MUSICA EMERGE.. DAL PRIMO MAGGIO

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locandina_1
il motivo per cui sono un po’ sparita da queste pagine, per una buona causa

Grazie a questo Contest, erede del Primo Maggio tutto l’Anno, indetto dalla più autorevole macchina italiana di Live Music, ovvero dal Primo Maggio, 6 band o singoli artisti potranno salire sul palco di San Giovanni davanti a centinaia di migliaia di persone, e non oso immaginare quanto sarà grande l’emozione per chi sarà il fortunato artista o la band prescelta. Quindi con questa locandina parlante ve lo segnalo nuovamente, perchè a qualcuno potrebbe essere sfuggito che il termine di Iascrizione al contest è stato spostato al 28 febbraio pv. Fino a tale data chiunque si sentirà abbastanza pronto a calacare quella scena, potrà iscriversi attraverso il sito web dedicato 1MFestival  mandando un video anche videoclip e poche altri feed-info per essere inseriti nel concorso. Poi sarà la rete, insieme a una giuria tecnica, a votare dal 1 al 10 marzo. Per tutte le info vi consiglio di visitare il sito appena citato.

seguitelo anche su TW @1MFfestival #PrimoMaggio #1MFestival

MUSICA E PENTIMENTO

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brand israel

Ieri sera sono andata a sentire il concerto del trio di Anat Fort nell’Aula Magna del Rettorato della Sapienza, programmato dalla IUC (Istituzione Universitaria dei Concerti) e patrocinato dall’Ambasciata di Israele. Davanti al botteghino si era radunato un gruppo di manifestanti contro il regime di Israele che mi consegna molto gentilmente un volantino. In un primo momento ho trovato molto fuori luogo quella piccola manifestazione, insomma Anat Fort viene salutata come “il nuovo talento Jazz” da Israele, ed una ragazza di Tel Aviv non deve NECESSARIAMENTE appoggiare l’occupazione Israeliana della Palestina e gli orrori compiuti contro il popolo Palestinese. Anzi un giovane talento del Jazz non può che CONDANNARE queste atrocità, ed il fatto che venga a suonare in Italia con il patrocinio dell’Ambasciata Israeliana non è che un segno positivo, della grandezza dell’arte che unisce, che n(m)obilita che … Mi ronzavano in testa pensieri su Musica e impegno civile e politico, intrattenimento, indipendenza dell’Arte……pago gli 8 eur-under 30-anziché 20, ed entro con l’atteggiamento tipo “vediamo cosa succede”. Il concerto non mi ha entusiasmata ma non voglio spendere nemmeno una parola su questo…esco dall’Aula Magna a fine concerto e scopro sulla bacheca “press” che il “nuovo talento del Jazz israeliano” ha 42 anni… rileggo il volantino… penso agli 8 euro spesi. Penso che tutto acquista un altro senso (e con questo non dico che a 42 anni non ci si possa sentire giovani)… penso che con una manifestazione fuori dal tuo concerto, sarebbe stato il caso di spendere qualche parolina in più che un timido, generico e poco convincente augurio di “pace nel Medioriente”. Penso agli 8 euro spesi, all’Ambasciata Israeliana, a quando avrò 42 anni.. .penso a quanto ancora sono illusa. Penso al fatto che almeno penso, ma non basta pensare! Musica e pentimento.

di DENISE CASH

DISCHI FRESCHI 2/2013

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SPACES FRANCESCO CATALDO

FRANCESCO CATALDO “SPACES” (ALFA MUSIC)

In uscita il 28 Gennaio per Alfa Music il secondo lavoro del chitarrista e compositore Francesco Cataldo “Spaces”. L’artista siracusano ha registrato l’album presso i Sear Sound Studios di New York accompagnato da cinque musicisti di eccezione che vantano collaborazioni con importanti artisti di fama internazionale (alcuni dei) quali Pat Metheny, John Scofield, Jim Hall, Paul Motian, Scofield, Joe Lovano, Eddie Gomez e Chris Potter. I brani sono esclusivamente composizioni originali di Francesco, da lui scritti ed arrangiati in occasione della session di registrazione. Il sound del quintetto, che vede Francesco alla chitarra elettrica e baritona, Scott Colley al contrabbasso, David Binney al sax, Salvatore Bonafede al piano e Clarence Penn alla batteria (ed il famoso violoncellista newyorchese Erik Friedlander ospite del brano “Raccontami”), si presenta in una veste raffinata e mira ad ottenere un equilibrio tra i vari strumenti e le varie personalità musicali, sempre all’ insegna dello spirito di gruppo e dell’interplay. Caratteristica delle composizioni è una continua ricerca del lirismo e della melodia, una melodia però che conserva la piacevolezza melodica anche su strutture armoniche complesse. Infine, intento primario è stato quello di ottenere un prodotto musicale in cui non prevalga, come di solito avviene, la chitarra, ma un sound di gruppo equilibrato.

