DEDICATO A OSVALDO ZOTTO

Standard

 

 

Caro Osvaldo, come tu avevi desiderato canterò al Giardino del Tango venerdì 22 gennaio prossimo. Non ci sarà il tuo corpo, ma rimane presente il tuo amore e la tua anima generosa e umile che mi guiderà e mi darà la forza per cantare. E’ a te che dedico il mio concerto perchè rimarrai sempre nella mia memoria e di quanti hanno avuto l’onore di conoscerti, così con il tuo sorriso sempre bellissimo.

Norma Beatriz Santillo

_______________________

Venerdì 8 gennaio 2010 è venuto a mancare il ballerino e maestro di tango Osvaldo Zotto, a causa di un infarto che lo ha colpito mentre si trovava nella sua abitazione di Buenos Aires, nel quartiere di Boedo. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato da uno dei suoi più cari amici.

Osvaldo Zotto è stato un grandissimo ballerino. La sua eleganza e bravura sono tali che è difficile descriverle. Un vero Signore del Tango. A Roma Osvaldo è venuto più volte e in molti hanno avuto il piacere di conoscerlo e partecipare ai suoi numerosi eventi.

Romalive lo saluta pubblicando la sua ultima esibizione in Italia.

Vodpod videos no longer available.

.

MORE Info

>>> Lettera del fratello, Miguel Angel Zotto 

>>> Concerto di Norma Beatriz Santillo

.

La scelta di Lorenzo, un passo indietro per andare avanti.

Standard

Il 2009 è stato un anno un po’ noioso musicalmente, in cui non ricordo nè l’uscita di un disco di quelli che lasciano il segno nè conservo la memoria di un live di particolare interesse, a parte il concerto del cantastorie Tonino Zurlo nel festival di Fogliano a Luglio e quello degli U2 trasmesso in live streaming dal canale Youtube della band irlandese a fine Ottobre dallo stadio di Rose Bowl in California. Di certo non posso dimenticare le persone che in questo anno ci hanno lasciato e che per la musica, per me, hanno rappresentato un pezzo di vita.

Michael Jackson, prima di tutti e sul quale è stato detto ormai già molto, anche dalle pagine di questo piccolo Blog romano, sul quale centinaia di persone hanno voluto lasciare la propria opinione o un semplice pensiero in memoria di questo strepitoso artista.

Di Michael vorrei solamente dire che la sua scomparsa, a mio parere non prematura date le pessime condizioni di salute in cui versava da anni, ha dato la possibilità a chi lo aveva un po’ dimenticato di ri-ascoltare 40 anni di musica di qualità e ai più giovani, che non lo conoscevano affatto, di entrare in un mondo di note bellissime che li ha immediatamente affascinati. Allora ho pensato che anche nella morte questo Artista ha saputo dare il suo contributo all’umanità e forse a  smuovere le nostre coscienze in un momento storico di totale risacca artistica e compositiva da un lato e di passività del pubblico indotta da media troppo pressanti dall’altro. Michael ancora una volta pur morendo è riuscito ad ampliare le nostre prospettive e speriamo che tutto cio’ possa favorire una nuova ondata di creatività e di cambiamento nella musica. Ciao caro Michael, I Love You More!

***

In questi dodici mesi pero’ c’è un artista che mi ha stupito, che in realtà continua a stupirmi da anni perchè decide di fare sempre la cosa giusta al momento giusto. E’ Lorenzo Cherubini, Jovanotti per tutti noi. Un artista che non è facile definire, hip-pop vocalist, pop artist o forse un cantastorie, ma soprattutto un fonte continua di buone idee, capace di offrire nuovi spunti e ampie vedute alla musica, che Lorenzo per primo vive intensamente sulla propria pelle.

Per lui ci sono stati anni di grandissimi successi confermati sempre durante gli eventi live dove la protagonista è stata la musica, come alla fine degli anni ’90 con il Tour culminato nella curva dell’Olimpico a Roma, che ricordo come uno dei più bei live cui ho assistito, con i musicisti tra i più bravi che si conoscano. Negli ultimissimi anni poi Lorenzo ha sperimentato le nuove tecnologie sviluppando un intenso rapporto con i suoi fan attraverso i vari canali web, lanciando spesso alla rete sfide interessanti che hanno avuto un grande seguito – come il concorso per il video del brano Safari, e  tante altre iniziative, che sarebbe impossibile elencare qui. Non dimentichiamo inoltre che da sempre collabora con i migliori musicisti italiani ed internazionali i quali hanno valorizzato le sue composizioni.

