto dal secondo album in studio che porta il suo nome ‘Pino Daniele’ (ed  EMI Italiana 1979).

Di questo album, scrive Gabriele Antonucci su Panorama.it: “Pensate a quanto fosse coraggiosa, nell’Italia degli anni Settanta, la frase “Je so pazzo e nun ce scassate ‘o cazzo”. Oltre al brano-manifesto Je’ so pazzo, l’album Pino Daniele contiene al suo interno perle come Chi tene ‘o mare, Jes stò vicino a te e Donna Cuncetta da cui emerge tutta l’anima napoletana del quartiere Porto dove è cresciuto l’artista.”

Il brano musicalmente è una ballad che strappa il cuore, con l’andamento di una ninna nanna che, come tale, racconta una storia. Nel testo pero’ nasconde un forte senso di rabbia misto a disillusione, per quello che Pino trova intorno a se con gli occhi ‘nuovi’, di chi ha viaggiato, ha visto e poi è tornato. Una sensazione comune a tanti e che non smette di essere vera, anche oggi, a distanza di quasi 40 anni dalla stesura del pezzo. Non manca la speranza perché il brano mette al centro nuovamente la musica, come ‘il luogo sicuro’ in cui rifugiarsi e credere ancora, nonostante tutto. E così continuiamo, ‘e sona ancora…’

Buona lettura, buon ascolto. Cantate. Scroll down per il video

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DALL’ALTRA PARTE DELLA LUNA, CONTORNI E SFUMATURE DI LUCIO

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Un disco da avere. Un omaggio alle canzoni di Lucio Dalla, curato, ricco di sentimenti di ammirazione e rispetto, un’opera ‘da musicista a musicista’. Suonato e cantato sulle corde dell’istinto dagli autori Silvia Barba e Pippo Matino, a sottolineare che questi brani fanno parte di noi. In una ridottissima formazione, il duo racconta in modo didascalico il genio bolognese; ed è proprio ‘per aver tolto’ che questo disco riesce ad aggiungere – se pensate a quanto sia difficile aggiungere, anche solo una virgola, a Dalla – sottolineando i contorni e le strutture delle opere straordinarie del cantautore. Questo è stato possibile grazie alla scelta stilistica di Silvia che canta con la chiara intenzione di raccontare, senza imitare, senza neppure mettere in conto di farlo, accompagnata dalle poche intense note, la linea di basso che ci tocca profondamente, di Pippo Matino che allo stesso tempo la fa da protagonista e da spalla, con il supporto dell’elettronica, che nel progetto è il terzo elemento protagonista.

Come vedere la musica di Dalla in controluce. Così, avvolta da fasci luminosi, si lascia ammirare nei suoi forti contorni. 

PH. Giovanni Canitano Continua a leggere

36 ANNI SENZA BOB, E ANCORA NON AVETE CAPITO: WAR

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Vorrei, ma non posso fare molto se il mondo va così come va e fa finta di non capire. Eppure queste parole sono scolpite nel tempo, da tempo e per tutto il tempo. War una canzone cantata da Bob Marley pubblicata sul disco Rastaman Vibration del 1976 e accreditata a Allen Cole e Carlton Barrett (*), tratta da un discorso fatto dall’imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié [WIKI]

(*) Sulle attribuzioni dei brani di Marley c’è sempre confusione, ma questo lo sappiamo. Il testo di questo brano è tratto letteralmente da un discorso di Selassié, la linea del basso è fatta da un Wailer e i brani infine sono attribuiti a due ‘amici’ di Bob. INFORMATI.

Bob Marley WAR

Until the philosophy which hold one race superior
And another
Inferior
Is finally
And permanently
Discredited
And abandoned
Everywhere is war
Me say war.

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Nord Africano Benvenuto nel Paese dei falsi cattolici!

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Shame on you Italy!! Eppure il monito era ben chiaro. Quello che succede in questi giorni tra il nord Africa e le coste dell’Italia meridionale è qualcosa che si poteva prevedere da tempo anticipando così la soluzione dei relativi disagi. Invece come d’improvviso veniamo invasi, secondo il governo, da una massa di persone in fuga da guerra e miseria. E’ questa la scusa per non essere preparati? L’accidentalità e l’imprevedibilità? Gli asini che volano, da tempo non volano più  e anche i fratelli nordafricani se ne sono accorti. Infatti non è un’invasione repentina, ma un passaggio storico obbligatorio, data la situazione di quei paesi. Mi viene da pensare dunque che tutte le relazioni che il governo Italiano, complice l’Europa, ha stretto in questa area geografica, siano state finalizzate al rafforzamento e al sostegno di quei governi/dittature locali, proprio per scongiurare quello che invece inevitabilmente sta capitando ora.  Ecco, è la presunzione di essere più grandi dell’inevitabile, che mi urta e che  mi fa capire che non c’è intelligenza nè saggezza nelle scelte di questo tipo.

Cosa si poteva fare? Almeno qualcosa. Oltre la mancanza totale di organizzazione e di conseguenza di rispetto verso chi ci sta chiedendo un aiuto, momentaneo per altro, dobbiamo sopportare come italiani di essere rappresentati da chi vuole strumentalizzare il dolore di tutti, senza mai risolvere. Mai in questi giorni ho sentito parlare di lavoro, di creazione di una task force per le relazioni tra aziende che offrono lavoro anche stagionale e persone che si offrono di lavorare. E la Comunità Europea in tutto questo dov’è? E’ giusto chiamarla ancora Comunità? Chi di noi non tenterebbe una fuga di famiglia in caso di guerra civile nel proprio paese? Chi vuole la guerra sotto casa? Non io. E ancora, non sono io che fingo di essere cattolica la domenica in Italia.