Per conoscere più da vicino Francesco vi segnalo questa intervista per Radio Fm Italia condotta da Oriana Vella, dove l’artista parla della sua esperienza newyorchese, della sua città, Siracusa, e della genesi di alcuni dei suoi brani.

LINK DI APPROFONDIMENTO

WEB
PREVIEW DEI BRANI
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BLAME IT ON MY YOUTH

JAZZ IN DUO “BLAME IT ON MY YOUTH” (SIFARE)

“Date la colpa alla mia giovane età” … questa è la traduzione del famosissimo standard che dà il titolo alla prima fatica discografica di Davide Palma e Terenzio De Cristofaro (Jazz in Duo), due giovanissimi musicisti che in due non arrivano a 45 anni. I due si conoscono alle prove dell’ Orchestra MusaJazz dell’Università “La Sapienza” di Roma, e nasce una profonda affinità musicale. Quasi per caso inviano una loro demo amatoriale alla Casa discografica “Sifare” di Francesco Digilio, che decide di produrre il loro primo album.

Si nota immediatamente la ricerca, da parte degli artisti, di un suono che sia da un lato tradizionale e fedelmente rispettoso dei canoni della swing era, ma anche originale, ricercato e intrigante. Su questi cardini poggiano gli arrangiamenti proposti dal Duo, che sfrutta a questo scopo una particolare coesione tra il sapore acustico di una virtuosa chitarra e il calore di una profonda voce crooner. Il tema centrale dei brani, che denota una scelta tutt’altro che casuale, è la giovane età e le esperienze di vita che essa riserva. L’attenzione è rivolta soprattutto agli standard americani della tradizione jazzistica che riportano alle sonorità tipiche della “Swing Era” di compositori come Cole Porter, Duke Ellington, Rodger&Hart, G&I Gershwin, Benni Goodman e molti altri. Troviamo così brani molti sentimentali, quali “My One and Only Love”, dove la delicatezza del tema amoroso si riflette nella profonda sensualità dell’interpretazione, oppure “River Side”, di Terenzio De Cristofaro, in cui l’essere innamorati è paragonato al lento, sinuoso ed inebriante scorrere del fiume, come dita sulle corde della chitarra. Gli arrangiamenti originali, molto freschi e quasi giocosi di famosi standard quali “The Lady’s a Tramp” e “You Took Advantage of Me”. E per finire l’interpretazione intimista e a tratti sognante dello standard “Blame It On My Youth”, in cui l’uomo imputa le sue scelte sbagliate e i suoi comportamenti istintivi non al cuore o alla ragione, ma … alla giovane età.

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di DENISE CASH

DISCHI FRESCHI 1/2013

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BassvoiceLove&Groove cover

LOVEandGROOVE il nuovo disco di BASSVOICE PROJECT il duo di Pippo Matino e Silvia Barba. E’ in vendita dal 4 dicembre 2012 per la WideSound “Love and Groove”, il nuovo album del Bassvoice Project di Pippo Matino e di Silvia Barba. I due musicisti arrivano finalmente a fermare su un disco registrato dal vivo l’evoluzione di un incontro nato ormai 5 anni fa e proseguito con innumerevoli concerti. Un lavoro tutto rigorosamente “live”, registrato al The Place di Roma circa un anno fa e che ha visto la partecipazione straordinaria di tanti musicisti come Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Jorge Bezerra, Nicola Angelucci, Claudio Romano e Roberto Schiano, in una sorta di grande festa del suono e delle parole. (fonte comunicato stampa)

