OGNUNO PREGA I SUOI SANTI: BOB MARLEY

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Ognuno prega a modo suo. La grande umanità come vicinanza agli esseri umani, il senso di civiltà, la sottintesa ed espressa avversione agli abusi di potere, la difesa delle minoranze, l’incoraggiamento ad essere persone migliori, la ricerca della giustizia, il senso di appartenenza ma anche di inclusione e tanto altro, sono i principi che animano l’Opera di Bob Marley. A sottolineare l’importanza dei testi, c’è il miglior reggae al mondo che, da musica ‘locale’, grazie a lui è diventato linguaggio universalmente compreso e molto amato, sinonimo di libertà di espressione, pace e non violenza.

NO ai luoghi comuni. Una parte di voi si lascerà vincere dal cliché della ‘canna’, demonizzando in parte o deridendo un’anima gigantesca. Sarebbe come non assimilare Bukowski o Hemingway in quanto amanti dell’alcool. O fermarsi davanti a Bowie perché cocainomane. Il discorso è ampio, sulle dipendenze ‘illegali’, e non lo affronteremo qui, ma in realtà tutti siamo dipendenti da qualcosa e il fatto che quel vostro qualcosa sia illegale o meno ha valore soggettivo, in base a leggi e regole di un dato luogo. In fine non si può giudicare un essere umano per le sue debolezze, ma per ciò che grazie ad esse è riuscito a lasciarci e nel caso di Marley è moltissimo.

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ALMENO SU JIMI NON FATE ERRORI

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Mandatory Credit: HEADER Photo by MARC SHARRAT/REX (16987j) The Jimi Hendrix Experience – Jimi Hendrix at the Marquee Club, London – 1967

Il problema non è da poco. Fare errori in rete ci potrebbe costare molto caro un ‘domani’. Ma domani-domani, quando cioè avremo lasciato in eredità ai posteri tutte le sciocchezze che oggi, seppur spesso in buona fede, scriviamo in rete. Di certo, sono moltissime le cose ben scritte o che rispecchiano i fatti. Ma tra 100 anni chi avrà la memoria effettiva? Quella cioè che si ha per aver vissuto i fatti di certe epoche? Pochi. Di certo farà fede, per un qualsiasi utente, quanto è stato scritto ed è stato detto da chi è già passato (remoto).

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36 ANNI SENZA BOB, E ANCORA NON AVETE CAPITO: WAR

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Vorrei, ma non posso fare molto se il mondo va così come va e fa finta di non capire. Eppure queste parole sono scolpite nel tempo, da tempo e per tutto il tempo. War una canzone cantata da Bob Marley pubblicata sul disco Rastaman Vibration del 1976 e accreditata a Allen Cole e Carlton Barrett (*), tratta da un discorso fatto dall’imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié [WIKI]

(*) Sulle attribuzioni dei brani di Marley c’è sempre confusione, ma questo lo sappiamo. Il testo di questo brano è tratto letteralmente da un discorso di Selassié, la linea del basso è fatta da un Wailer e i brani infine sono attribuiti a due ‘amici’ di Bob. INFORMATI.

Bob Marley WAR

Until the philosophy which hold one race superior
And another
Inferior
Is finally
And permanently
Discredited
And abandoned
Everywhere is war
Me say war.

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#PIN BOB MARLEY #lezionidirock

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Bob Marley(80-661-20)72

Le ultime due ‪#‎LezioniDiRock‬ a Roma sono dedicate al grandissimo musicista giamaicano Bob Marley nell’anno, il 2015, in cui avrebbe compiuto 70 anni, e un anno in cui tutto quello che ha scritto e cantato Marley ha ancora un valore immenso perché tristemente attuale. Get Up Stand up Stand up for your rights. E non me lo spiego

E così giungiamo alla fine della nona meravigliosa stagione delle Lezioni di Rock romane di Ernesto Assante e Gino Castaldo. Il 14 e 26 maggio i due giornalisti e storici della musica chiudono il bellezza e in ‘profondità’ una stagione che è stata di vero approfondimento, durante la quale sono stati trattati in più appuntamenti temi che avevano veramente bisogno di più tempo e per i quali una sola lezione non sarebbe stata sufficiente. (per vedere cosa vi siete persi http://on.fb.me/12F8MJU)

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