Insomma, che cosa di più ci potevamo aspettare da una persona così artisticamente prolifica? Sicuramente non ‘un passo indietro’. E invece lo ha fatto! per andare a ritrovare quella musica più interiore e intima che forse – per la grandiosità delle iniziative che lo vedono sempre protagonista – cominciava a mancargli. Un passo indietro, ovviamente metaforico, perchè ora Lorenzo ha deciso di tornare alle origini o a quella che di solito si definisce la gavetta per un musicista, iniziando a suonare nei piccoli club negli Stati Uniti, in particolare a New York, dove tutto è possibile con una formazione mista italo-newyorkese con la quale girerà i locali suonando per un pubblico piccolo di numero e con piccoli compensi che si hanno dai piccoli club, seppure la location è il centro mondiale della musica.

Perchè questa scelta? Lorenzo spiega che “Nei Palasport e nelle arene all’aperto lo spettacolo è fatto di musica ma anche di regia, di luci, di video, di spazi scenici e tutto viaggia come una grossa macchina narrativa. In un club di poche centinaia di persone è tutto il contrario. Tutto avviene all’impronta, si è molto più vicini a un approccio funky jazz da jam session. I pezzi sono gli spunti di partenza per creare ogni sera qualcosa di nuovo e diverso” […] “New York – prosegue l’artista in un’intervista pubblicata sul suo sito Sole e Luna – è la capitale mondiale della musica e della cultura moderna, semplicemente. A New York c’è più musica brasiliana che in brasile, più musica africana che in africa, più musica latina che in tutto il sudamerica ma tutte le musiche appena toccano il suolo di New York cambiano di segno, perdono la protezione del luogo di origine si trasformano in musiche migranti e questo le rende irresistibili. La grande musica è sempre migrante, è il frutto di uno sradicamento, di una lontananza. Quella lontananza a me interessa molto, mi emoziona, mi fa sentire un essere umano tra gli esseri umani. In fondo l’hip hop, che è la musica con la quale io ho iniziato a pensarmi un “musicista”, è l’ultima evoluzione del blues che è la musica dello sradicamento per eccellenza.

Lorenzo suonerà 3 volte a settimama a New York per due mesi di seguito per un totale di una ventina di show nei locali più cool della città durante i quali potrebbe succedere di tutto. Partirà insieme a Saturnino al basso e Riccardo Onori alla chitarra e lì formeranno un collettivo aperto di musicisti dell’area newyorkese per realizzare ogni sera un set diverso. Ci saranno le canzoni storiche di Lorenzo ma anche molto spazio alle novità, all’improvvisazione, alla sperimentazione, al dj style. Ci saranno ospiti di passaggio in città e musicisti nuovi. Un vero e proprio laboratorio musicale aperto al pubblico.

Per questo Lorenzo è l’artista italiano che in questo momento ci rappresenta nel mondo, colui che porta con se  la nostra storia, arte e cultura e che riesce a creare con la musica un universo veramente unico o, per meglio dire, unito. E noi di questo ne andiamo veramente fieri!

Buon Anno da Romalive e Buona Musica a Tutti!!

__________________________________

More Info

>>> Canale YouTube U2 – Rose Bowl

>>> POST Romalive su Michael Jackson

LE DATE AMERICANE del Tour USA 2010
(confermate per ora)

22/04  Washington, 9:30 Club
24/04  New York, Webster Hall
25/04  Philadelphia, World Cafe Live
28/04   Boston, Paradise Rock Club
01/05  Montreal, L’Astral
04/05  Toronto, Lee’s Palace
06/05  Chicago, Lincoln Hall

LUIGI, FIGLIO MIO

Standard

Emanuela, sassofonista e mia grande amica, da mesi ha iniziato un percorso di ricerca sulla vita e la morte di uno dei cantautori più significativi del nostro ‘900. Luigi Tenco. Personalità ricca di sfaccettature che ci ha regalato le Parole tra le più profonde che la musica abbia mai prodotto e Note, che ancora oggi sono motivo di ispirazione per musicisti e compositori, dal pop al jazz, senza distinzione. La sua morte tragica e misteriosa lascia un grande vuoto  e il desiderio, nonostante siano passati molti anni di chiarirne le dinamiche, tuttora non ben definite. Emanuela è una delle persone che sta seguendo la vicenda e durante un viaggio nei luoghi dell’infanzia di Luigi Tenco, ha scritto questa poesia, dedicata al ricordo di Teresa, madre del cantautore. Con immenso piacere oggi la pubblico per tutti voi.