Bellissimo il lavoro live di BassVoiceProject, che nasce da una incredibile storia di amicizia e collaborazione tra il bassista Pippo Matino e la bella voce (e testa) di Silvia Barba. I due artisti hanno entrambi una fortissima personalità e sono uniti dal comune desiderio di fare ricerca e sperimentazione per offrire un diverso  punto di vista su alcuni momenti importantissimi della musica d’autore (Anna e Marco, Il mio regno, Viva lei o La musica che gira intorno, Summer Time, je ne regrette rien e Come Together), ma con il preciso intento di andare oltre gli schemi che la musica a volte ci impone, attraversando i generi e la storia della musica senza mai rinchiudersi nel un vicolo cieco del ‘già detto’. Nel disco accanto a brani di cantautori, troviamo anche due meravigliosi brani originali del duo, fino ad ora inediti – Manchi, un grido disperato per ritrovare l’amore perduto, una tematica molto attuale oggi e September in Paris, dalle atmosfere accoglienti che ci riporta immediatamente ai larghi viali dell’autunno parigino – e poi troviamo anche un bellissimo regalo dell’amico Fabrizio Bosso, la traccia 6 strumentale, un solo di tromba con gli effetti che in un Soffio rievoca il passato e ci trasporta, diventando elettronica, nel futuro  come a voler richiamare la nostra attenzione alla musica portatrice del soffio di un nuovo vento.

Tutto questo oggi dimostra che esiste una stupenda realtà musicale in questa Italia che invece non ce la fà più a far emergere il talento vocale vero, quello fatto di personalità che grazie alla voce si manifesta. L’ambientazione Live sta a sottolineare il ruolo fondamentale che oggi ricopre la musica suonata (veramente) dal vivo, che dà emozione se suonata così. (ndr A volte mi chiedo come faccia Pippo  a prendere quegli accordi a realizzare quelle armonizzazioni che potrebbero sembrare magia). In definitiva BasvoiceProject ci regala un disco molto bello, frutto di anni di collaborazioni con grandissimi musicisti che volutamente, per scelta di Pippo e Silvia, si sono alternati nei live accanto a loro per regalare in ogni nuova situazione live un diverso e sorprendente momento di musica. Dal 4 gennaio è iniziato il tour di presentazione del disco. Saranno a Roma domani 15 gennaio al Back Room di Piazza Guglielmo Marconi, 1 insieme a loro Bosso, Girotto e Angelucci.

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Cocetta donato cover

CRESCENDO Cettina Donato Orchestra Very Fresh! Eccolo il disco veramente fresco di Cettina Donato pianista e compositrice siciliana da poco rientrata in Italia dopo alcuni anni passati nelgli Stati Uniti . Plurilaureata, piano classico e jazz, psicologia e didattica e con un master degree ottenuto nella prestigiosa Barklee di Boston,  Cettina è sicuramente una perla rara nel nostro panorama musicale. Le sue forti radici classiche e le altrettando forti del jazz fanno di lei un’artista molto completa. Il suo amore per l’orchestra la spinge proprio in questa direzione, e oggi arrivata a una maturità artistica importante, pubblica un lavoro dal titolo significatico CRESCENDO registrato con una  Big band affincata da un pregiato quartetto d’archi, voluto proprio dall’autrice. I brani sono tutti originali (eccezione fatta per My Romance) e sono composti e arrangiati dalla stessa Cettina. I musicisti che hanno partecipato al lavoro sono di diverse nazionalità a rappresentare quel melting pot che oggi non è ‘la normalità’ ma che aggiunge valore all’opera. L’opera è stata capace di suscitare la stima di un grande  muscista statunitense come Greg Hopkins, che  nelle liner notes che introducono il disco promette che “Cettina affascinera’ ed incantera’ le vostre orecchie”.

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MINA 12 (America Song book)

Il nuovo e sempre atteso album di Mina è arrivato giusto in tempo per il Natale appena trascorso. Le premesse sono ottime. Mina ovviamente, 12 brani straordinari del repertorio dei più classici made in USA, (anche se i brani sono troppo fatti e rifatti) e tre grandissimi del Jazz come Danilo Rea al piano, Alfredo Golino alla batteria, Massimo Moriconi al contrabbasso, inoltre troviamo Gianni Ferrio che ha curato gli arrangiamenti per la sezione archi. Tutto stupendo eppure vorrei fare la voce fuori dal coro e sottolineare che questa sembra essere una pura azione di botteghino natalizio cui Mina è abituata ormai (l’anno scorso usciva proprio nello stesso periodo il CD Piccolino) oggi questo fatto di 12 cover. Non metto in dubbio Mina artisticamente, ma solo commercialmente e purtroppo abbiamo visto come le due cose (arte e commercio) non sempre stanno bene insieme, anzi quasi mai. Comuque anche in questo album Mina canta come solo lei sa cantare e i musicisti sono dei veri Signori della musica che l’accompagnano al meglio di chiunque potrebbe fare oggi in Italia. Grande il feeling, perfette le esecuzioni. Meno accattivanti gli arrangiamenti, che rendono tutto troppo omogeneo facendo correre il rischio di non riconoscere un brano da un altro.

