Senza girarci intorno, perchè mi piace parlare in modo diretto. Sono in troppi ormai a suonare, a fare concerti, a formare gruppi, a incidere dischi e persino, di conseguenza, a ottenere una certa fama. Il mondo della musica ormai è un formicaio di gente che si affanna a suonare note, per lo più già scritte, quando in fondo non sarebbe necessario. Questo forse per sfuggire a una realtà, che il più delle volte invece gli stà lì davanti a indicare tutta un’altra strada da percorrere. Ma nessuno, tanto meno io, potrà porre rimedio a questo nuovo fenomeno. Da paese di cantanti, ora l’Italia è un paese di musicisti. All’incirca, perchè di fatto e statisticamente, come avveniva in passato, anche oggi il talento continua ad essere un dono che arriva dall’alto, a volte dal profondo – tuttavia ancora e per fortuna assegnato in modo randomico e con il contagoccie.
Se chi fa musica con superficialità o senza vere e proprie doti non puo’ essere fermato, il consiglio rivolto a chi la musica la ascolta e basta è di fare un passo indietro. Al pubblico in pratica, che trascinato in questa orgia festosa di vacua creatività, ormai si sente ‘colto’ e ‘capace’ di valutare il livello della musica. Ma non lo dico per criticare, lo dico come monito. Perchè la musica è sì intrattenimento, ma è arte e come tutte le forme d’arte è il modo con cui la storia contemporanea tramanderà se stessa al futuro. Sarà un domani il modo per comprendere l’oggi. Attenti a chi mandimo avanti. Attenzione a giudicare un artista come Artista. Curare il livello del nostro ascolto è importante come la selezione di ciò che mangiamo, perchè come il corpo anche l’anima ha bisogno di sostanze salutari.