LEZIONI DI MUSICA: BUDDY BOLDEN

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liberamente tratto da wikipedia

 

Charles “Buddy” Bolden (6 settembre 1877 – 4 novembre 1931) è stato un musicista statunitense, noto specialmente come cornettista. Fu il primo musicista di colore di New Orleans a raggiungere la fama.

Nonostante non ci siano giunte registrazioni della sua musica, Buddy Bolden è considerato da molti l’iniziatore del jazz, attraverso l’improvvisazione, ufficialmente riconosciuto, nel 1917, come genere nato dal ragtime *. Grazie a lui il jazz presto si diffonde in molte parti d’america e lui verra definito come il padre del jazz. Molti dei suoi brani sono ancora oggi molto ascoltati.

Biografia

Charles Buddy Bolden (1877-1931), considerato il primo musicista che iniziò ad improvvisare nell’ambito di un contesto di esecutivo di gruppo. A questa sua consuetudine si fa risalire la transizione del ragtime verso il genere che in seguitò venne riconosciuto come jazz. Riconosciuto virtuoso di cornetta nell’ambiente di New Orleans, è famoso per il suo tono alto e squillante  tanto che i musicisti di quel periodo lo riconoscono come il miglior trombettista. La sua band inizia a suonare verso il 1895 nelle sfilate e nei raduni di New Orleans: da allora, la notorietà del gruppo cresce a tal punto da divenire una delle più popolari formazioni della città.

Nel 1907 la salute mentale di Buddy diede sintomi di instabilità e venne ricoverato presso un istituto di salute mentale dove gli fu diagnosticata la demenza precoce (il nome che allora era dato alla schizofrenia): fin questo istituto Buddy trascorse, rinchiuso, il resto della sua vita.
Frankie Dusen, trombone, diede una svolta alla banda di Bolden e ne cambiò il nome in Eagle Band proseguendo in tal modo la fama acquisita con Bolden fino al 1917, anno universalmente indicato come nascita del jazz. Inoltre sembra che alcuni dei primi musicisti jazz, come Sidney Bechet e Bunk Johnson durante la gioventù, abbiano suonato sporadicamente con la banda di Bolden. A lui si ispirarono inoltre gli altri musicisti di New Orleans come Bunk Johnson, Freddie Keppard tra gli altri.

Discografia

Bolden non ha mai inciso o registrato la sua musica. La ipotesi formulata da Ch.Edward Smith nel 1939 , di un cilindro edison inciso nei primi anni del 900, non ha avuto sinora conferma. Il suo stile è stato in seguito immortalato nel brano, classico del jazz, Buddy Bolden’s Blues (I Thought I Heard Buddy Bolden Say), basato sul tema della canzone Funky Butt dello stesso Bolden. Esistono tentativi di ricreare il suo stile, eseguiti da Bunk Johnson ( che con Bolden ebbe modo di suonare )tramite incisioni effttuate nei primi anni ’40 e pubblicate su American Music 643, su LP giapponese Dan VC 4020, su CD American Music AMCD 16.

Curiosità

La vita di Buddy Bolden fu il soggetto del romanzo di Michael Ondaatje “Coming through slaughter” (New York, 1976)

Il Dr. Sean Spence, professore di psichiatria presso l’università di Sheffield, durante una presentazione alla Royal College of Psychiatrists, nel 2001, ha formulato l’ipotesi che le condizioni mentali di Bolden furono presupposti determinanti che portarono all’attitudine dell’improvvisazione, da cui nacque il jazz; Bolden non era in grado di leggere la musica, quindi improvvisare era l’unico modo in cui potesse suonare. Dalle parole del Dr. Spence:

«  Forse doveva improvvisare perché non sapeva suonare le note in una maniera utile »

«  Non sapeva leggere la musica ed era obbligato a fare a modo suo »

«  Se non ci fosse stata questa musica improvvisata, essa avrebbe continuato ad essere ragtime »

Secondo questa teoria (qui citata per la sua vasta diffusione in internet), il jazz sarebbe stato suonato per la prima volta a causa degli handicap cognitivi di un malato mentale. Per come viene riassunta, questa ipotesi sembra doversi prendere con le proverbiali pinze e per molti motivi:

  • le notizie certe sulla vita e il modo di suonare di Bolden sono rare e in maggioranza insicure o apocrife;
  • la quasi totalità dei musicisti di colore aveva scarsa (o nessuna) dimestichezza con la musica scritta;
  • l’improvvisazione era già diffusa in molte forme di musica nera quando il jazz iniziò il suo cammino.