__________________________________________

Cara Cri, Spero ti possa emozionare così come ha emozionato me. Mi sono fatta madre in quel momento, quella madre, e scrivendola ho sofferto anche io. Di certo non l’ho copiata, di certo non l’ho scritta per nessun motivo. L’ho scritta e basta. Tenco  è nel mio cuore, e  da quando ho iniziato la mia ricerca mi sento molto ‘fertile’. Vediamo se riusciamo a fare qualcosa di più ambizioso….Ovviamente condividerò tutto con te…

Un abbraccio, Manu

Figlio,
che sei nato quando la terra si svegliava,
e così come lei si preparava a dare i suoi frutti,
sei venuto alla luce.

Figlio,
che il destino ha voluto che mai pronunciassi il nome papà,
spero di essere stata l’ombra silenziosa di quell’uomo che ti mancò.

Figlio,
che quando da piccolo cadevi,
mi rimproveravo di non essere stata la, dietro di te
ma che poi guardando quegli occhi bagnati di vita,
tu mi regalavi un sorriso, ed io tornavo a vivere grazie a te.

Figlio,
che sei scappato dietro ad un sassofono ed una chitarra,
ed io con quel libro in mano mi facevo odiare se ti riportavo alla realtà.

Figlio,
che ti vedevo in quella scatola strana
e del tuo bel volto riconoscevo solo il nero ribelle dei tuoi capelli…
come mi arrabbiavo quando quel grigio ingiusto si impossessava delle tue labbra!

Figlio,
che sapevo che eri tu alla porta perchè solo con te il cane abbaiava così,
mi sorridevi quando ti dicevo di farla finita di giocare con le note
e abbracciandomi mentre di spalle facevo finta di essere altrove mi dicevi:
Vedrai mamma, vedrai che un giorno cambierà!

Figlio,
che quando eri li su non so a far cosa,
io mi sentivo regina e facendomi piccola e silenziosa
per nulla al mondo avrei disturbato quel misterioso lavorio.

Figlio,
che quando quel giorno ti ho stirato la camicia bianca,
non lo sapevo mica che ti avrebbe accompagnato in cielo.
Neanche quella pulita t’hanno messo,
a te Figlio mio che ci tenevi tanto ad andar preciso!

Figlio,
che se avessi saputo che quel CIAO era l’ultimo,
t’avrei accompagnato io dal buon Dio,
prendendoti la manina come quando andavamo a scuola.

Figlio,
che il giorno in cui ho chiuso gli occhi
è stato il più bello della mia vita,
perchè ora che sono con te
finalmente credo a quel…
“Vedrai mamma, vedrai che cambierà”


MORE ABOUT

 

>>> POST: LETTERA A TENCO di Emanuela Cianfrocca

>>> FOTO e PAROLE di Tenco su Flickr.com

 

CONCERTO U2 IN DIRETTA SU YOUTUBE

Standard

Dom. 25|10|2009
Concerto degli U2 in diretta su Youtube
in ITALIA Lun. 26|10 h. 4:30
(ora italiana)

>>>>  ENTRA NEL Canale ufficiale degli U2

Youtube trasmetterà in diretta il concerto degli U2 che si terrà in California alle 20:30 – ora USA –  del 25|10 al Rose Bowl di Pasadena. In Italia lo vedremo quando saranno le 4:30 del mattino del lunedì 26 ottobre.

A Pasadena sono attese almeno centomila persone e chissà quanti saremo in rete! Si prevede infatti unanotevole afflusso di utenti collegati in diretta live streaming al portale video di Google.

E’ sicuramente un evento importante per la rete e per Youtube la realizzazione di un progetto ambizioso – in quanto il collegamento si realizzarà per la prima volta assolutamente in diretta. Il concerto sarà trasmesso in 12 paesi compresa l’Italia e penso che abbia un valore storico oltre all’evento, che sicuramente non deluderà le attese delle migliaia di fans del gruppo irlandese, che ancora una volta fa’ da apripista verso il futuro. Stiamo entrando velocemente in una nuova era o forse ci siamo già dentro, ma fatichiamo a rendercene conto.

