‘MORBID’ COME MORBOSO, ‘DIALOGUES’ COME LIBERTÀ

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Deledda pensa

Cosa sta pensando Alessandro Deledda? Me lo sono immaginato, conoscendolo  ed estrapolando da un suo scritto qualche idea. Deledda è un uomo  colto, intelligente. E’ anche un grande creativo, grande soprattutto perché non si pone limiti. Arriva fino a dove riesce e semmai un po’ più in là.

Venerdì 8 Aprile al Charity Cafè #Deledda Urban Trio, Alessandro Deledda piano, Lucrezio De Seta (batteria) e Simone Alessandrini (sax) alla ricerca di un sound newyorkese con le contaminazioni di una moderna Berlino.

Morbid come ‘morboso’ e non morbido, come molti potrebbero pensare. Ho scelto questo titolo che per me ben esemplifica l’essenza del progetto e la mia esigenza di cogliere l’attimo creativo, una particolare sensazione che molti compositori, ma anche creativi di ogni sorta o artisti, devono aver provato almeno una volta. Quella spinta – che è anche necessità – di abbandonarsi all’improvvisazione totale con un unico obiettivo di una ricerca espressiva che sia completamente liberata.

Una forma totalmente scevra da strutture precostituite. Il disco, Morbid Dialogues,  così appare pieno di energia e, se c’è sperimentazione, essa non è mai fine a se stessa, ma diventa il mezzo attraverso il quale esprimo il mio stato d’animo ed i miei sentimenti. La cosa che più è vicina alla mia verità è l’espressione ‘il trasporto’ che usano per intendere il coinvolgimento. Io sono trasportato da quella spinta che mi porta fin dove riesco ad arrivare.

“Morbid Dialogues” raccoglie 10 tracce che ho voluto definire una volta per tutte dialoghi musicali liberi, in cui la tessitura melodica esprime con delicatezza ma anche con forza e talvolta con ossessività morbosa la voglia della di “dialogare” fra strumenti e fra musicisti che si cercano per condividere le proprie idee e le proprie storie. 

MAGGIORI INFORMAZIONI

sul disco Morbid Dialogues
sull’evento al Charity 

di C. Piraino

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