L’affermazione di Spence che le possibili difficoltà motorie che la malattia forse procurava a Bolden siano alla base del suo ricorrere all’improvvisazione sembrerebbe altrettanto fantasiosa.

*NOTE:  

Il Ragtime è una forma musicale strumentale, prevalentemente pianistica, caratterizzata da un ritmo binario sincopato, che ha contribuito alla formazione del jazz. La parola ragtime in inglese significa tempo stracciato, a brandelli.

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Va in vacanza
saremo on-line a partire dal
6 settembre 2009

 

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POST INEDITI

che saranno online dopo ferragosto e presentano le biografie di alcuni grandi musicisti del passato. I primi trombettisti del  jazz..

>> LEZIONI DI MUSICA: BUDDY BOLDEN (online il 21/08/2009)

>> LEZIONI DI MUSICA: KING OLIVER (online il 23/08/2009)

>> LEZIONI DI MUSICA: BIX (online il 25/08/2009)

>> LEZIONI DI MUSICA: Henry Red Allen (online il 28/08/2009)

MOBILITAZIONI CONTRO I TAGLI al FUS

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Merc. 29|07|2009  
dalle 16.00 alle 20.00
PRESIDIO in piazza Navona all’angolo con vicolo in Agone, mentre al Senato voteranno il decreto.

Giov. 30 |07|2009
dalle 9.30 alle 14.00
MANIFESTAZIONE a Piazza della Repubblica a sostegno della rappresentanza del MovEm 09 alla Conferenza Stampa della Mostra del Cinema di Venezia

 

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Manifestazione contro i tagli al FUS – Fondo Unico dello Spettacolo – Roma, Piazza Montecitorio, lunedì 21 luglio 2009 (fonte: rbcasting.com)

LETTERA A LUIGI TENCO

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Sono passati un po’ di giorni da quando ho ricevuto questa lettera a Luigi Tenco scritta dalla mia amica Emanuela. Sono stati giorni in cui ho letto più volte il testo cercando di capire fino a che punto si rimane lucidi e dove avviene una sorta di rottura con la realtà, che ci permette di guardare le cose da spettatori. Emanuela ha gettato sulla carta i suoi pensieri con la stessa energia di un fiume in piena. A tratti penso che sia innamorata. E’ possibile. Conoscendola.

Luigi Tenco è morto a Sanremo il 27  febbraio 1967,  in circostanze ancora da definire. Una questione controversa che oggi, a distanza di oltre 40 anni, ancora infuoca gli animi di chi, come Emanuela, vuole la verità – una verità forse ancora scomoda, ma pur sempre necessaria. Sembra recente la notizia che al ministro della giustizia sia giunta una richiesta di ri-apertura del caso.

Tornerò a parlare di questa storia, in seguito. Cercheremo di ripercorrere – insieme ad una inviata molto speciale di Romalive – le tappe di una vita spezzata troppo presto, per ricercare le ragioni e gli spunti che hanno permesso a questo cantautore italiano di produrre così tanta poesia e regalarci la bellezza della sua musica immortale.  

