Dopo qualche anno dall’ultimo disco, la jazz vocalist Antonella Vitale pubblica un nuovo ‘viaggio’, il settimo per l’esattezza, alla ricerca delle emozioni e dei ricordi. Songs in My Heart edito dalla AlboreJazz, non è solo un disco. E’ una dichiarazione d’amore alla musica e al tempo che passa e lascia nell’anima indelebili gocce di gioa. Così sono le canzoni che Antonella ha voluto inserire in questo album.
Affascinante, come un viaggio senza meta, durante il quale con grande intensità la cantante romana ‘gioca’ affrontando differenti epoche e stili. Apparentemente randomico nella scelta dei brani, solo ascoltandolo si scoprono i segnali di un filo conduttore che infine si rivela del tutto. Sono le sue canzoni del cuore, i suoi brani preferiti, che ora con questo lavoro, fatto ad arte e suonato magistralmente, Antonella Vitale è pronta a condivide con tutti noi. Lo trovate già in vendita qui
Lo ha presentato il 2 ottobre scorso all’Alexanderplatz Jazz Club, lo storico club romano in Via Ostia 9, con Andrea Beneventano, Francesco Puglisi e Alessandro Marzi. E anche io c’ero ad ascoltare il progetto. Registrato nello studio Arcipelago di Roma, in Songs in My Heart, troviamo da Cole Porter a Billy Strayhorn da Ray Noble a Miles Davis. E a sorpresa troviamo un brano, fino ad oggi inedito, scritto dalla stessa Antonella Vitale con la collaborazione di Claudia Marss, Si intitola Eu e o vento, omaggio al suo tanto amato Brasile. Da sottolineare lo special guest voluto proprio dall’autrice in questo disco, Antonello Salis.
INTERVISTA
Come nasce l’idea di Songs In My Heart?
Più che un’idea, è stato il desiderio di fermare quelle songs che già da tempo erano in repertorio nei miei concerti. Abbiamo selezionato alcuni brani che ritenevamo più definiti, che avessero oltretutto potuto creare all’interno di un CD, un sound omogeneo e fluido all’ascolto.
La scelta dei brani. Salto tra epoche stili e artisti? Come sei arrivata a questa track list?
Sono una cantante che segue il proprio istinto nel modo più assoluto. A volte mi innamoro di idee gettate lì per caso e poi è difficile che riesca a tornare indietro. Mi piace l’aspetto “creativo” del Jazz, e come tutti i musicisti del settore anche io, per deformazione, ed in nome di uno stile che il cui linguaggio è “universale”, amo oltrepassare la stesura originale di un tema melodico, per creare un dialogo tra voce e tessuto armonico, il tutto però senza mai snaturare il brano con inutili eccessi virtuosistici.
Per esempio nel Cd abbiamo inserito Take the A train una composizione di Billy Strayhorn, dall’andamento sostenuto (da sempre la versione di Ellington è quella di riferimento) alla quale io insieme ad Andrea Beneventano, pianista ed arrangiatore, abbiamo voluto conferire una veste più relaxing, nettamente contrapposta al ritmo sincopato di un espresso della Linea A della metropolitana newyorkese, nelle ore di massima alla fine degli trenta. Ho fischiettato delle note introduttive, doppiando il canto all’unisono, per poi lasciare ad Antonello Salis il piacere di aprire il tema. Mi è piaciuta ed abbiamo tenuto la take….. “buona la prima”.
Il progetto musicale è di incredibile bellezza. Arrangiamenti, esecuzione, suoni.. ci trasportano di colpo in una specie di ‘paradiso’ della musica. Quanto lavoro c’è dietro ad un’opera così importante?
Il lavoro è stato certamente impegnativo, come sempre del resto, ma diradato nel tempo. Insieme ad Andrea Beneventano, con il quale ho un imprescindibile legame artistico, abbiamo lavorato in tandem. Solitamente Io do lo spunto per un andamento ritmico, una linea di basso, o illustrando il tipo di sonorità che ritengo più appropriata, accennando magari al pianoforte l’intenzione che vorrei venisse fuori per quel brano specifico, e lui da grande musicista che è riesce magistralmente ad assecondare le mie idee coniugandole perfettamente alle sue esplorazioni armoniche. E’ un “Fuoriclasse”! Ci divertiamo, questo si, anche se è sempre molto difficile trovare spazi di tempo libero da dedicare alla realizzazione di un muovo progetto. Ad oggi, comunque abbiamo messo su un vasto repertorio, registrando insieme tre dei miei lavori discografici, e tra questi un tributo a Burt Bacharch, rivisitazione originalissima dei suoi più grandi successi, uscito nel 2008 per la etichetta Velut Luna.