TRACKLIST

September Song
Banana Split For My Baby
Everything Happens To Me
Fire and Rain
Have Yourself a Merry Little Christmas
I’ll Be Seeing You
I’m Glad There Is You
I’ve Got You Under My Skin
Just a Gigolò
Love Me Tender
Over the Rainbow
Anytime Anywhere

CON TOM MI SENTO UBRIACA SULLA LUNA

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Come non sentire l’ebbrezza data da queste splendide note cantate con tanto feeling dall’adorato Tom Waits. Una voce garanzia di gioia che voglio condividere in questa serata romana un po’ piovosa e lenta, che sembra non voler passare mai, perché con questo brano il tempo lento diventa un momento perfetto. Fa parte dell’album giovanile The Heart of Saturday Night, il secondo pubblicato per essere precisi dei primi anni ’70, che ci riporta un Waits ancora ‘acerbo’ nel timbro di voce, ma già incantevole e struggente nell’interpretazione, per certi versi questo album annuncia il Tom Waits che verrà e che io amo moltissimo. Per finire, se volete impazzire un po’ nel tentativo di interpretare al meglio il Waits-pensiero, ecco a voi le Lyrics, e forse anche per cantare con lui, perché cantare fa bene.

Drunk on the Moon, Lyrics

Tight-slacked clad girls on the graveyard shift
‘Neath the cement stroll
Catch the midnight drift
Cigar chewing charlie
In that newspaper nest
grifting hot horse tips
On who’s running the best

And I’m blinded by the neon
Don’t try and change my tune
‘Cause I thought I heard a saxophone
I’m drunk on the moon

And the moon’s a silver slipper
It’s pouring champagne stars
Broadway’s like a serpent
Pulling shiny top-down cars
Laramer is teeming
With that undulating beat
And some Bonneville is screaming
It’s way wilder down the street

(Chorus)

Hearts flutter and race
The moon’s on the wane
Tarts mutter their dream hopes
The night will ordain
Come schemers and dancers
Cherry delight
As a Cleveland-bound Greyhound
And it cuts throught the night

And I’ve hocked all my yesterdays
Don’t try and change my tune
‘Cause I thought I heard a saxophone
I’m drunk on the moon

di CRISTIANA PIRAINO

MINISTRO ORNAGHI RISPONDE AL JAZZ ITALIANO: SIETE APPREZZATI E SOSTENUTI

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la Stampa Umbria Jazz

>> link La Stampa articolo completo

E’ bene ricordare i detti popolari, come ‘Dare un un colpo al cerchio e uno alla botte’. Nel mese scorso è divampata la polemica intorno all’argomento ‘jazz come parte o meno cultura italiana’ a seguito di una presunta dichiarazione del  Ministro per i Beni e le Attività Culturali‎ Lorenzo Ornaghi. Ovviamente gli animi jazz si sono scaldati parecchio e da giornale a giornale, vedi sopra La Stampa, hanno fatto rimbalzare la notizia circa la sospensione dei fondi pubblici a favore o contro il più importante Festival italiano di Jazz che dal 1973 si svolge in Umbria, incrementando un sentimento negativo in quanti, musicisti e addetti ai lavori,  fanno parte di questa categoria già fin troppo sottovalutata. Io stessa, dalla mia pagina Facebook, dimostrai risentimento verso Ornaghi. Tuttavia andando a cercare bene per capire esattamente come stanno le cose, ho trovato un interessante comunicato del MiBAC stesso, pubblicato sul loro sito istituzionale. In primo luogo il comunicato smentisce (e ne siamo sollevati) la bruttissima frase attribuita al ministro Ornaghi il quale non ha affermato, che il jazz “non è espressione diretta della cultura italiana”, ma cosa ben più importante mette in chiaro i veri motivi per i quali il finanziamento a Umbria jazz è stato sospeso. Ovvero, secondo il comunicato, per mancanza dei requisiti necessari a ricevere un finanziamento. Vi invito a leggere il comunicato.

