DALL’ALTRA PARTE DELLA LUNA, CONTORNI E SFUMATURE DI LUCIO

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Un disco da avere. Un omaggio alle canzoni di Lucio Dalla, curato, ricco di sentimenti di ammirazione e rispetto, un’opera ‘da musicista a musicista’. Suonato e cantato sulle corde dell’istinto dagli autori Silvia Barba e Pippo Matino, a sottolineare che questi brani fanno parte di noi. In una ridottissima formazione, il duo racconta in modo didascalico il genio bolognese; ed è proprio ‘per aver tolto’ che questo disco riesce ad aggiungere – se pensate a quanto sia difficile aggiungere, anche solo una virgola, a Dalla – sottolineando i contorni e le strutture delle opere straordinarie del cantautore. Questo è stato possibile grazie alla scelta stilistica di Silvia che canta con la chiara intenzione di raccontare, senza imitare, senza neppure mettere in conto di farlo, accompagnata dalle poche intense note, la linea di basso che ci tocca profondamente, di Pippo Matino che allo stesso tempo la fa da protagonista e da spalla, con il supporto dell’elettronica, che nel progetto è il terzo elemento protagonista.

Come vedere la musica di Dalla in controluce. Così, avvolta da fasci luminosi, si lascia ammirare nei suoi forti contorni. 

PH. Giovanni Canitano Continua a leggere

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ANTIDOTE: ROTEM SIVAN *NEW ALBUM | RECENSIONE

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PREORDER da #iTunes il nuovo disco di Rotem Sivan #Antidote in arrivo l’11 Luglio.

Recensione di Cristiana Piraino

Un disco che racconta un pezzo di vita di uno dei più interessanti chitarristi emergenti nella scena jazz internazionale. Rotem Sivan, israeliano di stanza a New York, mostra di essere in equilibrio tra passato, presente e futuro. Chitarrista dalla tecnica sopraffina, sperimentatore e ricercatore di suoni, sembra avere in testa le immagini di chitarristi iconici e nelle orecchie i loro suoni; da profondo conoscitore del linguaggio jazzistico, riesce a miscelare i due universi paralleli, creando una piacevole e giusta armonia. E se nell’ultimo lavoro del 2015 “A New Dance” avevamo assistito ad una esposizione precisa ma forse troppo accademica, di una magnifica tecnica ma senza troppi rischi, con “Antidote” c’è una notevole evoluzione del musicista e della persona. Perché in ballo ci sono i sentimenti del giovane uomo che usa la musica come antidoto per curare le ferite di un cuore spezzato.

Qui trovate il Pre Order

E’ il racconto, precisamente cronologico, del mal d’amore. Dalla disperazione, alla solitudine, fino alla rabbia, per poi arrivare con piccoli passi a vedere di nuovo una luce, in fondo a quel tunnel, che prima o poi quasi tutti abbiamo attraversato. Passando per la rassegnazione pacata, arriva alla fase dell’oblio, che permette di riordinare con serenità il passato e di iniziare una nuova vita. Ci ricorda che siamo capaci di ricominciare e dell’importanza di vivere anche la sofferenza per rinascere. Una piccola grande lezione di vita. Vi segnalo nel disco, un’attualissima versione di ‘Over The Rainbow’ con il featuring di Gracie Terzian, voce, ukulele e songwriter di grande pregio. Per me è un disco da avere. 

Impressioni da oltreoceano

Chris Spector, Midwest Record
Even international guitar masters get to experience heartbreak every so often like the rest of us. A suite written in reaction to his long time girl friend dumping him, this isn’t a satchel of bleeding heart, down tempo grooves, it often sounds more like a celebration. Right in the classic George Benson kind of pocket, straight up jazz guitar fans handily have a new taste treat to savor here. Well done

Anthony Deanharris Nextbop.com
Rotem Sivan is one of my favorite guitar players. He’s a nimble player and an engaging composer, and his trio including bassist haggai Cohen Milo and drummer Colin Stranahan are gelling magnificently. The featured songs with vocalist/ukulele player Gracie Terzian are sweet little treats that pop up here and there, giving a different sort of flavor. So it’s with a good deal of enthusiasm that we’re looking forward to his news album, Antidote, out July 11th on Aima Records. I will undoubtedly have more to say about this very impressive addition to Sivan’s body of work as Antidote’s release date approaches but in the meantime, check out the preview video after the jump.

