CONSIDERAZIONI DELLA FINE DI UN W-END

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Short-lesson di Larry Carlton sulla tecnica blues e jazz

Un altro weekend di musica sta finendo a Roma. Un w-end decisamente influenzato dal ritorno dell’ora solare.  Vi siete divertiti? Me lo auguro. Ma soprattutto, com’era la musica? Dopo anni in cui vi ho raccontato eventi e i loro protagonisti, suggerisco palchi sotto ai quali ascoltare buona musica, mi piacerebbe avere un feedback. E mentre voi ragionate sulla questione, io sto ascoltando alcuni file Mp3 arrivati via mail da Rocco Zifarelli, chitarrista con forti radici rock, blues e jazz. Ha suonato a Roma sabato 27 ottobre. Prima al Brancaleone, nel pomeriggio, dove ha partecipato alla trasmissione radiofonica aperta al pubblico di Radio Popolare  Non vedo l’ora con performance trasmessa anche in diretta su Popolare Roma 103.3, poi la sera alla Centrale Montemartini. Un progetto interessante dal titolo JAZZ ROCK PROJECT, sicuramente una fusione dei due generi più influenti di questa epoca, definizione che lascia pero’ aprire nella mia mente una serie di possibili scenari circa il risultato finale o, per meglio dire, il punto di partenza. Ma per non lasciare nulla all’immaginazione, qualche giorno fa ho preferito mandare a Rocco un paio di domande per capire più a fondo la sua musica e nello specifico la peculiarità di un progetto che si presenta come un qualcosa di innovativo. Dopo un rincorrersi virtuale, oggi pomeriggio Rocco, che ringrazio per il tempo dedicato, essendo molto impegnato, ha registrato le risposte (santi samrtphones) mentre guidava di ritorno dall’areoporto dove suppongo avesse accompagnato i suoi due colleghi nel progetto, i francesi Francio Lassus batteria voce e Romain Labaye al basso. Sto ascoltando e ‘sbobinando’ il suo racconto in cui  mi spiega il suo punto di vista sui generi e sulle loro fusioni e mi racconta della vita di musicista a Parigi e di come sono nate da questo molte cose.  A proposito, se non esistono più le bobine, come si dice per ‘farlo ‘ da mp3?

Quando avevo circa 17 anni un mio amico mi fece ascoltare un altro grande chitarrista del jazz moderno, Mike Stern all’epoca in cui era con Miles Davis. Rimasi folgorato da questa specie di Jimi Hendrix che suonava in maniera completamente nuova ai miei occhi e che utilizzava stranissime armonie. Proprio in quel momento si aprì la mia mente e cominciai ad ascoltare altra musica.

Questo breve estratto è parte del lungo racconto che sarà pubblicato qui nei prossimi giorni. Intanto vi lascio con una video-chicca di Larry Carlton, una delle figure artistiche nominate durante il racconto da Rocco, in cui descrive alcune cartatteristiche della tecnica jazz e blues.

GOSSIP DOMENICALE

Si dice che all’Auditorium di Roma la Lezione di Rock dedicata agli ultimi 50 anni, dalla nascita del genere ai giorni nostri, sia stata una vera bomba. Vedo un gran fermento sulla pagina del Gruppo Facebook con pioggia di ringraziamenti e congratulazioni. Chi non è andato deve aver perso un’occasione. Pero’ non sarà l’ultima. L’anno accademico con i Prof. Assante & Castaldo è appena iniziato e il cammino è lungo. Fra tutti i messaggi mi ha colpito questo di una signora ‘Carissimi Gino Ernesto Assante Castaldo oggi avete fatto una lezione perfetta che ha reso magnifica la giornata, dopo di voi, ricca di progettualità e creatività scaturita grazie alle vostre parole che ancora stimolano riflessioni!’  Il potere della musica è proprio grande. E anche Ernesto e Gino.

di CRISTIANA PIRAINO

BLUTOPIA MUSIC STORE @ PIGNETO: RIFLESSIONI DI UNA NOSTALGICA ?