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COMUNICATO

Con riferimento a quanto apparso negli ultimi giorni sulla stampa in merito all’esclusione della manifestazione Umbria Jazz dal contributo ministeriale per il 2012, si rendono necessarie le seguenti rettifiche e precisazioni. Il Ministro Ornaghi non ha mai inviato una lettera a sua firma a Umbria Jazz. Non ha dunque mai scritto, né tantomeno affermato, che il jazz “non è espressione diretta della cultura italiana” secondo quanto riportato da un quotidiano quest’oggi. Tale affermazione non corrisponde in nulla alle convinzioni del Ministro, ed è altresì smentita da tutte le azioni adottate dall’Amministrazione in materia di spettacolo dal vivo, sia nel passato sia in questo anno finanziario.
Va altresì precisato che al Ministro per i Beni e le Attività Culturali non compete l’assegnazione dei contributi economici, essendo tale compito amministrativo affidato dalla legge alla Direzione generale per lo Spettacolo dal vivo, la quale ripartisce la quota destinata alle attività musicali ai numerosi organismi che presentano istanza, sulla base di uno specifico parere adottato dalla Commissione consultiva per la Musica.
Le manifestazioni di jazz vengono correntemente sovvenzionate se in armonia con le disposizioni che regolano la materia (legge 14 agosto 1967, n. 800, e Decreto ministeriale 9 novembre 2007) e se giudicate rispondenti ai requisiti di qualità adottati dalla predetta Commissione consultiva per la Musica, come per tutte le altre manifestazioni di spettacolo. Quest’anno la medesima Commissione ha reso parere favorevole al sovvenzionamento di ben 17 manifestazioni dichiaratamente di jazz (nel 2011 esse furono 15). Molte altre manifestazioni sostenute dal Ministero contengono nei loro programmi importanti avvenimenti jazzistici.
Tali manifestazioni, dunque, sono sempre state apprezzate positivamente e sostenute economicamente dal Ministero. Quanto al caso specifico, si rende noto che l’istanza presentata dalla “Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz” di Perugia non è stata ammessa all’esame qualitativo della Commissione Musica in quanto priva del requisito di cui all’art. 4, comma 2, del Decreto ministeriale 9 novembre 2007 (carenza dei tre anni di attività dalla data di costituzione dell’organismo richiedente il contributo, alla data della domanda fissata al 31 gennaio 2012) ed altresì del requisito di cui all’art. 12, comma 1, lett. b, del medesimo Decreto (esclusività della figura del Direttore artistico che risulta in comune con l’Associazione Teatro Mancinelli di Orvieto). Per lo stesso ultimo motivo alla Associazione orvietana è stato conseguentemente negato il contributo. Si tratta di norme certamente severe, ma che da moltissimi anni regolano i contributi ai settori dello spettacolo dal vivo. [Roma, 6 novembre 2012 Ufficio Stampa MiBAC Tel. 06.67232261]  _____ fine comunicato

Ne deduco che nessuno abbia messo in dubbio il JAZZ in quanto non cultura. Anzi, il Jazz viene sostenuto, come viene sostenuta la professionalità e chi fa le cose fatte secondo le regole. Nero su bianco i ‘tecnici’ del governo Monti, che saranno pure brutti e cattivi ma i calcoli li sanno fare, ci stanno dicendo che il jazz italiano è gestito con superficialità, se una grandissima istituzione non riesce a risponde ai requisiti di qualità adottati dalla Commissione consultiva per la Musica, cito il comunicato, e mi chiedo allora perchè una Fondazione così importante si deve comportare come un gestore di pub alle prime armi al quale fanno la multa per canna fumaria mancante! Sono dettagli? non lo so, dobbiamo avere dubbi. Certamente Umbria jazz è uno dei festival più importanti nel mondo di cui dobbiamo esserne fieri. Va preservato, sostenuto ma di riflesso Umbria Jazz deve sostenere il jazz dimostrando professionalità e democrazia nelle scelte artistiche.

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GLI ARTICOLI E IL DECRETO ‘GALEOTTI’

art. 4, comma 2, del Decreto ministeriale 9 novembre 2007

2. Nessun soggetto può essere ammesso a contributo se non ha svolto almeno tre anni di attività nel settore musicale, ad eccezione delle attività ordinarie promosse da enti territoriali ed istituzioni ed enti pubblici. La Commissione individua prioritariamente le risorse da destinare alle nuove istanze.