Di C.Piraino

TOLFARTE, A MISURA D’UOMO, CON I KuTso

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Di concerti ne vedo tanti, raramente vedo gente ridere così! Il paese è sceso in piazza ieri per celebrare la XI edizione di TolfArte che quest’anno dopo l’inizio bomba con i KuTso ospiterà anche Dario Vergassola, il 9  e Luigi Grechi De Gregori, oggi sabato 8 Agosto.

Tra giocolieri, trampoli e romantici oggetti artigianali segno distintivo di questa porzione di Lazio, il KuTso ieri hanno inaugurato quella che l’Assessore alla Cultura del Comune di Tolfa, Cristiano Dionisi, tra gli ideatori di TolfArte, ha definito l’ouverture della festa vera e propria, ignorando però la potenza di un live che difficilmente è superabile, se in testa abbiamo  in concetto di apice.

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MA COME E’ ANDATA ALLA CASA DEL JAZZ il 26 Novembre 2012 ?

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Il 26 novembre scorso la Casa del Jazz ha ospitato un evento ideato da Fabrizia Ferrazzoli con il supporto della CdJ. Una serata-maratona dedicata al Jazz per dimostrare che questo genere musicale rappresenta una realtà importante che dà lavoro a tante persone tra i quali in primo luogo i musicisti ma oltre a loro nel backstage esiste una grande macchina organizzativa, alla quale partecipano in molti – dagli organizzatori ai locali, dagli uffici stampa ai blogger come me, che per passione o per ‘pazzia’ vogliono a tutti costi far parte del Jazz. Oggi partecipare è difficile perchè si combatte per ottenere anche solo un minimo di attenzione e spesso si viene sottopagati rispetto alla grandezza della musica. Senza considerare che chi offre il jazz difficilmente ottiene sovvenzioni e finanziamenti pubblici, cosa che  in altri paesi come la Francia invece avviene regolarmente anche verso i Club.

Tuttavia, non esiste musicista che possa competere con i virtuosi del jazz e non esiste partitura più elaborata eppure così vicina all’animo umano di quanto il jazz sia in grado di fare. Questo è un dato di fatto. Ma non tutti la pensano così e spesso vince la logica del botteghino, giusta e sacrosanta, a discapito però della sperimentazione e quindi dell’evoluzione stessa della musica.

Ma che succede pero’? All’indomani di un evento così importante che ha visto una maratona di grandissimi nomi sfilare sul palco di quello che in Italia, senza ombra di dubbio, rappresenta il centro più importante della cultura jazzistica? Succede che tutto tace, nessuno ne parla, non trovo una foto della serata sul web nè tantomeno una recensione, un racconto. Provo a cercare ancora… nulla. Forse foto ci sarebbero state se io fossi andata e mea culpa non ho potuto esserci perchè da mamma qualcosa mi deve sempre capitare sul più bello. Mi scuso quindi pubblicamente con Fabrizia, ma insisto che vorrei saperne di più. Sarebbe bello vedere tutti quelli che hanno promosso l’evento o che vi hanno partecipato, raccontarne i dettagli affinchè traccia di questa serata possa rimanere sul web per sempre.

E così per dare il via sperando poi di essere seguita da altri amici e colleghi blogger, ho cominciato a chiedere in giro. Antonella Vitale, jazz vocalist e compositrice, mi ha raccontato le sue impressioni. Sarebbe bello se anche altri musicisti mi scrivessero, raccontandoci la loro maratona alla Casa del Jazz. Last but not least, brava Fabrizia, bravissima!