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BLUTOPIA MUSIC STORE @ PIGNETO by cristiana.piraino
BLUTOPIA MUSIC STORE @ PIGNETO,
a photo by cristiana.piraino on Flickr.
foto di D.Cash

Sab. 27.10.2012
FESTIVAL D’OTTOBRE
incontro con Francesco Martinelli sul libro
IMPROVVISAZIONE. SUA NATURA E PRATICA IN MUSICA” di DEREK BAILEY
Blutopia – Via del Pigneto, 116
h.  19.30T. 06 6930 9373

Al Pigneto, in un’oasi di pace lontana dall’ormai famigerato clamore dell’Isola pedonale, da quasi un anno è nato Blutopia, uno spazio dedicato (anche se il termine più adatto sarebbe “consacrato”) alla vendita di dischi e libri, all’organizzazione di seminari, incontri, presentazioni editoriali, alla proiezione di film e documentari, a laboratori teatrali e a piccoli concerti.

Questo è un estratto dal comunicato che accompagnò l’apertura del negozio: […] Uno spazio organizzato tra scaffali di dischi, libri, zona ascolto e angolo bar. Un ambiente funzionale ad attività laboratoriali, letture, convegni, piccoli concerti, proiezioni, ed esposizioni. Attività creative e di approfondimento, finalizzate a riavviare una pratica dell’ascolto e a ristabilire un equilibrio tra socialità e consumo. L’attività di documentazione, vendita e promozione discografica si concentrerà su musiche provenienti da aree e tradizioni diverse. Un insieme di generi e stili, selezionati secondo una prospettiva ampia e inclusiva. Dall’esplorazione etnica, attraverso le diverse forme della musica nera, fino al Jazz più avventuroso, il Rock sperimentale e le musiche di ricerca. Un percorso non necessariamente lineare, ma capace d’esprimere un reale spirito di continuità, fra tradizione e innovazione […]

Per conoscere meglio la nascita e l’evoluzione di questo interessantissimo music store intervisto Fabrizio Spera, uno tra i principali promotori del progetto. Mi parla della sua esperienza lavorativa all’interno di Disfunzioni Musicali e di Rinascita, e della consapevolezza sua e di Sergio (altro promotore del progetto) che in seguito alla chiusura di questi due ‘pezzi di storia romana’ mancasse un luogo dove venisse data distribuzione e visibilità a musiche meno convenzionali. Nasce così l’associazione Orecchio Mancante ora Blutopia, un gruppo di appassionati ed esperti di musica, ma non solo perchè al suo interno vi gravitano anche collaboratori e collaboratrici che si occupano di laboratori teatrali, seminari e incontri (uno tra tanti: l’incontro del 12 Ottobre scorso con il prof. Alfonso Gianluca Gucciardo, Medico dell’Arte, dal titolo Quando la medicina dell’arte incontra l’artista. Il senso della medicina dell’arte) e proiezioni a tema.

Le proposte musicali ed editoriali sono ampie e coraggiose, spaziando dal Jazz tradizionale, classico e di avanguardia al Folk e al Blues, dalle musiche di improvvisazione alle quali viene data particolare attenzione, al Rock sperimentale, dalla musica antica alla contemporanea e alle musiche etniche e popolari. Fabrizio mi parla anche dell’intenzione di creare una piccola biblioteca all’interno del negozio, un luogo destinato alla libera consultazione dell’ampio materiale raccolto in anni e anni di passione e ricerca. Perchè, mai come oggi, si sente la necessità di creare degli spazi dove ci si possa documentare, oltre ovviamente al poter comprare musica e libri di qualità.

Ma chi sente la necessità di spazi simili? Che speranza di sopravvivenza hanno? Cosa è cambiato dai tempi di Disfunzioni Musicali o Rinascita? Come e quando si è modificato il rapporto negoziante cliente all’interno dei negozi di musica? Chi continua a comprare musica oggi?

E le mie riflessioni dopo questa chiacchierata piovono a cascata: può essere la rete il vero capro espiatorio? Il ruolo del negoziante/amante/esperto/ appassionato che guidava l’utente nella scelta del prodotto si è perso per l’enorme disponibilità di informazioni (e facilità nel reperirle) propria di un mezzo come Internet? Non si avverte l’abissale differenza tra l’approccio concreto del negozio (la fisicità della persona che esce di casa alla ricerca del “prodotto” e del negoziante – il disco/cd/libro nella sua fisicità – la condivisione dello spazio fisico del negozio) e quello astratto del web? Lascio le conclusioni ad ognuno di voi, prima di addentrarmi nell’inutile constatazione che non si compra più musica perchè allo stato attuale pochi possono permetterselo.

