Parliamoci chiaro. E’ un momento difficile per prendere decisioni. E’ un momento difficilissimo se dobbiamo parlare di musica (e di relativo divertimento) mentre quasi 300 persone hanno perso la vita ed una intera area del centro Italia è stata spazzata via. Quindi, sulle critiche che stanno arrivando in queste ore per il possibile spostamento alla Casa del Jazz dell’evento “Jazz Italiano Per L’Aquila” annullato proprio poche ore fa (maggiori info QUI) ho qualche riserva. Perchè obbiettivamente questa macchina organizzativa è molto grande. Comprende centinaia di artisti che a pochi giorni dall’evento vanno letteralmente riorganizzati. Quindi dal lato degli organizzatori, questa faccenda è molto complicata. Tutto sommato se l’evento va fatto, la Casa del Jazz è il luogo ideale e giusto per questo tipo di evento.
Detto ciò, va anche detto che gli Aquilani ci sono rimasti malissimo. Sentono di essere stati catapultati all’indietro a 7 anni fa. Al silenzio e all’alienazione di quelle ore. Senza considerare che in questi ultimi 4 giorni, dalla notte del 23 agosto, sono psicologicamente a terra. Stanno continuando a subire come una tortura lo sciame sismico, che a detta degli stessi Aquilani è una specie di stillicidio senza fine. Hanno bisogno di essere confortati e ancora di non essere lasciati soli, a maggior ragione in questo momento nella loro meravigliosa città fantasma.
Ho parlato ieri con un amico che all’Aquila ci vive ancora con tutta la famiglia. “Dopo il 23 Agosto sono andati tutti via. Abbiamo fatto un giro in centro e tutto sembra essere tornato a sette anni fa. La città è vuota e non c’è segno di vita. Con l’evento del Jazz avevamo riacceso la speranza e creduto che L’Aquila potesse tornare a vivere di nuovo. Ora non c’è più e forse non sarà un evento dedicato a noi – all’Aquila. E’ un vero peccato”
dall’evento del 2015 all’Aquila
di C.Piraino
non c’è un terremoto che valga più di un altro, non c’è una morte più importante di un’altra