Art. 12, comma 1, lett. b, del Decreto ministeriale 9 novembre 2007 (ma leggiamo anche il punto 1)

12. Festival e rassegne.
1. Può essere concesso, ai festival di cui all’art. 36 della legge 14 agosto 1967, n. 800, e alle rassegne di rilevanza nazionale od internazionale che contribuiscono alla diffusione ed al rinnovamento della musica e allo sviluppo della cultura musicale, anche in relazione alla promozione del turismo culturale, e che comprendono una pluralità di spettacoli, nell’ambito di un coerente progetto culturale, realizzato in un arco di tempo limitato ed in una medesima area, un contributo, che riveste carattere integrativo rispetto ad altri apporti finanziari, in misura non superiore al centocinquanta per cento di questi ultimi, se ricorrono le seguenti condizioni:

a) programmazione di almeno dieci spettacoli con prevalenza di soggetti italiani e per la restante parte anche di qualificati soggetti stranieri;

b) direttore artistico di prestigio culturale e di capacità professionale specifica, in esclusiva rispetto ad altri festival;

c) sovvenzione di uno o più enti pubblici.

di CRISTIANA PIRAINO

ANCORA 5 MINUTI PER RICORDARE CARLOS GARDEL

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GARDEL

Nei bassifondi di Buenos Aires impara il lunfardo (*) che grazie a lui diventa la lingua ‘ufficiale’ del tango. Carlos Gardel nacque oggi 11 dicembre di tanti anni fa. Da tutti è considerato il padre del tango e sicuramente ne è stato uno degli interpreti principali fino ai giorni d’oggi, con una voce riconosciuta recentemente dall’Unesco come Patrimonio Culturale dell’Umanità. Della sua vita si dice che fu’ piena di avventure e soprattutto di tango, morì in un incidente aereo, che ovviamente rattrista, ma che riporta di nuovo a un’idea di avventura e di vita veramente vissuta, le cui tracce sono presenti nelle sue canzoni, oltre 900 brani di tango che Gardel canterà e inciderà nella sua vita, intensa seppur interrotta in un momento sbagliato. Leggendo queste belle storie di un passato in cui la musica era tutta da inventare e curiosando qui e là, ho capito che proprio il primo non fu, come sempre accade. Ciò non toglie però che Carlos Gardel verrà sempre ricordato come il numero uno.

Ho trovato Pascual Contursi (1888 – 1932) coetaneo di Gardel. Contursi, autore teatrale e compositore di origine italiana, due o tre anni prima aveva iniziato a porre le basi del Tango del ‘domani’ aggiungendo i testi a brani di tango già conosciuti e proponendoli con la sua chitarra. Nel 1917 a un Gardel già famoso per alcuni spettacoli di canzone popolare argentina presentati in teatri prestigiosi, Contursi chiese di cantare un suo brano ‘Mi noche triste’. Era la prima volta che Gardel incideva un Tango-canciòn e di certo questo fatto rappresentò la fortuna del brano e segnò il passaggio a una nuova grandissima stagione per il Tango come genere musicale

LUNFARDO…(*) è un argot spagnolo utilizzato in città e nelle sue zone limitrofe del conurbano del Gran Buenos Aires. È molto frequente il suo utilizzo specialmente nelle canzoni del ballo tipico di questa città, il tango argentino. Colloquialmente, è chiamato lunfa. Le sue origini furono quelle di uno slang di prigionieri, usato nelle carceri per non farsi comprendere dalle guardie. In questo contesto si inserisce anche la creazione di una particolare forma di parlare invertendo l’ordine delle sillabe di una singola parola, chiamata vesre, ossia l’inverso di revés, che significa ‘rovescio’. Ecco che quindi, al vesre, tango risulta essere gotán, amigo dà gomía, cabeza è zabeca, etc.


mi noche triste – carlos gardel

 

di CRISTIANA PIRAINO

DISCHI FRESCHI 2/2012

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WHISPERS  nuovo album di Fabio Accardi

