La verità è in questo pezzo. Pino era tutta n’ata storia. Da anni con la sua musica svettava su tutto quello che c’è di altro in questo panorama italiano ormai sgangheratissimo fatto di tentativi e non certezze. Anche se di grandi artisti ne abbiamo veramente tanti. Ma ci sono anche troppe promesse da quattro soldi. Talenti inventati a tavolino e bruciati in un soffio. E questo succede da anni ormai.
Pino Daniele è stato un fiume di bellissima musica, che solo un popolo di ignoranti musicalmente come gli italiani , ha saputo criticare aspramente quando, abbandonato lo stile ‘Nero a metà’ è andato a ricercare nuovi stimoli nella musica internazionale facendola diventare la sua, ben consapevole che questo è il ruolo dell’artista: ricercare, capire prima di tutti per poter poi spiegare e unire.
Un artista che ha vissuto solo per la musica e che non ha fatto distinzioni, duettando con moltissimi, forse perché quando sei così grande non le fai.
La verità è che lui come pochi in Italia, di quelli che vedete in cima a tutto nelle radio, tv, giornali, social media, possono essere veramente chiamati Musicista, secondo me. Lui lo era. Non aveva bisogno di troppe cose. Gli bastava la chitarra. Non aveva bisogno di nessun abbellimento, né di ‘Piacere’ a pagamento. Perchè piaceva e basta. Non aveva bisogno del look, del gossip, di sbandierare la sua vita. Era ‘sacro’ e rispettato. Ora ce ne siamo accorti
La verità è che è morto Pino Daniele e per me è morto il Re. Mi sento triste e arrabbiata. Dicono che stava vivendo una nuova ispirazione, stava per scrivere di nuovo in napoletano, aveva tanti progetti. E mentre la maggior parte della musica che ascoltiamo oggi nelle radio è praticamente inutile come un frigorifero rotto a ferragosto, la sua Musica rimarrà per sempre.
E’ stata una fortuna quel giorno che l’ho incontrato a Webnotte e che mi ero portata il vinile stra-usato di Nero a Metà. Gli ho chiesto di scrivermi una dedica e lui carinamente lo ha fatto. Mi disse che il vinile di Nero a Metà, manco lui lo aveva. Non dimenticherò mai la sua voce che, sussurrata anche parlando, sembrava una melodia.
di C. Piraino