di Emanuela Cianfrocca

Caro Luigi,
tanti anni fa sentendo una tua canzone chiesi a mio padre chi fosse a cantarla. Lui mi raccontò un po’ di te. Mi ricordo che il suo viso cambiò espressione e non riuscivo a comprendere. Era diventato serio, serissimo. “Manu questa è una storia triste” mi disse. Io avevo circa 10 anni età in cui le storie tristi non le vuoi sentire.  Ascoltavo mio padre parlare e nel mentre ti guardavo in bianco e nero sul televisore tutto di plastica della cucina “questo ragazzo s’è ammazzato a Sanremo. Non sopportava quel mondo… l’ha fatta finita così tutti avrebbero riflettuto”. I ragazzini sono curiosi, si sa.  “Papà ma come si è ammazzato da solo?” “ Si è ucciso con una pistola”. A 10 anni non capisci come si fa a rivolgere un’arma così pericolosa verso se stessi. Non ti sembra normale. Pensi che non sia possibile. Io le pistole le vedevo in quei western in tv e pensare che uno la potesse usare contro di se mi faceva arrabbiare. Quella sera decisi che mi stavi un po’ antipatico per aver fatto quella cosa.
Poi mio padre disse “Vai di la, se ti va ti metto il disco”. Stavi tra i Rolling Stones e Celentano… che strano accostamento. C’eri te in copertina e quegli occhi tristi non mi piacevano. Ma ti guardavo e ti riguardavo, giravo e rigiravo quel vinile e poi ti riguardavo. Sentivo nella testa il “boom” e mi immaginavo il sangue rosso e quegli occhi tristi.
Ma come avrà fatto, ma che avrà pensato? – pensavo – Ma perchè si è ammazzato? Non c’era nessuno con lui? Non c’era nessuno che gli voleva bene? Perchè non glielo hanno impedito? Ma gli avrà fatto male? continuavo a chiedere  me stessa  mille domande.
Ti ho riposto in mezzo ai vinili a caso e sono andata in camera mia. No, non ti ascolto signor Luigi Tenco. Te mi metti tristezza.

Quella notte ricordo di non aver dormito bene. Misi la testa sotto le coperte, ma sentivo quel “boom”. E il rosso, tanto rosso. E quegli occhi. Ma avrà sentito male?
Poi mi è passata… ma ogni volta che andavo a prendere il disco di Celentano per sentire Questo pazzo pazzo mondo rivedevo quegli occhi. E via di corsa ti rimettevo a posto. Succedeva regolarmente ogni volta.
Poi si diventa grandi. A proprie spese di capiscono tante cose. Capisci che le pistole non si usano solo nei western o nei telefilm di Starsky e Hutch, ma si usano tutti i giorni. Non mi piaceva, ma era così. Capisci che questo mondo è ingiusto, che ci stanno i poveracci e chi li comanda.
Capisci che c’è la cattiveria … ce n’è tanta. Capisci che i genitori, per quanti sforzi possano fare, non ti potranno proteggere sempre e dovrai andare fuori e affrontare la gente, anche quella che ti mette i piedi in testa.
Capisci che se ti succede una cosa brutta, dopo non necessariamente te ne succede una bella. Capisci che per quanto impegno ci metterai non potrai sanare tutti i guai. Non si può ottenere sempre giustizia, non puoi lottare per ogni cosa.
Capisci che c’è gente che ha fame, che c’è gente ancora che viene picchiata in strada perchè ha la pelle diversa. Si, succede ancora, non ti meravigliare. Adesso in America c’è in presidente Obama, però a Via Fonteiana qui a Roma, hanno ammazzato di botte un ragazzo di colore l’altro giorno. “sporco negro!” gli hanno detto.
Capisci che le guerre non avranno mai fine perchè l’uomo non cambierà. E poi che ti aspetti. Oggi i ragazzini a 7 anni fanno i bulletti a scuola. Si minacciano, se la prendono con i più deboli. No, non è come prima. Prima te la beccavi qualche pizza da un compagno di scuola. Ma poi dopo 5 minuti ci tornavi a giocare a pallone. Adesso fanno gruppo, sono organizzati … si odiano, rubano. Eh sì, perchè hanno già ben chiara l’importanza del dio denaro. Per noi 1000 lire erano la pizza la mattina, qualche caramella e due pacchetti di figurine, oppure Topolino.

