Ma come è possibile trovarsi da un giorno all’altro, da Roma catapultati a Parigi, nel bel mezzo di uno dei parchi più belli d’Europa e probabilmente del mondo? Ebbene si, può succedere. Se una riunione di lavoro improvvisamente ti ci porta, proprio a due passi da quello che un tempo è stato il palazzo del potere più importante del vecchio continente e dove lo sfarzo di quei tempi passati è tuttora visibile. Ed è anche possibile, se rimangono due ore tra la fine della riunione di lavoro e la relativa cena, trovare il tempo per attraversare nella quiete totale di un qualsiasi giorno lavorativo i Giardini di Versailles, utilizzando un comodissimo Segway come mezzo di trasporto.
Subito la mente prova ad immaginare il parco, di cui alla vista si perde l’orizzonte, popolato da dame e cavalieri, bambini bellissimi che giocano con cavalli e cerchi colorati. E prova ad immaginare la regina Maria Antonietta, mentre si diletta nell’arte della recitazione, nel teatro che suo marito Luigi XVI, il delfino di Francia, le fece costruire appositamente. O ancora, gruppi di giovani che attraversano i grandi campi del parco, a cavallo di meravigliosi purosangue, in passeggiate che rappresentavano uno dei passatempi preferiti a corte, soprattutto in questa stagione che regala agli occhi il verde più intenso.
E alla fine, dopo quasi due ore di passeggiata, un bel regalo. Un po’ di musica, proprio addatta all’occasione. Grazie ad un violinista di cui non conosciamo il nome, e per questo ci scusiamo.
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