OPENING A VILLA CELIMONTANA 2010

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La sensazione che un altro anno sia passato mi avvolge appena varcato il cancello, nel viale di ingresso alla misteriosa e bella Villa Celimontana. Siamo di nuovo qui, alla diciassettesima edizione del festival del Jazz possiamo dire, senza offendere nessuno, più importante di Roma. L’atmosfera è quella di sempre e il venticello fresco sulle spalle aiuta proprio a buttare via l’ultimo pensiero spiacevole del giorno e invita a lasciarsi cullare ai suoi movimenti.

A parte qualche variazioni nella zona della ristorazione, l’aspetto del festival non ha subito cambiamenti rispetto allo scorso anno. Il palco è sovrastato da una struttura a mezza cupola con copertura trasparente, che offre la suggestione di uno spazio sconfinato dove la musica rappresenta il mezzo per compiere un viaggio pieno di scoperte. Il calendario dei concerti rispecchia questa idea, con artisti provenienti origini e culture diverse, offrendo così una panoramica piuttosto completa di quello che è oggi lo scenario del jazz. -> PROGRAMMA

L’opening del XVII Villa Celimontana Jazz Festival è stata affidata a tre grandi musicisti che lo stesso Giampiero Rubei ha presentato come l’eccellenza del jazz italiano. Un trio meraviglioso e magnetico, composto da artisti che negli anni hanno saputo affinare le proprie capacità, già doni di natura, arrivando a quella che noi umani potremmo paragonare alla perfezione. TAVOLAZZI TRIO,  a nome del contrabbassista Ares Tavolazzi accompagnato da Danilo Rea al piano e Ellade Bandini alla batteria.

Le mani di Rea scorrono sulla tastiera in modo sublime, sempre elegante e attraverso lo strumento il pianista riesce a trasmettere grande pathos, tanto da suscitare in me il pensiero che il piano sia stato inventato proprio per lui. Rea non smette di incantare mai. Ne frattempo Tavolazzi al contrabbasso non si limita a toccare le corde, ma le fa vibrare quasi a renderle melodicamente indipendenti e capaci di creare un proprio percorso, realizzando lo spostamento della ritmica a carico del pianoforte. Un’inversione di ruoli non solo ben riuscita, ma tremendamente interessante e segno di altissime capacità tecniche. E mentre le mani di Danilo Rea continuano a scivolare fluidamente verso la dolcissima fine di un brano, la batteria ricorda a tutti di non essere uno strumento di puro supporto, Ellade Bandini mette in evidenza una notevole sensibilità unita ad una forza che spesso domina la scena.

I brani sono dei più vari, dalla tradizione della canzone d’autore italiana, come ‘Un giorno dopo l’altro’ di Tenco o citazioni da ‘La canzone di Marinella’ di De Andrè, fino al pop più romantico di Elton John. Il repertorio, senza un vero e proprio filo conduttore che possa legare tutti i brani, diventa solo il pretesto per suonare e inauguare magnificamente, come è giusto che sia, una nuova stagione di Villa Celimontana.

DA NON PERDERE

oggi 5/07 a Villa Celimontana concerto di Antonella Vitale -> POST

 

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