Foto di Lorenzo Corti vedi gli altri scatti della Conferenza
Luciano Vanni di JAZZIT dà vita alla rete dei FIZ “Festival Impatto Zero”. Fare musica a impatto zero, per una nuova politica culturale, seguendo una “logica economica di sostenibilità sociale, senza far riferimento al doping dei contributi pubblici”. Un primo esempio concreto nella “Giornata Internazionale del Jazz” UNESCO il 30 aprile a Roma alla quale hanno già aderito più di 80 jazzisti italiani e molti operatori del settore. L’incasso sarà devoluto in beneficenza.
ROMA 27.3.2014. Lo spettacolo può veramente rinunciare ai finanziamenti pubblici? Luciano Vanni direttore di una grande piattaforma editoriale e multimediale dedicata al jazz crede di si. E’ fermamente convinto che i milioni di euro spesi ogni anno dalle amministrazioni pubbliche non vengano realmente investiti per ‘coltivare’ l’arte, ovvero per fare ‘educazione civica alla cultura’ ma spesso rischiano di diventare uno strumento di propaganda elettorale. Effettivamente, le cifre a disposizione per la cultura, mostrate durante la conferenza stampa di ieri all’Auditorium Antonianum di Roma Protocollo “Fare musica a impatto zero. Per una nuova politica culturale”, sono da capogiro per le singole regioni. Eppure, escludendo rassegne importanti che tutti ricordano, non è facile fare un elenco di eventi che in teoria sono stati finanziati dai fondi pubblici, neanche per il gruppo di esperti in materia presenti all’incontro. La frammentazione eccessiva diventa deleteria e inutile, secondo Vanni, e i finanziamenti pubblici per lo spettacolo, che si dovrebbe autofinanziare attraverso la vendita dei biglietti, è di fare in modo che tali contributi finiscano nelle Case della Cultura, ovvero nella formazione di base dell’intero settore artistico, per dare una forte scossa e una giusta alternativa economica a un sistema incapace di agire e che sta danneggiando se stesso.
Ma la domanda che tutti si fanno è come affrontare senza fondi la produzione della live performance? JAZZIT per questo propone una formula innovativa per certi versi difficile da comprendere, perché i processi organizzativi a cui siamo abituati e assuefatti , vengono completamente stravolti con la nascita del “FIZ” la rete di “Festival a Impatto Zero” che dovrà fare fronte alla mancanza di interventi pubblici. Il FIZ si pone l’obiettivo di promuovere e valorizzare la musica suonata dal vivo, attraverso un protocollo etico e solidale tra musicisti, promoter, locali, service backline, operatori dell’accoglienza sul territorio, appassionati di jazz e lettori di JAZZIT. Le parole chiave di questo protocollo d’intesa sono la “sharing economy”, la direzione artistica “open source” ovvero generata direttamente dalla comunità, il “co-working” di più soggetti dell’industria musicale e della società civile, la sussidiarietà “peer-to-peer” degli operatori per l’interscambio di risorse disponibili, l’impatto zero ambientale per fare in modo che una rassegna non danneggi il territorio inclusa anche l’idea di mobilità alternativa e a basso consumo energetico. Infine promuove il concetto di “adozione artistica” e di “residenza artistica”. Vedremo come finirà, ma di certo Vanni i suoi primi tentativi ben riusciti li conta già, come la prima edizione del JAZZIT FEST – ITALIAN JAZZ EXPO di Collescipoli (TR) che arriva alla seconda edizione dal 27-29 giugno 2014, attualmente il principale meeting di settore in Italia e uno dei maggiori in Europa, che favorisce l’incontro di tutti soggetti del settore, dai musicisti ai tecnici, dai divulgatori ai promotori ai discografici.
Un’ulteriore prova generale del Concept, che Luciano Vanni, come lui stesso dice, sta contagiando tutti come un virus, la vedremo il 30 Aprile durante la “Giornata Internazionale del Jazz” che dal 2011 l’UNESCO promuove in tutto il mondo al fine di sottolineare il ruolo diplomatico del jazz come elemento che unisce popoli e culture. Sarà un mega concerto con il gotha del Jazz italiano, un cast di ‘volontari’ che sta crescendo di ora in ora, capitanato da Gegè Telesforo e che ha già superato gli 80 elementi. Il concerto si svolgerà nella struttura del Auditorium Antonianum che ospiterà, nel vero senso del termine e nello spirito della ‘sharing economy’, questa che si preannuncia come una delle più grandi maratone Jazzistiche degli ultimi anni. “Su Roma – ha detto Telesforo – non si muoveva nulla per la giornata del 30 aprile, mentre in altri paesi la mobilitazione è totale. Quindi, pur comprendendo il momento storico non tanto fortunato per il nostro paese e per la musica, abbiamo preso l’occasione del Jazz Day Unesco per rinnovare lo spirito di condivisione che il Jazz ci ha insegnato. Sarà una grande festa e sono sorpreso dal numero di grandi musicisti che gratuitamente si stanno mettendo a disposizione dell’evento. Metteremo insieme musicisti diversi tra loro per dare vita a qualcosa di eccezionale a dimostrazione della spontaneità tipica di questo genere musicale” Per celebrare questo appuntamento sarà scattata una fotografia collettiva in ricordo del celeberrimo scatto fotografico “A Great Day in Harlem” del 1958.
Alcuni dei Jazzisti della Maratona del Jazz del 30.4.2014
Aldo Bassi tromba
Alfonso Deidda sax alto, tenore, baritono e pianoforte
Amedeo Ariano batteria
Angelo Olivieri tromba
Arnaldo Santoro voce
Barbara Casini voce
Daniele Tittarelli sax alto
Danilo Rea pianoforte
Dario Deidda basso elettrico
Dario Germani contrabbasso
Dino Piana trombone
Domenico Sanna pianoforte
Enzo Pietropaoli contrabbasso
Ermanno Baron batteria
Fabio Mariani chitarra
Fabio Zeppetella chitarra
Fabrizio Bosso tromba
Francesco Bigoni sax tenore
Francesco Diodati chitarra
Francesco Lento tromba
Francesco Lo Cascio vibrafono
Francesco Ponticelli contrabbasso e basso elettrico
Gegè Munari batteria
Gegè Telesforo voce
Gianludovico Carmenati contrabbasso
Gianni Sanjust clarinetto
Giorgio Rosciglione contrabbasso
Giovanni Tommaso contrabbasso
Giuseppe Bassi contrabbasso
Greta Panettieri voc
Leonardo Corradi organo Hammond
Lorenzo Tucci batteria
Luca Fattorini contrabbasso
Marcello Allulli
Marco Silvi pianoforte
Marco Valeri batteria
Maria Pia De Vito voce
Mario Corvini trombone
Massimo Nunzi tromba
Matteo Bortone contrabbasso
Matteo Cidale batteria
Maurizio Giammarco sax tenore
Mauro Cimarra batteria
Mauro Gubbiotti pianoforte
Pasquale Innarella sax
Pino Sallusti contrabbasso
Rita Marcotulli pianoforte
Roberto Altamura batteria
Roberto Pistolesi batteria
Roberto Spadoni chitarra / arrangiamenti
Rosario Giuliani sax alto
Stefano Di Battista sax alto
Valeria Restaino