Raccontami di più dei tuoi compagni in questa avventura?
Il trio stabile con il quale collaboro dagli esordi della mia attività artistica, è il mio pilastro portante, Con loro so già che resa avranno i brani, avverto un forte sostegno ritmico ed armonico, saldo e sul quale posso liberamente esprimermi e sperimentare. Andrea Beneventano è un jazzista eccezionale, oltre che un poetico compositore, arrangiatore, e mio maestro di pianoforte per diverso tempo. Francesco Puglisi è uno dei più talentuosi contrabbassisti italiani, siamo in grande sintonia, nel modo più assoluto ritengo sia un musicista straordinario.. Alessandro Marzi è una fucina di idee, mi affido molto ai suoi consigli, il suo parere su qualsiasi dubbio o perplessità rigurado la resa di un brano è preziosa. Come batterista è geniale…..ma mangia tantissimo. Ha metabolismo “Fast”!!
L’atmosfera in studio (Arcipelago studio in Roma) in fase di registrazione è stata piacevole, direi magica. Stefano Isola, fonico molto attento ed ineccepibile con il quale lavoro da sempre, e mio compagno di vita, riesce a dare ad ogni mio lavoro, il colore perfetto, oltretutto fa parte di quella categoria di “puristi del suono” molto esigenti, ma sempre disponibili nei confronti di noi musicisti. Si è trovato in sintonia con Satoshi Toyoda, produttore discografico della etichetta Giappone “Albore Jazz” con il quale aveva già collaborato in passato. Satoshi è persona molto seria, precisa , ed è stato un incontro, seppur via Web (il Giappone non è poi così vicino a Roma) molto positivo, e sono felice ed onorata che lui abbia subito subito creduto in questo progetto includendo il mio nome nel suo catalogo, che vanta i più grandi nomi del jazz italiano ed internazionale.
Infine, forse la domanda è banale, ma la presenza di Salis è sempre un po’ ‘magica’. Come è stato collaborare con lui ?
Antonello Salis è un artista puro. Assolutamente istintivo, gentile e cordiale sembrava che ci conoscessimo da sempre, che il quintetto fosse gà rodato, invece si può dire di averlo incontrato in studio per la prima volta. Abbiamo lavorato tantissimo, un intera giornata e nonostante il full immersion totale, mai un incomprensione…solo tanta e tanta musica intervallata da una pausa, uno spuntino, un po’ di relax, per poi tornare, occhiali alla mano, cuffie in testa alle rispettive postazioni di registrazione. E’ un creativo un passionale….fantastico!
MAGGIORI INFO
Antonella Vitale – voce
Andrea Beneventano – pianoforte
Francesco Puglisi – contrabbasso
Alessandro Marzi: batteria
Featuring Antonello Salis – fisarmonica & Giancarlo Maurino – sax soprano
SONGS IN MY HEART ANTONELLA VITALE – TRACKLIST
1. Cherokee(Ray Noble)
2. When Your Lovers Has Gone (Einar Aaron Swan)
3. Blu in Green (Miles Davis)
4. Eu E O Vento (Claudia Marss- Antonella Vitale)
5. Canoeiro (Dorival Caymmi)
6. Take the “A” Train (Billy Strayhorn)
7. Arrivederci (Giorgio Calabrese – Umberto Bindi)
8. The Shadow of Your Smile(Paul Francis Webster-Johnny Mandel)
9. But Beautiful( Johnny Burke-Jimmy Van Heusen)
10. Preludio (Antonella Vitale- Antonello Salis)
11. What Is This Thing Called Love ( Cole Porter)
12. With a Song in My Heart ( Lorenz Hart- Richard Rodgers)
13. You Go to My Head( Haven Gillespie- J. Fred Coots
14. Moon River (Johnny Mercer- Henry Mancini)
di C. Piraino