Il CLANDESTINO di Manu Chao. Ha senso oggi ri-ascoltare un brano emblematico, pubblicato nel ’98 nel primo album da solista del front man di Mano Negra, Manu Chao che ha conosciuto personalmente la fuga da una dittatura.

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Cammino solo con il mio dolore e sola è la mia condanna. Correre è il mio destino per ingannare la legge. Perduto nel cuore del la grande babilonia, mi chiamano il clandestino perchè non ho documenti. Sono andato in una città del nord per lavorare lasciando la mia vita tra Ceuta e Gibilterra. Sono una linea in mezzo al mare, sono un fantasma dentro la città, secondo l’autorità la mia vita va proibita. Mano Negra clandestina, Peruivano clandestino, Africano clandestino, Marijuana illegale. Perduto nel cuore del la grande babilonia, mi dicono clandestino, io sono il fuorilegge.

Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Para burlar la ley

Perdido en el corazón
De la grande Babylon
Me dicen el clandestino
Por no llevar papel

Pa’ una ciudad del norte
Yo me fui a trabajar
Mi vida la dejé
Entre Ceuta y Gibraltar

Soy una raya en el mar
Fantasma en la ciudad
Mi vida va prohibida
Dice la autoridad

Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Por no llevar papel

Perdido en el corazón
De la grande Babylon
Me dicen el clandestino
Yo soy el quiebra ley

Mano Negra clandestina
Peruano clandestino
Africano clandestino
Marijuana ilegal

Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Para burlar la ley

Perdido en el corazón
De la grande Babylon
Me dicen el clandestino
Por no llevar papel

POESIE IN CERCA DI NOTE

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Poeti e poetesse di tutta Italia è il momento di farsi avanti !! Volete che una vostra poesia diventi una canzone?! ECOPOETICO vi da questa opportunità.

Inviate i vostri testi a ecopoetico@gmail.com entro e non oltre il 30 APRILE 2009. Le tre poesie migliori saranno musicate ed interpretate da  NUOVE FORME DI POESIA (NFDP). Ricordate di indicare nell’oggetto della mail la parola “CANZONE”.

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Ecco la poesia di Romalive inviata per il progetto:

PICCOLE COSE

Il nostro amore è fatto di sassi di stelle di sale
È fatto di luna piena di pane
È fatto di sussurri e grida sommesse
Di parole che diventano il filo che lega le nostre anime.

Il nostro amore è fatto di piccoli gesti
Un pezzo di cuore scambiato
Due voci fatte di aria e di terra
La felicità è il nostro amore e qui dimora.

Siamo cielo e terra, se la luce penetra,
i confini svaniscono in un orizzonte.
Nel nostro letto sorge il sole.

Questo amore è fatto di piccole cose
Stelle luna sassi vento terra pane
Roccia mani luce, è fatto d’amore.

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RELATED LINK:

omaggio a Piero Ciampi  musica poesia danza 
www.maledettidettimale.com

FRANCO CALIFANO a ROMA

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Sab. 28/03/2009 MUSICA D’AUTORE
FRANCO CALIFANO live pensieri e musica
JET SET – Piazza U.E. Terracini
INFO  3296946426

All’interno di una serata di puro entertainment organizzata da una organizzazione romana di eventi, Odissey 2001, il grande Franco  Califano, semplicemente per noi il CALIFFO, farà rivivere le emozioni di un tempo presentando i suoi più grandi successi e stralci del suo pensiero, profondo ma basic, così come deve essere lui. Un artista che negli anni ha saputo costruire un’immagine di se vera, con le contraddizioni che lo caratterizzano e le debolezze nelle quali il pubblico che lo ama e lo segue si riconosce, espresse con un linguaggio diretto, pop, che però contrasta con il pensiero cinicamente profondo e in questo terribilmente umano.  

Tutto il resto è noia è una grande verità. In questo brano si può individuare una filosofia di vita, quella di Califano ma condivisa da molti, ed anche il manifesto dell’insofferenza epocale segnata dai profondi dubbi umani sull’importanza del rapporto di coppia per il raggiungimento della felicità. Epoca storica che ha visto fino al 70% (ufficiale) di rapporti di coppia falliti e che forse ora si sta concludendo con il passaggio di una generazione di ‘insofferenti’ all’età più adulta. Parole e musica hanno aiutato a prendere coscienza di questa tematica. In questo il Califfo è maestro di vita e grande autore.

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Tutto Il Resto è Noia

Si, d’accordo l’incontro
un’emozione che ti scoppia dentro
l’invito a cena dove c’è atmosfera
la barba fatta con maggiore cura.
la macchina a lavare ed era ora
hai voglia di far centro quella sera
si d’accordo ma poi..
tutto il resto è noia
no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia,
maledetta noia.
Si, lo so il primo bacio
il cuore ingenuo che ci casca ancora
col lungo abbraccio l’illusione dura
rifiuti di pensare a un’avventura.
Poi dici cose giuste al tempo giusto
e pensi il gioco è fatto è tutto a posto
si,d’accordo ma poi…
tutto il resto è noia
no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia
maledetta noia.
Poi la notte d’amore
per sistemare casa un pomeriggio
sul letto le lenzuola color grigio
funziona tutto come un orologio.
La prima sera devi dimostrare
che al mondo solo tu sai far l’amore
si, d’accordo ma poi..
Tutto il resto è noia
no,non ho detto noia
ma noia, noia, noia
maledetta noia.
Si d’accordo il primo anno
ma l’entusiasmo che ti resta ancora
è brutta copia di quello che era
cominciano i silenzi della sera
inventi feste e inviti gente in casa
così non pensi almeno fai qualcosa
si, d’accordo ma poi..
Tutto il resto è noia,
no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia
maledetta noia