Per vedere il concerto basterà collegarsi al canale ufficiale degli U2 il 25 ottobre alle 5:30 del mattino, ora italiana. (CONTROLLATE L’ORA LEGALE IN ENTRATA)

FAME 2009

Standard

 >>> dal post FAME DAGLI ANNI ’80

Curiosità 

La Frase più famosa del serial TV anni ’80: Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama. Ma queste cose costano, ed è esattamente qui che si incomincia a pagare, col sudore!

Negli anni recenti, in Italia, qualcuno ha tentato invano di trarre giovamento della scia, ancora luminosa, di quel serial tv, intitolando un reality Saranno Famosi, traduzione italiana di Fame. Ma dopo aver perso la causa con i detentori dei diritti del serial tv, divenne Amici di Maria de Filippi e oggi più brevemente Amici.

Naturi Naughton, che vediamo nel video ufficiale di Fame 2009, nel film interpreta il ruolo di Denise una pianista della School of Arts.

Vodpod videos no longer available.
video Fame 2009 di  Naturi Naughton

Scheda Film

Fame, Saranno famosi 2009

Regia: Kevin Tancharoen Anno: 2009
Con: Asher Book, Kristy Flores, Naturi Naughton, Paul Iacono, Paul McGill
Trama: A New York, nella vivace atmosfera della prestigiosa School of Perfoming Arts, ballerini, cantanti, attori e artisti di talento hanno l’opportunità di dar vita ai loro sogni e ottenere un successo reale e duraturo, quello che nasce dal talento, dall’impegno e dal duro lavoro.
Critica: (di Paolo D’Agostini, fonte: repubblica.it) Purtroppo il prototipo di Alan Parker di tre decenni fa è responsabile di tutte le mostruose degenerazioni real-televisive che affermano l’esatto contrario del suo messaggio: che basta “figurare” per “essere”. Tuttavia, malgrado ciò e forse proprio per riaffermare il senso vero e originario del fortunatissimo cliché, questo remake affidato alla regia di un coreografo è la migliore risposta agli insulti brunettiani. Gli artisti dello spettacolo – quelli veri – non sono lazzaroni fannulloni parassiti. Sono gente che si fa un mazzo tanto. Torniamo dunque tra le pareti laboriose e ultraselettive della celeberrima accademia newyorkese “of Performing Arts”, che forma cantanti, musicisti, attori, ballerini, scoraggiando senza pietà chi cerca la scorciatoia del successo e della fama senza merito. Qualità scenografiche, fotografiche, coreografiche e musicali. Ma non narrative.

JOVANOTTI A CUBA PER LA PACE

Standard

Habana Cuba, 20 settembre 2009, un milione di persone in piazza per la musica. Cuba è certamente abituata ad avere queste folle riversate nelle strade come in occasione dei tanti comizi tenuti dal Leader Maximo.

Questa volta però  la Plaza de la Revolucion si è riempita di persone venute ad ascoltare le note de 14 artisti riunitisi per dare vita la concerto “Pace senza Frontiere“, organizzato dal musicista colombiano Juanes per favorire il dialogo e la pace tra gli Stati Uniti e Cuba.

Che la musica sia un linguaggio universale più delle stesse parole  è un dato di fatto e credo che questo genere di eventi siano utili ad aprire la mente. Anche se, per quanto è grande il divario tra i due paesi, questo concertoi sembra essere stato come una goccia in un mare, ma almeno è stata versata.

All’evento ha partecipato Jovanotti  – unico italiano e unico di lingua non spagnola. Lorenzo Cherubini ha infiammato la piazza con due dei suoi brani più conosciuti anche all’estero “Penso  positivo” e “L’ombelico del mondo”. 

Vodpod videos no longer available. 

Per questo concerto Jovanotti ha suonato con una Band messa insieme dalla rockstar colombiana, formata da grandi artisti latino americani. L’evento in se è stato unico. Per la prima volta che si è suonato esclusivamente per sostenere il valore della pace e non a sostegno della politica del governo, violando di fatto i principi vigenti sull’isola che regolano l’embargo.