Adesso però comunichiamo molto più velocemente. Abbiamo i telefoni cellulari. Li portiamo sempre con noi. Sai che risate che ti faresti? Sono sicura che avresti scritto una ballata su questi uomini che per strada parlano e gesticolano da soli con un auricolare nelle orecchie.
Andiamo sempre tutti di corsa. A volte neanche ci guardiamo in faccia. Però abbiamo computer velocissimi e abbiamo pure facebook, una specie di diario telematico che condividiamo con tutti.
Però sai Luigi, ho la sensazione che fosse meglio prima. Adesso se qualcuno dice una cosa, pochi si soffermano a cercare di capire. Abbiamo troppe informazioni. I contatti si sono triplicati. Ognuno riceve e invia mille e-mail, così si chiamano le lettere che ci mandiamo da computer a computer, e anche mille telefonate. Tanti contatti e troppe informazioni significa molte volte perdere la qualità dei rapporti umani. A volte da qualcuno neanche ricevi risposta se gli scrivi. Il telefono poi ti dice chi ti sta chiamando, così se non ti va non rispondi. Allora, sei deluso? Non ti piace, vero? Neanche a me. Però io ci provo Luigi, ci metto sempre un po’ di cuore nella comunicazione e nel rapporto con gli altri.

Oggi è facile lasciare tua moglie. Non è come prima. Basta un avvocato. Adesso il permesso te lo danno anche troppo facilmente. Sposarsi non è più un vincolo indissolubile. Però pure così mica va bene. Uno si sposa con più leggerezza. Dicevi bene tu: non c’è bisogno di sposarsi quando ci si vuole bene..però lo facciamo ancora. Solo che adesso solo pochi rimangono insieme fino all’ultimo giorno.

Ma che ti ridi? Ripensi alla ballata della vita familiare? Oggi di gentiluomini come te ce ne sono rimasti pochini. I giornali femminili ci sono ancora e ce ne sono tantissimi. Anche se adesso non ci stanno le storie d’amore con le foto. Adesso ci stanno le foto rubate di presunte persone note che un giorno si baciano con uno, un giorno con un altro. Alcune donne li leggono, ma alcune si preoccupano anche di problemi seri.

Ogni anno in tv fanno vedere delle persone che si chiudono dentro una casa con tantissime telecamere che le riprendono notte e giorno … no no, quando fanno pipì no. Ma forse il prossimo anno sì. No, l’acqua blu non c’è, ma qualcuno i pantaloni a righe gialle e nere se li mette se sopra c’è la firma di qualche stilista famoso. La tua Italia a volte funziona ancora con il lei non sa chi sono io. E la carta moneta ti apre ancora tutte le strade che per qualche poveraccio rimarranno sempre chiuse. Solo che adesso invece delle lire abbiamo l’Euro. Eh sì sì. Quasi tutta l’Europa ha la stessa moneta. Comodo no? Peccato che adesso per comprarti un litro di latte devi fare un mutuo. Ah poi adesso ci stanno alcuni che vogliono dividere l’Italia. Come no! Il primo articolo recita:
Art. 1 – Finalità: Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord – Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.
Ma che fai ridi ancora? Lo so che te sei nato in Piemonte e a te ‘ste cose non ti passavano per la testa. Ma adesso è così.

Come faccio a sapere tutte queste cose di te? Beh, perchè io poi un giorno quel disco l’ho messo su e l’ho ascoltato veramente. E da quel giorno non mi stai più antipatico. Sei un grande amico. Mi fai sempre compagnia e ci intendiamo. La mattina quando vado al lavoro, ogni tanto metto una tua canzone e così in mezzo al traffico mi spunta quel sorrisetto che mi fa pensare: ma guarda te Luigi tanti anni fa la pensava proprio come me. A volte mi fai emozionare fin troppo e non ce la faccio ad andare fino in fondo al brano. E allora mi manchi, mi manchi da morire e manchi a tutti.
Ci manca quell’ uomo, un uomo unico, ma uno come tanti altri. Uno capace di denunciare e che non gliene importa nulla di quello che pensano gli altri. Uno che non si fa schiavo dei soldi e manda placidamente a quel paese chi, vestito e pettinato bene, una brava persona non lo è. L’hai visto pure te lo schifo vero? Beh non è cambiato tanto, ma finchè c’è gente che ancora se ne accorge siamo in salvo.

