Ammettiamolo. Non tutti avevano una conoscenza completa della Lydian Sound Orchestra fino all’uscita dei risultato del Top Jazz 2016 che li nomina “Miglior Formazione dell’anno”. Mea culpa. Questo fatto, non da poco, ci ha spinto a conoscere più a fondo l’orchestra guidata da Riccardo Brazzale che sulla pagina facebook si autodefinisce “Jazz Moderno e musiche originali fondata nel 1989, ha sede presso l’Istituto Musicale Veneto ‘Città di Thiene'”.
Una formazione longeva che al suo attivo conta ben 16 produzioni discografiche, incluso l’ultimo lavoro “We Resist” che sarà registrato dal vivo questa sera al Auditorium Pdm, durante il concerto al Teatro Studio (€10.00 acquista) un omaggio allo storico disco di Max Roach ‘’We Insist: Freedom Now’’, album del 1960 e opera fondamentale per lo sviluppo del free jazz, che celebrava i cento anni del Proclama di Emancipazione, documento con il quale Lincoln nel 1863 iniziava il processo di abolizione della schiavitù negli allora Stati Conferderati, decretando la liberazione di tutti gli schiavi.
Tornando alla Lydian Sound Orchestra, i più informati sapranno già che in questa prestigiosa medium-band sono presenti alcuni straordinari musicisti, i componenti attuali dell’orchestra sono Robert Bonisolo, Pietro Tonolo, Mattia Cigalini, Rossano Emili (ance), Gianluca Carollo, J Kyle Gregory, Roberto Rossi, Glauco Benedetti (ottoni), Paolo Birro, Marc Abrams e Mauro Beggio (ritmica), sotto la direzione di Riccardo Brazzale. Una formazione che – cito dal loro sito – “si concentra principalmente sulla rielaborazione della tradizione jazz, secondo un approccio contemporaneo, e su una tecnica compositiva il cui scopo principale è di mettere in luce lo spirito live e il work in progress fra i musicisti”.
E’ in questo spirito dunque che vedremo nascere davanti ai nostri occhi proprio questa sera a Roma il nuovo disco della Lydian. Esperienza già in quanto tale di grande valore, se anche per voi ancora è un valore ‘esserci’ mentre si fa la storia della musica, come questo caso evidentemente ci suggerisce.
LE ORCHESTRE in questi ultimi anni ci stanno mostrando una grande voglia di resistere alle intemperie di un sistema Cultura che sembra non volere più temi impegnati o formazioni troppo numerose. E’ quasi automatico per me mettere in parallelo l’esperienza della Lydian con quella dell’Operaia di Massimo Nunzi. Due forme di resistenza attiva non così diverse tra di loro, dove fondamentale è l’elemento della rilettura del passato in chiave di moderno arrangiamento. Data per scontata la qualità musicale, proprio perché gli organici sono di livello altissimo, il valore di orchestre come queste va ricercato anche nel messaggio che loro mettono al centro dell’opera e che hanno recuperato dal tempo in cui la musica era il mezzo di comunicazione. Sono un ponte fondamentale tra quel passato e questo presente e la connotazione che hanno assunto di un ‘Laboratorio’ aperto offre la possibilità di un brain storming continuo alla ricerca dei valori che hanno reso grande questa musica.
di C. Piraino