E dopo essere arrivati alle vostre debite conclusioni, converrete con me che si ha realmente bisogno di luoghi (e parlo di luoghi fisici) di incontro, di relazione, di creazione e di scambio, e che questi luoghi possono convivere con il web senza che l’ago della bilancia si debba necessariamente spostare verso l’uno o l’altro.

E perchè veniate personalmente a visitare e conoscere Blutopia, vorrei segnalarvi che Sabato 27 Ottobre alle 19.30, ultima tappa del FESTIVAL D’OTTOBRE organizzato da Blutopia, si terrà all’interno dello store un incontro con Francesco Martinelli sul libro Improvvisazione di Derek Bailey, uno dei testi più importanti sulla natura e storia dell’improvvisazione musicale, in occasione proprio della sua ristampa italiana, curata appunto da Francesco Martinelli (degno di nota è il fatto che questa volta venga pubblicata dalla ETS, una collana di filosofia). Un’analisi dell’approccio improvvisativo in musica attraverso i vari generi musicali, svolta interpellando direttamente chi l’improvvisazione la pratica, e cioè i musicisti, sviluppata attraverso un linguaggio più generale e meno tecnico, perchè mossa dalla convinzione che l’improvvisazione musicale risieda in uno spazio più ampio non necessariamente riducibile in indicazioni pratiche ed operative. Gli interventi musicali vedranno impegnati Eugenio Sanna alla chitarra e Sebi Tramontana al trombone.

Per questo incontro sarà proprio il caso di staccare il Pc ed uscire di casa.

di DENISE CASH

LINK UTILI :

Pagina Facebook Blutopia e sito web blutopia.it

>> Bella recensione del libro di Derek Bailey su Allabout Jazz

QUEL CHE LUCCICA, A VOLTE E’ ORO

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Al posto dei soliti bollette-pubblicità-volantini di agenzie immobiliari-palestre-pizzerie, è bello aprire la propria cassetta della posta e trovarvi un bel pacchetto in pluriball con all’ interno una di quelle riviste la cui cura redazionale si nota fin dalla sola rilegatura. Sto parlando di Ring Shout, una delle pubblicazioni periodiche della SidMa (Società Italiana di Musicologia Afroamericana), un’ Associazione di promozione sociale fondata nel 2001 da Vincenzo Caporaletti (il cui Principio AudioTattile è stato uno dei miei sublimi tormenti estivi), Maurizio Franco e Stefano Zenni. Come si legge nell’ Art. 3 dello Statuto dell’ Associazione, essa intende ‘diffondere, in Italia e all’estero, la conoscenza e lo studio sistematico della musica afroamericana in tutte le sue forme, ramificazioni e filiazioni, e nei suoi rapporti con le altre arti’ organizzando seminari di analisi teorica e pratica musicale, eventi, festival, jam sessions e condividere il proprio sapere e la propria esperienza tramite pubblicazioni scientifiche, ricerche e bibliografie dettagliate. In particolare vorrei mettere in evidenza i seguenti propositi espressi nello Statuto:

A) divulgare la corretta conoscenza della musica afroamericana, combattendo gli equivoci e le mistificazioni correnti, e denunciando le falsificazioni storiche, ideologiche e materiali di cui essa è oggetto;
B) favorire i contatti, la collaborazione e lo scambio di dati tra studiosi del settore in Italia e all’estero, come pure tra questi e gli studiosi di altre discipline;
C) stimolare la trasformazione della critica musicale dilettantistica del settore in musicologia afroamericana intesa come disciplina di studio rigorosa;
D) promuovere la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori di settore;
E) contribuire al progresso degli studi di musicologia afroamericana in Italia e nel mondo e con ciò al rinnovamento generale della musicologia.

