Il 26 novembre scorso la Casa del Jazz ha ospitato un evento ideato da Fabrizia Ferrazzoli con il supporto della CdJ. Una serata-maratona dedicata al Jazz per dimostrare che questo genere musicale rappresenta una realtà importante che dà lavoro a tante persone tra i quali in primo luogo i musicisti ma oltre a loro nel backstage esiste una grande macchina organizzativa, alla quale partecipano in molti – dagli organizzatori ai locali, dagli uffici stampa ai blogger come me, che per passione o per ‘pazzia’ vogliono a tutti costi far parte del Jazz. Oggi partecipare è difficile perchè si combatte per ottenere anche solo un minimo di attenzione e spesso si viene sottopagati rispetto alla grandezza della musica. Senza considerare che chi offre il jazz difficilmente ottiene sovvenzioni e finanziamenti pubblici, cosa che in altri paesi come la Francia invece avviene regolarmente anche verso i Club.
Tuttavia, non esiste musicista che possa competere con i virtuosi del jazz e non esiste partitura più elaborata eppure così vicina all’animo umano di quanto il jazz sia in grado di fare. Questo è un dato di fatto. Ma non tutti la pensano così e spesso vince la logica del botteghino, giusta e sacrosanta, a discapito però della sperimentazione e quindi dell’evoluzione stessa della musica.
Ma che succede pero’? All’indomani di un evento così importante che ha visto una maratona di grandissimi nomi sfilare sul palco di quello che in Italia, senza ombra di dubbio, rappresenta il centro più importante della cultura jazzistica? Succede che tutto tace, nessuno ne parla, non trovo una foto della serata sul web nè tantomeno una recensione, un racconto. Provo a cercare ancora… nulla. Forse foto ci sarebbero state se io fossi andata e mea culpa non ho potuto esserci perchè da mamma qualcosa mi deve sempre capitare sul più bello. Mi scuso quindi pubblicamente con Fabrizia, ma insisto che vorrei saperne di più. Sarebbe bello vedere tutti quelli che hanno promosso l’evento o che vi hanno partecipato, raccontarne i dettagli affinchè traccia di questa serata possa rimanere sul web per sempre.
E così per dare il via sperando poi di essere seguita da altri amici e colleghi blogger, ho cominciato a chiedere in giro. Antonella Vitale, jazz vocalist e compositrice, mi ha raccontato le sue impressioni. Sarebbe bello se anche altri musicisti mi scrivessero, raccontandoci la loro maratona alla Casa del Jazz. Last but not least, brava Fabrizia, bravissima!
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MI SCRIVE ANTONELLA VITALE
… alla quale ho chiesto come è andata la Maratona [nella foto qui sopra]
Per chi non avesse avuto occasione di essere lì quella sera……….Sono entrata nell’atrio…..ed ho subito avuto la sensazione di un clima caldo accogliente, un saluto affettuoso a Giampiero Rubei, sorridente e di buon umore, poi un cenno con la mano a qualche gruppetto di musicisti intenti a parlare tra loro. Dopo qualche convenevole e caloroso abbraccio a chi non vedevo da tempo, entro nella platea e mi accomodo per ascoltare qualcosa a me così familiare ma allo stesso tempo sempre così diverso.
Un affresco infinito di note a tinte aspre e calde tipiche del jazz, che i musicisti, anzi quei musicisti hanno saputo esaltare ancora di più con le loro magistrali esecuzioni. Parlo di Riccardo Biseo, insieme a Max Ionata, Paolo Recchia, Nicola Angelucci, Francesco Puglisi, Stefano Sabatini, e poi a seguire tanti altri , nuove generazioni affiancate ad icone del jazz italiano ed internazionale, Danilo Rea, Roberto Gatto, Rosario Giuliani, Enzo Pietropaoli, e tanti altri, ma in un unico grande concerto. tradizione e modernità … che bellezza!
Entra nel Palco Silvia Manco, deliziosa nel suo abito a tubino nero, elegante e soprattutto brava! E dopo ancora Domenico Sanna con Luca Fattorini e Enrico Morello un Trio freschissimo e moderno, “asimmetrico” “antigravità” (forse ho coniato dei termini non troppo appropriati, ma questo è quanto io ho avvertito).
Tutti eravamo li, compresa la presente, ad ascoltare, chiacchierare, un andirivieni di pubblico in sala e fuori, musicisti ovunque, poi qualcuno si organizzava in via del tutto estemporanea a metter su un trio un duo od un quartetto, Susanna Stivali si è lanciata con tutta disinvoltura insieme al batterista Alessandro Paternesi in un duo completamente improvvisato “Scat and Drum” molto energico e carismatico.
Tra un ascolto, una chiacchera, una battuta ed il piacere di esserci ho trovato chi mi accompagnava sul palco e così con immenso piacere ho dato il mio contributo a questo “evento speciale” insieme ad Andrea Beneventano, Pietro Iodice, e Marco Loddo! Voglia di cantare, divertimento, applausi ed in chiusura Maria Pia de Vito, “splendida performance” come sempre! Di lei non potrei dire nulla di più che già non sia stato detto! Tanto tantissimo jazz a quattro zzzz! Un caffè al Bar, un armonia perfetta! Tutto in unico concerto Alla casa del jazz.
Anche se non tutti i musicisti erano presenti, (tanti tantissimi altri ce ne sono) e qualche nome non è stato da me citato, (avrei dovuto scrivere pagine e pagine) sono veramente orgogliosa di appartenere a questa grande nicchia di musicisti esemplari, fantastici , e soprattutto italiani, e dico grazie a chi questo lo ha capito e lo ha sempre sostenuto e difeso. Grazie a Giampiero Rubei e Fabrizia Ferrazzoli.