Uscito il 29 novembre il secondo lavoro del batterista pugliese: disco passionale ma al tempo dai toni intimi e delicati che, tra le varie collaborazioni, ospita il sax di Gaetano Partipilo e Mirko Signorile al pianoforte. Dopo i consensi nel 2010 per “Arcoiris”, debutto discografico di Fabio Accardi come leader nonché prima release della sua giovane etichetta Mordente Records, è in uscita il 29 novembre “Whispers”, il nuovo album firmato dal batterista pugliese. Promosso con il sostegno di Puglia Sounds, il disco rappresenta il quarto titolo in catalogo di Mordente Records dopo il fortunato “Sound Briefing”, acclamato dalla critica e dal pubblico come uno dei migliori dischi di jazz italiano del 2012 -sancendo la reunion di The Jazz Convention, storico quintetto di “young lions” con Fabrizio Bosso, Gaetano Partipilo, Claudio Filippini, Giuseppe Bassi e lo stesso Accardi.  Attraverso il grande feeling che contraddistingue la collaborazione con i musicisti Vince Abbracciante (fisarmonica & wurlitzer), Mirko Signorile (piano), Nando Di Modugno (chitarra), Giorgio Vendola e Camillo Pace (contrabbasso) e dei guest Gaetano Partipilo (sax), Luisiana Lorusso e Serena Fortebraccio (voce), Sarita Schena (voce recitante), questo nuovo lavoro traccia il recente vissuto personale e artistico di Accardi con tinte delicate e cosparse di quella saudade derivata dalla sua grande passione per la musica brasiliana. [fonte comunicato uff. stampa Fiorenza Gherardi De Candei]  >> LINK Souncloud

Cover cd Diodati - NEKO

Francesco Diodati NEKO
 nuovo album “Need something strong”

Giunto al suo secondo album con il lungimirante quartetto, completato da Francesco Bigoni al sax tenore e clarinetto, Francesco Ponticelli al contrabbasso e basso elettrico e da Ermanno Baron alla batteria, Diodati si conferma non solo chitarrista di prim’ordine quanto eccellente penna capace di far convivere melodie penetranti e strutture elaborate.  I successi riscossi nel 2011 dalle esibizioni del gruppo, prima al prestigioso Festival “12 Points!” di Dublino e poi nei templi della new music newyorkesi tra cui il Fat Cat e, in occasione del festival AuandMeetsNY, lo Smalls, ne hanno decretato la notorietà a livello internazionale quale esponente di spicco della nuova scena jazz europea contemporanea. La ricetta del successo di questa formazione nasce da un originale connubio di freschezza timbrico-melodica e libertà formale. I brani che prendono vita “dall’interazione continua tra scrittura e improvvisazione”, racconta Diodati, sono ricercati ma orecchiabili e denotano la matrice della ricerca espressiva del leader, in equilibrio tra aggressività rock, intuizioni avanguardistiche e atmosfere sognanti, in cui il “jazz è solo il punto di partenza” (La Repubblica).

NEKO -in giapponese “gatto”- nasce nel 2007 dalla volontà di Francesco Diodati, “chitarrista moderno dalla visione estremamente personale e ricca di sfumature” (Musica Jazz), di riunire sotto il tetto comune di un progetto d’insieme condiviso e paritario, alcuni tra i musicisti e amici a lui più affini.  L’ispirazione del leader, priva di pregiudizi stilistici, si esprime in un linguaggio che lascia spazio alla ricerca di suoni e tematiche nuovi da parte di tutti i membri del gruppo. Nell’impulso creativo di Diodati, che scrive “pensando proprio a ‘questo’ gruppo e al suono di ciascuno dei musicisti” (Jazzit 2011), trovano spazio le “libertà arrangiative estemporanee” dei singoli componenti, che convergono verso un comune equilibrio, nel più puro spirito dell’interplay: “suonando insieme e ascoltando”.  Eleganza ed equilibrio, in presenza di un’ampia varietà di atmosfere, si evidenziano particolarmente nella sua vena compositiva; Diodati infatti, pur non tradendo mai il suo innato gusto melodico, è un musicista capace di guardarsi intorno senza pregiudizi stilistici e che possiede un linguaggio già maturo e personale, cui è particolarmente congeniale la ricerca di suoni e tematiche nuovi. Diodati può contare su una preparazione accademica di livello elevato, corredata dall’ottenimento di borse di studio per l’accesso a importanti master internazionali, forieri della nascita di collaborazioni di alto contenuto artistico (fra i tanti Jim Black, Enrico Rava, Bobby Previte).  [fonte comunicato uff. stampa Giorgia Mileto]  >> ASCOLTA E COMPRA