Lorenzo è stato invitato perchè la sua musica è molto seguita e apprezzata a Cuba, dove nel ’95 aveva tenuto un primo concerto pur essendo un artista internazionale sotto contratto con una “major”.  

Il concerto del 1995  fu un evento importante e fu molto seguito dai media, ma ancora più significativo è stato per i circa 50 mila ragazzi presenti  che hanno avuto la possibilità di conoscere la musica e i testi di Lorenzo. 

Goccia dopo goccia può diventare un mare …

 

Juanes, cantante e compositore rock, colombiano. Giunto alla fama internazionale nel 2005 con la sua Camisa Negra. Sin dal suo album d’esordio nel 2000 viene premiano con molti Latin Grammys, 12 ad oggi, che lo eleggono senza dubbio come uno dei migliori artisti del panorama musicale latino americano.

 

 

 

LEZIONI DI MUSICA: BIX

Standard

liberamente tratto da wikipedia

Bix, vero nome Leon Bix Beiderbecke (Davenport, 10 marzo 1903 – New York, 6 agosto 1931) è stato un pianista, trombettista, compositore e cornettista statunitense.

Siamo negli anni Venti e il mondo del Jazz è attraversato dalla leggenda di un trombettista bianco chiamato Bix. È uno dei migliori musicisti del momento e la sua breve vita è così spericolata e leggendaria che confonde e sovrasta le sue notevoli doti musicali. Il suono della sua cornetta è delicato e particolare, elevate le sua capacità nell’improvvisazione.

Beiderbecke nasce nello Iowa da una famiglia di classe media, emigrata dalla Germania. Da ragazzo si divertiva a sgattaiolare verso le sponde del Mississippi, per ascoltare le jazzbands, che suonavano sul ponte dei Riverboats, mentre risalivano la corrente del fiume. Bambino prodigio, impara a suonare il piano a tre anni e subito dopo si avvicina alla cornetta da autodidatta, folgorato dall’ascolto in un negozio di un disco della Original Dixieland Jazz Band di Nick La Rocca.

Il profitto scolastico di Bix era alquanto deludente, a causa delle frequenti assenze fatte per il suo stato di salute precario. Per questo i suoi genitori decisero di mandarlo al College, anche piuttosto esclusivo, di Lake Forest Academy, poco a nord di Chicago: erano convinti che incrementando la disciplina e l’applicazione scolastica, la sua formazione culturale ne avrebbe tratto giovamento. Purtroppo però le uniche materie che appassionavano Bix erano la musica e lo sport. Bix cominciò da subito a bazzicare Chicago, e tutte le volte che se ne presentava l’occasione, andava nei locali della città ad assorbire il calore della musica che emanavano le jazzbands. Troppo spesso, però, rientrava al college in ritardo oppure era assente alle lezioni del giorno dopo. Questa situazione durò finché la direzione del college lo invitò ad abbandonare l’istituto, visto il suo scarso profitto a causa dei suoi interessi extrascolastici. Fu così che ebbe inizio la sua carriera musicale.

A quel tempo Chicago era la culla del Jazz e naturalmente Bix ne viene influenzato. Nel 1923 diviene musicista professionista e cornetta solista del gruppo Wolverines. Con loro incide delle storiche registrazioni. Un anno dopo Bix lascia il gruppo e si unisce all’orchestra di Jean Goldkette. Ma perde subito il lavoro perché non sa leggere la musica. Trascorre un paio d’anni peregrinando tra Chicago e St. Louis, suonando in piccoli gruppi o orchestre, stretto nella morsa dell’alcool.

Arriva il 1927, suo anno magico; ritorna a suonare con Goldkette e registra il suo capolavoro pianistico In a mist, un pezzo di sapore vagamente debussiano, che incise con diverse formazioni. Incide con un piccolo gruppo dei pezzi storici, firma con Paul Whiteman ed entra nella sua mitica orchestra come cornetta solista. I concerti e le conseguenti registrazioni con Whitman, dove si ascoltano i suoi assolo, sono di portata storica per il Jazz, ma i due anni (1928 – 1930) di permanenza nell’orchestra sono tumultuosi. La dipendenza dall’alcool lo porta alla distruzione e alla morte a soli ventotto anni. Di lui rimane la leggenda e il rispetto della gente di colore per un bianco che sapeva suonare divinamente la loro musica.

Su Bix ricordo un bellissimo film di Pupi Avati, intitolato proprio Bix del 1990.