Proprio uno dei fondatori, Stefano Zenni, si è visto arrivare una mail dalla sottoscritta con la richiesta (tengo a precisare richiesta esaudita con impeccabile solerzia, professionalità e disponibilità) di poter ricevere il doppio volume 5/6 della rivista Ring Shout, perchè nelle mie peregrinazioni sul web ero venuta a conoscenza di una tesi della cantante e compositrice Laura Lala ivi pubblicata. Un’ interessantissima tesi di Laurea, corredata da interviste e da numerosi e appassionanti ritagli di riviste e giornali in appendice, sulla spiacevole prima apparizione in Italia della intramontabile Billie Holiday nel 1958 a Milano, quando l’inettitudine di impresari musicali e i fischi di un pubblico che si aspettava il solito avanspettacolo la costrinsero a lasciare il palco del Teatro Smeraldo senza nemmeno poter portare a termine il proprio ingaggio. Laura si addentra nella ricostruzione del soggiorno milanese di Lady Day, relativamente trascurato dalle cronache di ieri e di oggi, rivivendo quei momenti assieme ai numerosi testimoni che hanno dato il loro contributo a questa ricerca, e conclude con il racconto di quella che fu, secondo le parole di Gian Mario Maletto, una ‘vera e propria sollevazione della comunità jazzistica milanese’ che organizzò un concerto riparatore al Teatro Gerolamo, grazie ad una vera e propria catena della fraternità: questo piccolo teatro si riempì completamente di jazzisti che finalmente onorarono come meritava la più grande cantante Jazz di tutti i tempi.

Pur non conoscendola personalmente, Laura Lala è una di quelle artiste alla quale mi sento legata da particolari affinità e da un comune terreno di incontro, e non solo per l’evidente reciproca passione per Billie Holiday o perchè è tra le cantanti del gruppo vocale The Sessions Voices con il quale ebbi un colpo di fulmine ad un concerto natalizio al Big Mama di parecchi anni fa. Consiglio vivamente di ascoltare sul myspace un’anteprima dei brani contenuti nel primo disco di questa meravigliosa cantante siciliana. Pure songs è un album scritto a quattro mani da Laura Lala e la pianista Sade Mangiaracina, irresistibilmente jazz e fortemente intriso di musica tradizionale, bagaglio comune delle musiciste entrambe siciliane. Vengono accompagnate in questo viaggio da Diego Tarantino, contrabbasso e basso elettrico, Claudio Mastracci batteria e da guests quali Salvatore Bonafede (anche autore delle musiche del brano “Idda”), piano e Fender Rhodes, Marco Spedaliere, sax soprano, Piero Delle Monache, sax tenore.

Per conoscere più da vicino Laura, segnalo quindi con larghissimo anticipo il suo duo con il chitarrista Gianluca Figliola il 18.11.2012 al Charity Cafè, per il consueto aperitivo domenicale. Save the Date !

… E ora andiamo a vedere cosa ha in serbo quest’ oggi la mia cassetta postale !

[SITO  sidma.it]
[SITO lauralala.it]
[SITO thesessionsvoices.com]
[LINK myspace.com/lauralalapa]

di DENISE CASH

RONCIGLIONE JAZZ SPRING CAMP BY TUSCIA IN JAZZ

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Dal 29.03 al 1.04.2013
RONCIGLIONE JAZZ SPRING CAMP
by TUSCIA IN JAZZ
Ronciglione – Viterbo.

Docenti:

• Drums Antonio Sanchez
• Sax Dave Binney
• Piano John Escreet
• Bass Orlando LeFleming
• Trumpet Fabrizio Bosso and Aldo Bassi
• Guitar Fabio Zeppetella
• Hammond Alberto Marsico
• Voice Jazz Elisabetta Antonini
• Combo 1 Giorgio Rosciglione
• Combo 2 Tutti gli insegnanti a turno
• Combo 3 Gege Munari

Direttore Tuscia in Jazz Festival Italo Leali

Tutti i corsi sono compresi nella quota d’iscrizione. L’iscrizione al seminario da diritto all’ingresso libero a tutti i concerti del festival. I seminari avranno luogo dal 29/03 al 31/03 2013 a Ronciglione Vt. Si svolgeranno di mattina e di pomeriggio con lezioni di strumento, di musica d’insieme e di teoria ed armonia. Sono accessibili a chiunque desideri approfondire la conoscenza tecnica di uno o più strumenti nell’ambito della musica jazz. Verrà rilasciato un attestato di frequenza.