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MI SCRIVE ANTONELLA VITALE

… alla quale ho chiesto come è andata la Maratona [nella foto qui sopra]

Per chi non avesse avuto occasione  di essere lì quella sera……….Sono  entrata nell’atrio…..ed ho subito avuto la sensazione di un clima caldo accogliente,  un saluto affettuoso a Giampiero Rubei, sorridente e di buon umore,  poi un  cenno  con la mano a qualche gruppetto di musicisti intenti a parlare  tra loro. Dopo qualche convenevole  e caloroso  abbraccio a chi non vedevo da tempo, entro  nella platea e mi accomodo per ascoltare  qualcosa a me così familiare ma allo stesso tempo sempre così diverso.

Un affresco infinito di note  a tinte aspre e calde  tipiche del jazz, che i musicisti, anzi quei musicisti  hanno saputo  esaltare ancora di più   con le loro magistrali esecuzioni. Parlo di  Riccardo  Biseo, insieme a Max Ionata, Paolo Recchia, Nicola Angelucci, Francesco Puglisi, Stefano Sabatini,  e poi  a seguire tanti altri ,  nuove generazioni affiancate   ad icone del jazz italiano ed internazionale,  Danilo Rea, Roberto Gatto, Rosario Giuliani, Enzo Pietropaoli,  e tanti altri, ma  in un unico grande concerto. tradizione  e modernità   … che bellezza!

Entra nel Palco Silvia Manco,  deliziosa  nel suo abito a tubino nero, elegante e soprattutto brava! E dopo ancora Domenico Sanna con Luca Fattorini e Enrico Morello un Trio freschissimo e moderno, “asimmetrico” “antigravità” (forse ho coniato dei termini non troppo appropriati, ma questo è  quanto io ho avvertito).

Tutti eravamo li,  compresa la presente, ad ascoltare, chiacchierare, un andirivieni di pubblico in sala e fuori, musicisti ovunque, poi qualcuno si organizzava in via del tutto estemporanea a metter su  un trio un duo od un quartetto, Susanna Stivali  si è lanciata con tutta disinvoltura insieme al batterista Alessandro Paternesi in un duo completamente improvvisato “Scat and Drum”  molto energico e carismatico.

Tra un ascolto, una chiacchera, una battuta ed il piacere di esserci ho trovato chi mi accompagnava sul palco e così con immenso piacere ho dato il mio contributo a questo “evento speciale” insieme ad Andrea Beneventano, Pietro Iodice, e Marco Loddo! Voglia di cantare, divertimento, applausi ed in chiusura Maria Pia de Vito,  “splendida performance” come sempre! Di lei non potrei dire nulla di più che già non sia stato detto! Tanto tantissimo jazz a quattro zzzz! Un caffè al Bar, un armonia perfetta! Tutto in unico concerto Alla casa del jazz.

Anche se non tutti i musicisti  erano presenti, (tanti tantissimi altri ce ne sono) e qualche nome non è stato da me  citato, (avrei dovuto scrivere pagine e pagine) sono veramente orgogliosa di appartenere a questa grande nicchia di musicisti esemplari, fantastici , e soprattutto italiani, e dico grazie a chi questo lo ha capito e lo ha sempre sostenuto e difeso.  Grazie a Giampiero Rubei e Fabrizia Ferrazzoli.

di CRISTIANA PIRAINO

TORNO PARLANDO DI SANREMO 2012

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Ciao a tutti.. Provo a tornare al mio blog. A volte si deve interrompere. Ma se mi incoraggiate leggendomi sarò ancora con voi. Il motivo della mia assenza è assolutamente inconfutabile.. la salute prima di tutto e soprattutto quella della piccolina che aspetto ormai da 7 mesi anzi che aspettiamo noi tutti!

