Intervista a Jacopo Ratini di Carlo Cammarella
Uno spettacolo che da anni rende omaggio al grande Charles Bukowsky e allo stesso tempo un reading tra teatro e canzone che rende omaggio ai grandi della canzone italiana. Questo è il Salotto Bukoswsky, progetto ideato dal cantautore Jacopo Ratini che andrà in scena il 20 marzo presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, un evento presentato da Arte2o e Atmosferica Dischi & Eventi, in collaborazione con Musica per Roma. BIGLIETTI
Jacopo Ratini in persona ci ha raccontato la storia di questa idea nata nel 2012 e da tempo presente nello scenario culturale capitolino.
Jacopo, Salotto Bukowski è un reading che vediamo da tempo attivo nel panorama musicale romano. Ci vuoi raccontare come nasce questo progetto?
Il Salotto Bukowski nasce, essenzialmente, per due motivi. Il primo è quello di rendere omaggio e di far riscoprire al pubblico la poetica di Charles Bukowski e di metterla in correlazione, per via tematica, con quella dei grandi cantautori che hanno reso grande la storia della musica d’autore italiana. Due mondi, la poesia e la musica, che mi appartengono in modo sostanziale e viscerale. Il secondo motivo è ridare lustro all’arte del “Reading”, la lettura ad alta voce di componimenti poetico/letterari di fronte ad una platea.
Ci vuoi spiegare, invece, come si svolgerà lo spettacolo all’Auditorium e soprattutto se ci saranno delle novità rispetto alle precedenti esibizioni…
Ad ogni poesia di Bukowski sarà legata, per via tematica, una canzone d’autore italiana. Mi spiego meglio. Se in una lettura si parla di Critica Sociale, verrà cantata “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano; se si legge di sesso, partirà “Disperato erotico stomp” di Lucio Dalla; se si racconta di una sbronza, si canterà “Io m’embriaco” di Franco Califano. E così via per una ventina di poesie e canzoni legate “sapientemente” tra loro. Per quanto riguarda le novità, in primis ci sarà l’inserimento dell’attrice Ylenia Oliviero che darà voce all’anima femminile di Bukowski ed interagirà, in più momenti, con me sul palco. In secondo luogo, l’introduzione di nuove poesie e nuove canzoni che daranno maggiore sostanza, fluidità e compiutezza allo spettacolo.
Bukowski è senza dubbio una delle penne più interessanti della letteratura americana: come è nato il tuo interesse verso questa figura e cosa ti ha colpito della sua scrittura?
L’interesse per Bukowski è nato per caso, diversi anni fa, tra gli scaffali di una libreria dove presi un suo libro intitolato “Il Grande”. Mi innamorai fin da subito del suo modo di raccontare la vita. Le poesie che porto in scena nello spettacolo sono quelle meno note ai lettori bukowskiani. Quelle che rendono “Chinaski” il poeta intenso, graffiante, lacerato e profondamente lucido che amo e stimo infinitamente. Perché Charles Bukowski non è solo alcol, sesso, puttane e cavalli, come molti credono. Pensare a lui come ad un rozzo misantropo e maschilista è una visione troppo riduttiva ed approssimativa. Dietro al Salotto Bukowski ci sono uno studio ed una ricerca durati anni. Per questo sorrido quando vedo i social network inflazionati da sue citazioni troppo spesso inesatte.
Parlando di Bukowski in generale cosa ha di attuale secondo te questo scrittore?
La spontaneità, la crudezza, la capacità di sintesi, la drammaticità e l’originalità delle tematiche. Bukowski ha scritto su un’enorme varietà di temi, grazie alla sua attenta e perspicace capacità di osservazione ed alla sua fervida immaginazione.