Gli orari saranno forniti direttamente sul luogo. Gli allievi saranno tenuti a presentarsi alle ore 18.00 del giorno 28/03/13 presso Sala del Collegio – Corso Umberto I – Ronciglione Vt, dove saranno forniti gli orari delle lezioni ed i pass per l’accesso alle manifestazioni del festival.
NOTE:
Gli allievi della sezione contrabbasso e chitarra saranno obbligati a portare il proprio amplificatore, le cantanti il proprio microfono ed almeno 4 spartiti nella loro tonalità in 4 copie, i batteristi piatti e bacchette.  Saranno allestite oltre alle classi di combo altre 2 classi per permettere agli allievi di provare.

*** Il costo dei seminari è fissato in***
Entro il 30 ottobre 2012 euro 80,00
Entro il 30 novembre 2012 euro 100,00
Entro il 31 dicembre 2012 euro 120,00
Entro il 30 Gennaio 2013 euro 150,00
Entro il 28 febbraio 2013 euro 180,00
Entro il 26 marzo 2013 euro 200,00

COME PAGARE:
Il versamento dovrà essere effettuato tramite bonifico bancario intestato:

Conto Corrente intestato: ACT Ronciglione
Banca: Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo – Filiale di Ronciglione
ABI 06065 CAB 73240 C/C 10062910
EUR IBAN IT57X0606573240000010062910
BIC CRVIIT3V

Dovrà portare come causale la dicitura: Iscrizione Seminario Spring 2013, nome e cognome dell’allievo, strumento.

Gli allievi oltre alla partecipazione ai corsi parteciperanno alle Jam Session del Festival con i loro insegnanti.
Info 393/9511130 email italoleali@tusciainjazz.it

Hotel Convenzionati contattare:
Agenzia Vicotours – info@vicotours.it
tel 0039 0761 650044 or 0039 392 9015256

Convenzioni a partire da euro 25,00 a persona per notte.

PRESA DAL VORTICE DEI BEATLES

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Nei giorni dal 4 al 7 ottobre mi sono regalata La Vacanza! Londra e Liverpool sulle tracce dei Beatles. In due parole un viaggio fantastico, di cui avrei tanto da raccontare e lo farò, con calma. Perchè Beatles sono l’esempio di quella musica buona e giusta che tutti dovremmo seguire. Una band nata per caso e che il caso ha voluto far diventare la band più importante e influente del mondo, rimasta integra nel tempo e che come aveva predetto George Harrison è sopravvissuta e sopravvive agli stessi Fab Four.

La foto sopra racchiude in uno scatto la felicità di aver compiuto uno dei tour più belli della mia vita. Per questo ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato, in primis Ernesto e Gino, Roberto – Roby Rock e tutti i ragazzi e ragazze (di allora e di oggi) con i quali ho condiviso il Magical Mystery Tour.

Ritorno a voi più tardi con l’opening del Music Inn e una jam session molto speciale guidata da Nicola Stilo.

IL PERFORMER SOSPESO TRA TERRA E CIELO

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Foto: fatta da me nel 2008 nella hall del Palau de la Musica Catalana, a Barcellona. Purtroppo non ricordo il nome dello scultore. Ricordo molto bene cosa rappresenta. L’atteggiamento che si dovrebbe avere verso la musica.


Raccolgo il ‘grido’ di Francesco Redig de Campos che riflette sulla propria condizione di musicista contemporaneo.  La dura ascesa per diventare musicista, i lunghissimi anni di studio, l’interminabile gavetta, lo sfruttamento dell’indotto, l’indifferenza dell’opinione pubblica, la diffidenza degli ordini costituiti, l’ignoranza involontaria del pubblico.  Sento di voler amplificare e semmai aggiungere alle sue parole, perchè condivido gran parte del ritratto che fa dei nostri tempi veramente simile alla realtà. E tutto per dire, ma poi negare in conclusione, di non far studiare musica alle generazioni future, onde evitare loro le umiliazioni e le delusioni che ne deriverebbero. In questo trovo un forte richiamo a rispondere come appassionata di musica e come madre. E scrivo a Francesco, che personalmente non conosco, con questa pagina del mio blog, perchè la cosa si fa seria e non ho capito bene, ma alla fine questi figli li facciamo studiare o no?
  >> rispondo a questo articolo [‘Non fate studiare musica ai vostri figli’ pubblicato il 20.6.2012 sul web Globalist]