Bene, quindi ricomincio parlando di quello che sta accadendo in queste ultimissime ore. Quale miglior argomento del Festival di Sanremo 2012. Ovviamente a questo punto è come sparare sulla croce rossa e, per capire di che si tratta veramente voglio citare la mia collega blogger milanese Elena Giorgi che intelligentemente e con l’ironia che la contraddistingue ha detto ieri su Facebook che “forse è un musical e non lo stiamo capendo…”. Fatto sta che in un’Italia sommessa e sconsolata, dove s’inneggia a una crisi senza precedenti, c’é ancora chi si permette di spendere il denaro pubblico (tipo i soldi che potrebbero servire a migliorare i servizi al cittadino) in abominevoli cazzate come il Festival della Canzone Italiana – dove abominevole significa ‘fatto male e che si può fare sicuramente meglio’ – durante il quale per assurdo i più penalizzati sono proprio gli artisti costretti a sostare dietro le quinte e snervarsi in lunghe attese prima di esibirsi, ma soprattutto a essere messi su un inspiegabile secondo piano a favore di siparietti mal organizzati, poco intelligenti e permettetemi di dirlo da televisione Caucasica degli anni ’90.

Morale.. qualcuno si stupisce. Non io, c’era assolutamente da aspettarselo. Morandi non è un intrattenitore, né un presentatore, a mio parere non é neanche un bravo cantante – diciamocelo, non lo é mai stato. Morandi é uno che fa sfoggio dei suoi pochi anni passati al conservatorio di Santa Cecilia, a prendere un diploma per innalzarsi a rango di Musicista, citando spesso accordi e scale. Ma sa quello che dice? Non dimentichiamoci che lo scorso anno si opponeva alla partecipazione di un Gualazzi. In ogni caso si poteva salvare dalla gogna, se avesse evitato di guidare per DUE anni consecutivi la Sanremo Concordia, e scusate il macabro paragone. Inoltre questo genere televisivo é oltremodo defunto mentre la canzone italiana meriterebbe una gara intensa alla quale dovrebbero partecipare i veri esponenti della musica italiana, e dove i grandi musicisti dovrebbero sin da subito essere riconosciuti e premiati per il contributo che danno al settore e, infine, dove il ritmo – in tutti i sensi televisivo e musicale – potrebbe essere incalzante come in uno show musicale che si rispetti.

ROMALIVE preferisce…

Marlene Kuntz, Lucio Dalla, la voce di Carone, l’interpretazione di Arisa, la parrucca di Loredana Berté, come sempre l’Orchestra e soprattutto il Blog di Sanremo 2012 che scorre parallelamente alla rassegna, di Ernesto Assante e Gino Castaldo  >LINK.

Assante: “Crosby e Nash, vecchio a chi?”

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Poche ore fa a Roma c’erano David Crosby e Graham Nash. Si proprio loro, due leggende viventi, che hanno saputo regalare un concerto di musica potente e importante, così almeno commenta la rete, dato che io non c’ero. Peccato, perchè a leggere le recensioni del giorno dopo (non che ci fosse bisogno di conferme) c’è da mangiarsi le mani per aver perso un tale spettacolo. Degli articoli che ho trovato relativi all’evento, ciò che indico nel link in basso deve essere assolutamente letto da tutti. Perchè non è una semplice recensione, come lo stesso autore, Ernesto Assante, premette. Questa è una lezione di musica e anche di vita. Una dichiarazione, di guerra o di amore, scegliete voi, che arriva con un tempismo perfetto in un’epoca che sta veramente perdendo colpi e non solo musicalmente.

Vecchio è chi pensa di non avere più nulla da dire, chi pensa di non avere più alcun futuro. Crosby e Nash hanno ancora molto da dire, utilizzando brani scritti dieci, venti, trenta o quaranta anni fa, e canzoni recentissime, mettendo insieme le loro spettacolari voci. Vecchio è chi, magari avendo solo venti o trent’anni, nella musica si limita a fare un mestiere invece di praticare l’arte, chi suona e canta senza passione, chi imita invece di inventare.”

