“COSE” la rassegna che non si ‘rassegna’

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Mike Reed PP&T bus
in concerto il 9/12
photo by Giovanni Piesco

Sulla scia del movimento di questi giorni, che mette Roma in prima linea contro i tagli alla cultura e al mondo dello spettacolo, mi sembra giusto riportare per intero una nota che ricevo dall’organizzazione di Cose, una rassegna autofinanziata che prenderà il via il 4 Novembre prossimo proprio nella capitale e che porterà sul palco della Scuola Popolare di Musica di Testaccio alcune performance di grande valore artistico, che per lo spirito d’avanguardia e di sperimentazione che le contraddistingue, oggi spesso si trovano relegate in nicchie buie e polverose mentre le luci della ribalta sono puntate su contesti più orientati alla vendita che all’arte stessa. La rassegna Cose seppur non ascoltata, non finanziata, non supportata da chi avrebbe il dovere di farlo, continua per la sua strada in totale contrasto con le regole di un mercato che non favorisce chi fa ricerca, avanguardia e innovazione in campo artistico, con il conseguente deterioramento del livello socio-culturale degli utenti finali. Ovvero tutti noi.

IL COMUNICATO

C’è una notizia da dare:
Seppur colpita dall’indifferenza delle istituzioni la rassegna “COSE” è arrivata alla quarta edizione.
Consideriamo una notizia del genere talmente importante da generare in noi la fiducia che immediatamente: molti operatori culturali, numerosi giornalisti, frotte di rappresentati istituzionali e magari anche qualche assessore alla cultura meno distratto, volgeranno ora lo sguardo verso questa rassegna chiedendosi: cosa succede, di giovedì, all’ex mattatoio?
Del resto questa è una rassegna che vuole far alzare lo sguardo e far aprire altri occhi, acuire quei sensi che rischiano l’appiattimento incombente, dettato dallo sterile orizzonte culturale di questa città, e non solo. Roma non ha fondi per la cultura, Roma non ha strutture pubbliche per la cultura, Roma non ha respiro e si chiude in se stessa soffocando le capacità critiche ed innovative dei suoi cittadini. Così come è stata soffocata una delle esperienze culturali indipendenti più significative di questa città, il Rialtosantambrogio. Però a Roma c’è “COSE” o c’è anche “COSE”: un’iniziativa che da quattro edizioni mette in contatto il suo pubblico con il mondo delle espressioni artistiche più disparate: il jazz, l’improvvisazione, l’avanguardia, l’elettronica, la musica contemporanea, il teatro, l’arte visuale, la danza, la sperimentazione e l’interconnessione tra i vari linguaggi dell’arte. Un incontro vivo, fatto di emozioni ed anche di stimolo a ricercare sempre nuove proposte.
Ma chi fa COSE? Oggi 4 strutture indipendenti, attive da anni nella città che, nonostante la chiusura di uno di questi spazi (il Rialtosantambrogio) e la mancanza di qualsiasi forma di finanziamento, decidono di stipulare un mutuo bancario per autofinanziare la rassegna, che viene ospitata, per la seconda volta, negli spazi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
COSE non è semplice intrattenimento, è un progetto culturale che contrasta con le leggi di un mercato che esclude le proposte che non siano già preordinate ed inscatolate, instaurando la pericolosa deriva di un pubblico che dimentica l’emozione e la meraviglia per appiattirsi sul già visto, sul conosciuto e sul riconoscibile.
La sicurezza nel mondo della cultura non esiste, l’arte deve spiazzare e rilanciare continuamente nuovi orizzonti e nuove combinazioni emotive. La rassegna “COSE” riesce a fare tutto questo, con artisti italiani ed internazionali, autofinanziandosi e mantenendo il costo del biglietto a dieci euro.
Si resiste con la convinzione di rappresentare un’esperienza importante, ma nello stesso tempo si rivendica il fatto che rassegne come questa devono essere sostenute dalle istituzioni, interrogate dai giornalisti, appoggiate dagli operatori del settore. Non siamo reduci giapponesi, non rimaniamo fermi ad immaginarci un nemico, siamo un gruppo di realtà territoriali che agisce con quotidiana determinazione nella propria realtà, che vuole ribadire la propria voglia di fare rete con questa rassegna, che è pronta a rilanciare in avanti sempre nuovi stimoli, idee e proposte. “COSE” deve essere un’ occasione per tutti, singole realtà e singoli cittadini, per recuperare il significato di progetto culturale, termine volutamente dimenticato da chi gestisce i fondi per la cultura di questa città.
Roma, Ottobre 2010

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