La rabbia invece la capisco bene. Tuttavia devi considerare che a volte facciamo quello che non possiamo evitare di fare. La musica come l’arte per esistere deve prima di tutto essere generata da una pulsione interiore che spinge inevitabilmente alla creazione. Non si può fare un calcolo a tavolino, nè un genitore può influenzare nel bene o nel male una simile attitudine, in quanto tale. Posso portare esempi, di musicisti ex-impiegati e anche ex-ingegneri. Alla fine ha vinto lei, la Musica. Di certo c’è anche qualche musicista che  ha mollato per diventare assicuratore, ma forse era sbagliata la scelta iniziale. Inoltre non possiamo non considerare le mille variabili che nella vita di ogni giorno si verificano. Non  puoi prevedere il percorso che la goccia farà cadendo sulla foglia, fino al momento stesso in cui cadrà. Per non parlare poi del fattore C oltre  a quello X. Quindi, aspetti negativi inclusi se devi, sarai un musicista, una cantante o un compositore e, guarda un po’, navigherai nello stesso mare dei molti spinti dal solo desiderio di affermazione (o di apparizione televisiva) più che da una vera pulsione. Ma tanto chi fa musica seguendo degli schemi otterrà un prodotto mai una pozione magica. E siccome la storia ci trasmette da sempre la musica migliore, non mi preoccuperei più di tanto anche se uno come Cecchetto dopo vent’anni ristampa un lavoro già all’epoca discutibile di Max Pezzali, perchè so che la sua scia si esaurirà con questa epoca, un tempo in cui paradossalmente continuiamo a seguire con convinzione la scia dell’opera di uno come Battisti. Giustizia fatta.

Penso comunque che il tuo sfogo sia giustificato. Ciò che descrivi è il quadro reale della situazione. Ci penso sempre anche a come uscirne. Tutti i musicisti che incontro ogni giorno non fanno che lamentarsi, giusto. C’è rabbia in giro per il non fatto che si potrebbe fare.  Ognuno ha una soluzione in mente e pensa che sia la cosa migliore. Da qui nasce frustrazione che intravedo anche nelle tue parole e che senza dubbio vive oggi l’artista, anche il più affermato. I motivi li racconti tu stesso. Tuttavia mi fermo per una pausa riflessiva sul fatto che potremmo vedere le cose in modo diverso. Sarebbe l’inizio  del possibile cambiamento per stare meglio, diciamo più comodi. Non possiamo tornare indietro a fermare il tempo, possiamo solamente essere flessibili. E accettare, anche se non ci piace, che oggi è il pubblico a influenzare la musica, mentre prima era la musica ad influenzare le coscienze. Da un certo punto di vista, tutto ciò è abbastanza drammatico. Ma, essendo noi qui ora, perchè non sfruttare il vantaggio che la situazione offre, e pensare di invertire nuovamente il trend restituendo alla  Musica un ruolo guida artistico e sociale. Insegnare Musica a tutti sin da bambini è una possibile strada di apertura, perchè solo attraverso un approccio accademico vero se ne comprenderanno le difficoltà. Formare un pubblico colto e capace di distiguere un’opera d’arte dal puro intrattenimento. A scuola tutti studiamo Italiano, ma solo pochissimi diventeranno scrittori da grandi, tutti gli altri però sapranno leggere i libri. Solo coraggiosi e impavidi musicisti (nati) riusciranno a superare le difficoltà entrando di diritto nell’olimpo dei Performers. Dice la profezia, fatta in casa da me. Tu, essere superiore creativo, tirerai fuori quello che hai dentro e lo metterai sul pentagramma. Tu lo amerai come un figlio tuo. Poi iTunes farà il resto.

Per chiudere ti voglio raccontare un aneddoto. Una psicoterapeuta della musica una volta mi disse che uno dei problemi che affronta spesso con i musicisti suoi pazienti è il gap emotivo che si crea tra il momento della creazione artistica e i momenti di vita reale, fatti di gesti terreni. I performer, ancor di più i compositori, nel momento della creazione sono come sospesi tra cielo e terra perchè un artista per dare vita a un’opera deve innalzare la prorpia anima verso l’immensità di un mondo non terreno, ma spesso l’atterraggio è duro.

