taken from the album TRANETY ALBCD-013
Animation by Alessandro Fantini
alborejazz.com
Claudio Filippini | Piano
Luca Bulgarelli | Contrabbasso
Lorenzo Tucci | Batteria
Registrato a Icarus Recording Studio, Roma Italia, 28|29.11.2010
Recording engineer, Stefano Del Vecchio
Mixing & mastering engineer, Luca Bulgarelli
[C] 2011 ALBORE JAZZ
All rights reserved.
L’ElectroSwing è un genere musicale con origini inglesi che fonde lo stile swing con musica elettronica di vario stampo, tra cui House, Hip Hop, Turntablism e Pop. L’electro swing è un genere molto conosciuto in Europa e le sue maggiori influenze derivano da artisti dell’era Swing come Django Reinhardt con il suo Jazz manouche o Louis Jordan e Louie Prima che sono più influenzati dal jazz o dallo swing. Lo stile Electro Swing nasce in Italia da un’idea della band Jazzbit Jazbeat con il remix del brano famosissimo “Sing sing sing” poi ripreso da nel 2010 da Yolanda be cool e da un remix del brano “It don’t mean a thing” della band Gabin che hanno aperto la strada alle molteplici band europee come i Caravan Palace e Parov Stelar, a seguire gli Algorhytmik, i Deluxe e Odjbox (il cui Electro Swing si fa molto alla musica gitana). In Italia i rappresentanti maggiori di questo genere sono Jazzbit Jazbeat, Gabin, The Sweet Life Society, DJ Farrapo, Dj Ghiaccioli e Branzini, gli Swingrovers e Dj Grissino.
Lo Swing house è un sottogenere dell’ElectroSwing ed è stato popolare negli anni ’80 e i primi anni ’90 ma un ulteriore revival si è rivisto nel 2011. Entrambi i generi sono collegati al revival del ballo swing, in particolare il Lindyhop
Se volete ascoltare un po’ di musica, oltre a ricercare gli artisti italiani appena citati, ecco una selezione di brani ElectroSwing tra i più famosi
Jazzbit Jazbeat – Sing sing sing
Jazzbit Jazbeat – Swingin’ man
Gabin – Doo uap, doo uap, doo uap
Caravan Palace – Suzy
Caravan Palace – Jolie Coquine
Caravan Palace – Brotherswing
Parov Stelar – Libella Swing
Parov Stelar – Catgroove
Parov Stelar – Chambermaid Swing
Parov Stelar – Booty Swing
OdjBox – Baker’s Dozen
Algorhytmik – Andrew’s Break
Algorhytmik – Muppet Chaud
Deluxe – Pony
PS: una nota fatta per Roma Jazz Festival 2014
di C.Piraino
Mi piace tutto di Stromae. Ma è come dire mi piace un bella giornata di primavera. E sì, perché mentre pensavo che fossimo piombati in un autunno grigio e senza fine (sì lo so sono drastica e pessimista, e ci vado giù dura se la musica non mi piace – me lo ha detto anche Gino) ho trovato sul mio cammino questo folle-tto del nuovo secolo. E’ tutta un’altra storia Stromae. E’ Formidable e fa bene a dirselo.
L’intreccio di due melodie distinte e separate, in principio, che poi nella seconda strofa arrivano a fondersi in una sola voce in un lucido susseguirsi di ‘Pensieri e Parole’ esattamente come in un dialogo tra due persone che si amano o che si sono amate, nel momento decisivo della loro relazione. Forse un addio. Senza dubbio un momento di verità. Era il 1971 e la coppia Mogol-Battisti pubblicava questa meraviglia. Esattamente 20 anni dopo, nel 1991, Mia Martini e Maurizio Giammarco realizzano una versione studio del pezzo degna di nota. E’ uno dei brani che preferisco in assoluto. Mi è venuta voglia di ascoltarlo perché oggi, 17 agosto, Mogol compie gli anni e vorrei dirgli mille volte grazie per tutto quello che ha scritto.
Nel video Rai, ritrovo un Lucio Battisti pazzesco e dal vivo. Fa venire i brividi e lascia un testamento artistico importantissimo. E pensare che nella sua epoca fu considerato da alcuni un tipo strano, incomprensibile e soprattutto stonato. Tuttavia, va ricordato che quella era l’Italia del bel canto e che un progetto come Mogol-Battisti stava solo iniziando a posare le fondamenta di un cambiamento straordinario.
Torna dal 17 Luglio il festival della bella Tolfa, uno dei nostri tanti gioielli laziali. Il festival giunge alla sua 6^ edizione e va in crescendo! Gode di ottima salute e anche nel 2015 mette in scena un cartellone di belle cose. Con l’obiettivo di mostrare tutto il Jazz, dalla tradizione alle forme espressive più attuali, la rassegna dal 2010 si contraddistingue sempre per qualità e diversità.