Quanto ci mancano le tue poesie. Se scrivi quelle cose vuol dire che le senti dentro perchè bruciano e allora le devi tirar fuori. E poi quando le cantavi ti rendevi conto di tante bruttezze ma allora come fai ad andare avanti? Ti arrabbi da morire. Non era facile vero?
Ecco il perchè di quegli occhi. Chi mi conosce mi dice che a volte ce li ho anche io quegli occhi. L’animo non si placa mai. E poi ti prendono per scontroso … ah che scemi!
Pazzo è colui che non ha compreso la tua tenerezza, la tua sensibilità e la tua profonda umanità. Chissà quanto altro ci avresti potuto regalare … ma boom … Boom… e quel rosso adesso è sempre più vivido. Solo che adesso mica ci credo io che quella pistola te la sei puntata te alla testa. Non ci credevo manco 20 anni fa, figurati ora. Certo devo ringraziare qualche amico che mi ha fatto aprire gli occhi.

T’hanno ammazzato ve’? Te l’hanno chiusa quella bocca vero Luigi? Così adesso la verità non ce la canti più. L’ipocrisia non ce la canti più? Le ingiustizie non ce le canti più? Sul tuo viso nessuna ruga è spuntata. Te ne sei andato che neanche avevi 30 anni. 
Se davvero è così non hanno fatto i conti con il patrimonio che ci hai lasciato. Quello non ce lo toglie nessuno ormai. Ce lo hai regalato solo per noi. Hai rinunciato a costruire i ponti per non arricchire chi già di soldi ne aveva. Hai preferito cantarci la vita. Grazie Luigi. Grazie. Io continuerò sempre a raccontarti quello che ci succede. Mica è tutto negativo poi qualcosa di buono c’è.

C’è qualcuno, ma pochi, che ancora fanno della buona musica. Ci stiamo noi, e siamo tanti, che ti vogliamo bene e ti pensiamo in cielo con il tuo sax o con la chitarra che delizi le nuvole.
A volte, quando la città dorme mi sembra di sentire quella tua risata e le note del tuo sax echeggiare lontano lontano. Lo sai … lo suono anche io.

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http://luigitenco60s.forumfree.net/?f=2857800

IN INGHILTERRA UN PREMIO DI MTV LO AVREI VINTO DI SICURO

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Fabri Fibra – Speak English 2009

Grande fabri fibra. Arriva sempre al momento giusto. Mi piace questo testo perchè cinicamente mette a nudo alcune verità scomode, ma con le quali è meglio fare i conti .. prima o poi.

Io pero’ sto bene a Roma. ma vorrei un po’ di inghilterra qui.

 

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tratto dal web di Fabri Fibra – vi riporto un interessante punto di vista 

Fabri Fibra La crisi nera, in passato, ha spesso iniettato nella musica una dose extra di creatività e di realismo che, sfidando le leggi dell’economia in recessione o inflazione, spingeva più in là e più in alto i confini dei territori esplorati fino ad allora.

Questa volta non sembra stia andando così.

Dopo anni di radio e di televisione lisergica che creano assuefazione, piene di coloratissimi e scintillanti involucri del nulla, si galleggia passivamente accettando e premiando qualsiasi cosa abbia un’apparenza piacevole e rassicurante. In realtà è ormai evidente che le idee hanno iniziato a scarseggiare sul serio, lasciando tutti ad aspettare in un’inossidabile calma piatta, rassegnati, disillusi, ma sempre più o meno sazi.

Per fortuna che, in penombra, sulla soglia del salone principale delle feste, esiste una schiera di autori che non ripercorre mai alcuno schema, non ricalca testi inutili, ritornelli scontati, né musiche soporifere per hit radio, cercando di sostituire il tutto con una propria, forte, reale identità, in continua evoluzione.

Uno di questi è senza dubbio Fabri Fibra.

CONTRO I TAGLI AL FUS

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Attori, registi, musicisti, tecnici, scenografi, costumisti e tutte le categorie di lavoratori del mondo del cinema e del teatro hanno organizzato per oggi una manifestazione contro i tagli al FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) da parte del governo.

