Il BOOGIE CLUB potrebbe essere considerato un club ‘di cintura’, sebbene non sia esattamente in una periferia estrema, ma certamente si ispira ad un principio di decentralizzazione della cultura, un concetto che anni fa era stato intrapreso dalle istituzioni, ma che sembra al momento essere congelato. Peccato, perché Roma, invece, con la sua grandezza e le sue problematiche di spostamento, ne ha proprio bisogno.
Ma torniamo al Boogie. Nato come pub, il Boogie Club lo anche è nell’aspetto raffinato ma informale, con un menu di poche cose e con ingredienti di ottima scelta, quella della mamma. Dietro a questa idea, c’è infatti una famiglia. Genitori ed un figlio che insieme condividono una gestione familiare al 100% e ci riescono nel modo più naturale possibile, perché i Dal Fabbro sono così, ti accolgono al club come in casa. Il servizio è impeccabile e amorevole. La ristorazione va di pari passo con un altro grande amore – la Musica dal vivo. Last but not least, da segnalare da un’ottima carta di birre, vini e cocktail.
Il Boogie Club, in queste ultime tre stagione (ndr: la terza ed attuale sospesa per rispettare i DPCM anti Covid) è riuscito a realizzare una serie di concerti con importanti artisti, offrendo agli abitanti in zona Marconi-Portuense un ottimo cartellone a due passi da casa. La zona Portuense CAP 00149, è un’area vasta e mista tra abitativo e commerciale. Sicuramente vivace e molto popolata. L’idea del Boogie Club di portare ‘sotto casa’ lo stesso concerto che si può trovare nei club del centro nasce dall’esigenza, sempre più impellente a Roma, di evitare grandi spostamenti, soprattutto alla fine di giornate fatte di traffico e conseguenti disagi.
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