Nel 2015 il programma, dal 17 al 19 luglio, è descritto dalla stessa organizzazione come una “jambalaya” – piatto tipico creolo della Louisiana di origine provenzale esempio dell’incontro di tante culture diverse, africana, spagnole e dei nativi americani. Una giusta immagine per descrivere questa variopinta festa del Jazz nella bellissima Villa Comunale di Tolfa. Il programma dei concerti, che leggete qui di seguito, è veramente ricco.
Ha colpito tutti la morte di Freak. Giornali e online sono pieni di ricordi e saluti. Tutti i più grandi giornalisti e artisti in queste ore lasciano un ricordo e una parola per lui. Ma se erano anni che non mi cagavate (starà dicendo lui da su, o forse da giù). Chi ha qualcosa di concreto da dire è sicuramente Simone Avincola, giovane cantautore romano che non avrebbe mai pensato, invitando Roberto nel suo disco d’esordio appena pubblicato, che quella registrazione sarebbe stata una delle ultime incisioni dell’istrionico rocker bolognese.
ROMALIVE: Simone dimmi di più..
SIMONE AVINCOLA: Organizzammo un suo concerto a Roma, in un locale che gestivo. A fine concerto mi chiese di fargli sentire qualcosa di mio. Gli feci sentire Così canterò tra vent’anni e ne rimase folgorato, si mise a ridere e cominciò a dire: “Qui sarebbe bello che ci fosse la moglie che… Il figlio…. ecc..” Nacque così la nostra amicizia. Ci sentivamo spesso per telefono. Mi chiamava lui, lo chiamavo io. Poi con l’avvicinarsi della fine del disco, andai su a Bologna per registrarlo. Entrammo più in intimità, mi raccontò la sua vita e delle sue esperienze personali e mi parlò di musica. Un mese fa mi ha chiamato per telefono. Mi ha fatto gli auguri per il disco e io gli ho fatto gli auguri per un’operazione che doveva fare e che lui diceva esser ‘tranquilla’, ma a quanto pare così non è stato. La sua morte mi ha colpito molto e non mi aspettavo questa ricaduta della malattia.
A metà Marzo sarebbe dovuto tornare a Roma perché avremmo fatto insieme ‘cosi canterò tra vent’anni’, ma purtroppo ora sono qui a ricordarlo. Tuttavia, come ha giustamente detto Fiorello nella sua Edicola, Freak va ricordato con un sorriso.. evitando tristezze e banalità. Io così lo ricordo. E lo ricordo anche per la sua dolcezza come in questo brano “Pero Quasi”, uno degli ultimi.
ROMALIVE: è molto divertente il cameo nel tuo video …
SIMONE AVINCOLA: Come si vede nel video Freak recita una parte e in alcuni frame è addirittura visibile. Ci siamo divertiti moltissimo a farlo e in realtà la registrazione totale del lavoro dura quasi 3 ore in cui quel geniaccio ha improvvisato tanti diverse situazioni come la parte delle mie fan, Radio Avincola, di mia moglie e dei miei figli, ecc. Per il video ovviamente abbiamo dovuto fare una scelta e prenderne solo una parte che abbiamo inserito nel album e nel video. Ma oggi avere queste tre ore di improvvisazione per me è il regalo più bello e il suo valore è enorme. Non sono sicuro se dopo questa collaborazione Freak abbia partecipato ad altri lavori, di sicuro come uscita di produzione, quella con me è una delle ultime
ROMALIVE: ora porti con te un ricordo importante. Quale è la lezione umana e artistica che Roberto ti lascia?
Oggi 9 gennaio 2013 ci ha lasciato silenziosamente un grande percussionista americano che aveva fatto dell’Italia la sua seconda patria. Karl Potter, classe 1950, era nato in New Jersey e si era trasferito in Italia negli anni settanta trovando qui il proprio posto accanto a grandissimi musicisti italiani. Soprattutto viene ricordato per aver collaborato con Pino Daniele dell’epoca d’oro, nel periodo di Nero a Metà, per intenderci, disco nel quale Karl suona oltre a fare i numerosi tour live nel tempo che seguì. Ma Karl ormai residente romano, era diventato un importante compagno per molti progetti del Jazz. Oggi, caro Karl, questa comunità ti sta piangendo perchè un pezzetto di noi te lo sei portato via andandotene. Io lo voglio ricordare così, come una persona molto gentile e che fino all’ultimo non si è risparmiata, tantomeno sul palco. E anche se il diabete lo aveva fortemente indebolito negli ultimi anni Karl continuava a cantare e a suonare a suo modo, animando, incitando e trascinando la band. Lo salutiamo così come lui diceva spesso: Ciao Guagliò
in questo video Karl Potter suona al Tuscia in Jazz in una delle sue ultime apparizioni nell’estate 2012, con lui Aldo e tanti altri amici.