Leggi il post completo al >> LINK 
dal Blog Media-Trek di E. Assante  repubblica.it

Strepitoso Gualazzi [auditorium 24.6.2011]

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Bravo, anzi bravissimo. Forte, deciso, intenso, divertente e generoso. Questo e molto altro é Gualazzi. Dal ragtime a Tom Waits passando per un grande come Duke Ellington e senza dimenticare i maestri Buscaglione e Conte, e poi il Blues e la soul music, insomma dalle sue mani esce un pezzo di storia di musica. Quella a mio parere piú giusta che il giovane pianista italiano (nato nel 1981) rimodella seguendo canoni (se esistono) contemporanei, ricordandoci che con la Musica si puo’ giocare ma non scherzare! Lui e’ una vera stella e si vede, si sente. A Roma ha regalato un concerto indimenticabile che le oltre 3000 persone presenti potranno confermare. Divertente e incalzante, suonato molto bene e senza lasciar dubbio sul talento che lui  ha da vendere. Meraviglioso il remake di Caravan di Duke Ellington, come anche i numerosi brani originali meno noti e ovviamente le canzoni che lo hanno portato all’attenzione popolare, come Follia d’amore, da Sanremo 2011 e Reality & Fantasy del 2010. Per uno dei tre bis voluti dalla Cavea dell’Auditorium, dove il 24.6.2011 si é tenuto il concerto, Rapahel ha eseguito un omaggio alla cittá con Vacanze Romane [di cui il video amatoriale caricato su youtube]

Vodpod videos no longer available.

Per l’occasione ho acquistato un suo disco registrato qualche anno fa – Love outside the windows, nel quale segnalo una grandiosa versione di Besame Mucho, accelerata e perfetta! e se amate il jazz, quello piú accattivante allora non potete fare a meno di avere questo CD nelle vostre discoteche.

da comprare:Love outside the windows
R. Gualazzi 2005

Roma: Bentornato Music Inn

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MUSIC INN
Jazz Club
Largo dei Fiorentini 3,
Roma in zona Via Giulia
Ingresso 10.00 € di tessera compresa 1 consumazione

Apertura spettacolare per il Music Inn giovedì scorso 7 aprile. Quello che fu il locale del Jazz più importante di Roma dal ’72 fino alla chiusura nel ’93 con la scomparsa dell’ultimo dei suoi fondatori. E’ un luogo ormai leggendario e come i grandi, prematuramente scomparsi, è diventato mito. Tornerò a parlare di Picchi e di Pepito Pignatelli, fondatori del Music Inn, della loro bellissima avventura e della triste conclusione delle loro vite. Hanno lasciato in eredità l’esempio di come si può gestire in modo speciale un jazz club, che ha accolto negli anni grandissimi musicisti, ma non solo perché, da visionari e appassionati quali erano, hanno aiutato la musica e soprattutto i giovani musicisti.

Personalmente mettendo piede nel Music Inn, per la prima volta nella mia vita, ho provato una certa emozione. Il sentir parlare da sempre di questo mitico locale offre una forte suggestione, tanto che le pareti sembrano raccontare un po’ di quella storia sprigionando una sorta di energia ancora presente. A riscaldare ulteriormente l’atmosfera molta gente e ottimi musicisti nella serata inaugurale – Marcello Allulli, in primis che segue la direzione artistica e ancora Enrico Zanisi, Riccardo Gola, Francesco Diodati. La zona palco – che mi dicono essere nella stessa posizione di prima – ricorda la sala di un piccolo teatro, con sedie e tavolini per appoggiare un bicchiere o un poco di più. Il buio che qui avvolge la platea, interrotto di tanto in tanto da piccole candele rosse poste sui tavolini, è complice del musicista che ottiene l’attenzione del pubblico. L’atmosfera è ideale quando nel momento del concerto tutti si possono sentire parte di un qualcosa insieme alla musica. Al Music Inn  è accaduto e devo ammettere che non mi capitava da tempo.

Per mangiare e chiacchierare basta decidere di rimanere in una delle due sale dedicate al convivio, la prima all’ingresso a livello stradale che ricorda un comodo salotto e la seconda al piano inferiore nella zona bar più adatta ad una cena in piena regola. La prima impressione è dunque molto positiva. Questo locale ha buone possibilità di diventare un numero uno a Roma e le qualità giuste per farti passare una bella serata. Accogliente, intimo e al passo con i tempi.  Aspettiamo di conoscere la programmazione artistica futura, ma sembra che finalmente Roma abbia a disposizione un locale per live music che sia anche un po’ glamour e che abbia il giusto phisique du role della Roma più internazionale.