Il corteo si riunisce oggi 20 luglio 2009 alle ore 17.00 davanti a Montecitorio, per protestare contro la politica culturale dell’attuale governo.

I 130 milioni di euro di taglio al Fondo, sceso a 380 milioni di euro rispetto ai 511 milioni previsti dal governo precedente per il 2008, mettono in gioco la sopravvivenza del cinema italiano.



“Due film a titolo esemplificativo per tutti: Il Divo e Gomorra. Usciti vincitori dal Festival di Cannes 2009, rappresentano nel mondo il meglio del cinema italiano contemporaneo. Hanno avuto successo di critica e di pubblico ovunque. Hanno restituito gran parte del finanziamento ricevuto. Oggi, con i tagli del Fus, non sarebbe stato possibile produrli. Cecità? giudicate voi”. (Andrea Occhipinti)

TINTARELLA (sulla) LUNA

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Sono passati solo 40 anni dall’allunaggio! Sembra così lontano nel tempo, e di certo l’essere umano ha fatto tanti passi avanti. Ma anche notevoli passi all’indietro..

In questo video del 1959 vediamo una Mina giovanissima, che come sempre anticipatrice dei tempi, ci parla di una ragazza che ama la notte e che la vive.. ed è per questo che, al contrario delle altre ragazze che si abbronzano al sole – paonazze e chiazze –  lei prende la Tintarella di Luna..  !! Siamo in pieno boom economico e le ragazze cominciano ad  emanciparsi – certo la strada è ancora lunga fino al ’68, ma è pur sempre un inizio. Sono un po’ più indipendenti dalle famiglie e  le più fortunate possono uscire anche la sera. Ed ecco che la bella delle belle è proprio lei  che se c’è la luna piena diventa candida.. Un brano pieno di ‘innocenti’ doppi sensi che si fa precursorne di una nuova epoca.

Ma quanto ci siamo emancipate da questo brano?

CAPELLI FUORI LE MURA

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Sab. 18|07|09
La casa circondariale di Velletri  e l’Associazione  IL PONTE MAGICO
presentano
CAPELLI
di Antonio Lauritano
collaborazione ai testi Terry Gisi

CENTRO CULTURALE SPAZIO Z.I.P.
Via Mamiani, 6  – Frascati (Roma)
Tel. 0697245570

h. 21:00  Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

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Sono sempre più frequenti le iniziative artistiche che prendono forma all’interno delle carceri. Iniziative che nascono, grazie al coraggio e l’intelligenza di alcuni e dal desiderio di altri di una crescita interiore e riscatto verso se stessi e verso un mondo che inevitabilemente li mette in isolamento.

Romalive in passato ha presentato il progetto dei Presi per Caso, una splendida band rock-blues nata tra le mura di Rebibbia che da poco ha pubblicato un nuovo disco “…SENZA PASSARE DAL VIA!… e che il 30/7 sarà in concerto a Villa Celimontana >> info .

Oggi vi presento un’altra realtà, un progetto tra musica arte e teatro nato grazie all’’Associazione Il Ponte Magico che rappresenta un punto di riferimento all’esterno degli Istituti di Pena, a sostengno di coloro che, dopo aver passato del tempo incarcere, si ritrovano ad affrontare la realtà, con le problematiche personali e sociali che ne derivano.  L’Associazione, nelle persone dei soci fondatori, ha accumulato molti anni di esperienza nella formazione e nel recupero all’interno degli Istituti di pena della Regione Lazio.
Tra le esperienze fatte ha progettato e curato laboratori teatrali e musicali. CAPELLI è uno dei progetti realizzati e sarà portato all’esterno delle mura proprio per riuscire a tracciare quel ponte simbolo della stessa Associazione.

Non un concerto… non un recital…non un dramma…non una commedia. O forse tutte queste forme artistiche insieme a formare un percorso, un cammino attraverso l’universo femminile visto con gli occhi di un parrucchiere che guarda passare davanti a sè tanti piccoli mondi, apparentemente divisi ma uniti dai… capelli!

 

MORE INFO:

 semintesta.it

ilpontemagico.it/associazione.html