Sosteniamo la musica!

SERATA FINALE JAZZ DAY a NY. Nel post di Elena Giorgi

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Una delle cose belle dell’avere una ‘gemella’ come I’m not a groupie. Quando diventi mamma come mi è capitato il 26 aprile per la quarta volta, sai benissimo che per un po’ non potrai mettere mano a nulla che fuoriesca dall’ambito ‘prima infanzia’. E se nel frattempo il 30 aprile si è celebrata la prima giornata mondiale del jazz UNESCO [>post] e tu che ci tenevi tanto non hai potuto neanche scrivere due righe in merito? Ecco che la gemella Elena corre in aiuto con un fantastico post dedicato al concerto di chiusura del primo International Jazz Day, andato in scena a New York, che consiglio ai lettori di Romalive per rivivere quei momenti e conoscere i dettagli di questa prima importante giornata (finalmente) dedicata alla musica che più amiamo . Brava Zia Elena ! Grazie.. LEGGI IL POST

MORE & CURIOSITY

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Raphael Gualazzi si è esibito al primo
International Jazz Day il 27 aprile
agli UNESCO Headquarters di Parigi.

RECORD STORE DAY 2012 [21.4.2012]

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Sab. 21.4.2012
RECORD STORE DAY 
dedicata ai Negozi Indipendenti di Dischi
in tutto il mondo (vd a seguire le Location di Roma)

In un momento di grande crisi di un mercato che fino a poco tempo fa era destinato (dalle previsioni sul settore) a scomparire completamente e che ora invece sta vivendo, almeno apparentemente, una nuova stagione con una sorta di ritorno al vinile, la giornata vuole sensibilizzare il pubblico verso questo ramo della musica oltre a promuovere e valorizzare la cultura del negozio di dischi.

Molti i negozi in tutto il mondo che aderiscono all’iniziativa con Welcome discount e promozioni di ogni tipo. Anche questo e’ un modo per aiutare la musica e dire ‘grazie’ ai tantissimi artisti che spendono la loro vita per regalare la musica a tutti. ‘Regalare’ per modo di dire! Non dimenticate infatti di COMPRARE la musica e NON SCARICARE dalla rete perché é comunque un piccolo (o grande) furto , fin troppo accettatto e condiviso socialmente,  ai danni degli artisti.

LE LOCATION DI ROMA:

Blu rosso giallo 
Via ugo ojetti, 144 
Roma 

Darkstar music store 
Viale delle Accademie, 53  
Roma 

Diapason 
Viale 21 aprile, 6 
Roma 

Discopiu online 
http://www.discopiuonline.com/ 
Roma 

Discoteca laziale 
http://www.discotecalaziale.com/ 
Roma 

Doctor Music 
http://www.doctor-music.net/ 
Roma 

Edf point 
Via mario rigamonti, 100 
Roma 

Effetto suono 
Viale caduti per la resistenza 79 
Roma 

Elastic rock 
V.le dei quattro venti, 237-239 
Roma 

Freak out 
Via salaria 121/d 
Roma 

Freak out 
Via valle borbera, 46 
Roma 

Hellnation Record Store 
https://www.facebook.com/pages/HELLNATION-Store/143426122415136 
Rom  Via Nomentana 113

Hocus Pocus Record Store 
http://www.hocuspocusroma.com/  
Via Marruvio, 18 – 00183 Roma (zona S.Giovanni)

L’ allegretto 
Via oslavia, 44 
Roma 

La rockaforte 
Via duchessa di galliera, 24 
Roma 

Mannequin Records 
http://www.mannequinmailorder.com/ 
Roma 

One Love Music Corner 
Via di Porta Labicana 38 San Lorenzo 
Roma 

Pink moon 
Via antonio pacinotti 3/c 
Roma 

Radiation records 
http://www.radiationrecords.net/ 
Roma 

Tarkus records 
Via andrea baldi 29 
Roma 

Transmission 
Via dei salentini, 27 
Roma

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>> Le location nel mondo